Recensione: Rambo – Last Blood. Ultimo capitolo della serie culto con Sylvester Stallone

Sylvester Stallone, Messico, Rambo 2019

Sylvester Stallone ha dato il volto a diversi personaggi diventati iconici, stiamo parlando di Rambo e Rocky. Il secondo ha mantenuto viva la propria luce anche ponendosi leggermente in secondo piano anche al giorno d’oggi. Il primo invece aveva lasciato il proprio pubblico ben 11 anni fa, nel 2008 con il film John Rambo, diretto dallo stesso Stallone. Riavviare il franchising dunque sembrava la cosa migliore da fare per dare un finale degno ad una serie che nel 2008 aveva presentato un capitolo non proprio memorabile. Sylvester Stallone si fa dunque guidare dalla regia di Adrian Grunberg nell’ultimo capitolo della saga action culto.

Trama di Rambo: Last Blood

Non sono cambiato. Sto solo cercando di nasconderlo, ogni giorno“, annuncia Rambo all’inizio del film. E’ facile però indovinare che non passerà molto tempo prima che il coperchio venga tolto.

La storia inizia con Rambo che vive felicemente nel suo ranch con la sua famiglia adottiva. La sua famiglia è composta da Maria, donna di mezza età (Adriana Barraza) e sua nipote adolescente Gabrielle (Yvette Monreal), che ama chiamarlo “Zio John”. Conduce felicemente una vita di allevamento di cavalli e quiete domestica, anche se si può dire che soffre ancora di disturbo post traumatico da stress, infatti il ranch presenta una serie elaborata di tunnel sotterranei.

La sua felicità si rivela prevedibilmente di breve durata quando Gabrielle, contro i suoi severi consigli, decide di recarsi in Messico per trovare il padre che l’ha abbandonata anni prima. È nel paese forse da alcuni minuti quando viene rapita da un anello del traffico sessuale guidato dai fratelli viziosi Hugo (Sergio Peris-Mencheta) e Victor (Oscar Jaenada). Rambo la rintraccia prontamente, ma la sua atipica mancanza di pianificazione anticipata diventa evidente quando rimane vittima della banda e brutalmente picchiato. Viene curato da un giornalista indipendente (Paz Vega) che ha un interesse personale nella questione, sua sorella è stata rapita e assassinata dallo stesso gruppo. Rambo ritorna in forze e si prepara alla vendetta. Attira i criminali sopravvissuti a casa sua, dopo aver mandato via sia Maria che tutti i cavalli.

I criminali cadono nelle trappole dell’eroe è rimangono uccisi da esse. Ma il modo in cui continuano a inseguire Rambo attraverso i tunnel mentre il conteggio dei corpi aumenta invece di battere un ritiro strategico è involontariamente comico. La conclusione della carneficina dimostra che quando Rambo promette di strappare il cuore a qualcuno, puoi prenderlo alla sua parola.

Cast, regia e produzione di Rambo: Last Blood

Al film si sono mostrate interessate diverse società di produzione, in primis quella fondata dallo stesso attore: la Balboa Productions. Tra le altre ricordiamo: Millennium Media, Templeton Media, Lionsgate, Campbell Grobman Films, Dadi Film GroupLa distribuzione è stata affidata invece esclusivamente alla Lionsgate. 

 

La regia è stata affidata ad Adrian Grunberg. Prima di Rambo, il regista statunitense ha diretto i film Get The Gringo. Inoltre ha partecipato come primo assistente alla regia a film come Wall Street: The money never Sleep, Edge of Darkness e Apocalypto.

Il cast è molto folto, e oltre all’imprescindibile Stallone ci sono anche altri giovani artisti, molti dei quali anche messicani. A comporre il grande cast abbiamo dunque: Paz Vega, Sergio Peris-Mencheta, Adriana Barraza, Yvette Monreal, Genie Kim aka Yenah Han, Joaquin Cosio, Oscar Jaenada. 

Rambo: Last Blood. Le impressioni di Sylvester Stallone

E’ sempre difficile per un attore continuare a calcare la cresta dell’onda, soprattutto quando il personaggio di cui divieni l’emblema viene presentato in 4 film diversi. Queste motivazioni avevano spinto inizialmente Stallone a rifiutare il ruolo di Rambo per un quinto film. L’attore aveva affermato:  “Il cuore mi dice di sì, ma il corpo no. Mi vengono in mente i lottatori che ritornano per un ultimo round e vengono messi al tappeto. Non c’è più niente da raccontare; se non possiamo fare niente di meglio dell’ultimo, perché farlo?

Nonostante queste dichiarazioni, rilasciate nel 2016, Stallone ha già detto che sarebbe disposto a fare un altro film di Rambo se questo avesse successo. 

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.