L’Attacco dei Giganti: grande polemica per la mancanza del doppiaggio italiano su Crunchyroll

I diritti della seconda parte dell’ultima stagione di L’Attacco dei Giganti sono stati acquisiti da Crunchyroll, società americana adibita alla distribuzione di anime, manga e altri prodotti televisivi simili. Attraverso un meccanismo di distribuzione settimanale degli episodi del celebre anime, dunque, gli utenti possono osservare il finale della quarta stagione di Attack on Titan, attraverso un appuntamento a cadenza fissa; se la qualità dello streaming non è stata assolutamente oggetto di polemica, così come le traduzioni offerte dalla piattaforma, i nodi particolarmente ostici, per molti utenti, sono stati determinati da una serie di problematiche identificate all’interno della piattaforma di streaming. In primis, Crunchyroll ha dimostrato di non riuscire a gestire, in alcuni punti e momenti, i flussi di utenza particolarmente elevati, vedendo il sito praticamente bloccato e inaccessibile per qualche minuto, a differenza di tante altre piattaforme di streaming che hanno precedentemente accolto il prodotto, tra cui Netflix e Amazon Prime Video, che hanno detenuto i diritti di trasmissione televisiva dell’anime nelle prime stagioni. In secondo luogo, le grosse polemiche da parte dei fan ci sono state, sostanzialmente, per la mancanza di un doppiaggio in italiano garantito dalla piattaforma. Parte delle polemiche hanno portato, addirittura, a realizzare una petizione on-line. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a tal proposito.

La mancanza di doppiaggio in italiano su Crunchyroll

La trasmissione della seconda parte dell’ultima stagione di Attack on Titan è stata interamente destinata a Crunchyroll, piattaforma di streaming e società americana celebre per la trasmissione e la distribuzione di contenuti anime e manga in digitale e per piccolo schermo. Ovviamente, si è trattato di una notizia particolarmente importante per numerosi fan, che hanno già sottoscritto un abbonamento presso la piattaforma e che risultavano essere già utenti fissi della stessa; per altri, invece, la realizzazione di un meccanismo di distribuzione simile ha definito un nuovo tipo di approccio alla piattaforma, con la realizzazione di un abbonamento per poter godere dei contenuti anticipatamente rispetto a tutti gli altri utenti e, soprattutto, per riuscire a guardare gli episodi de L’attacco dei Giganti ogni settimana, secondo l’uscita prevista sulla piattaforma. Per tutti gli altri utenti, invece, Crunchyroll ha permesso di osservare gli episodi di L’attacco dei Giganti con una settimana di ritardo, anche se in maniera gratuita.

C’è da dire, inoltre, che le problematiche strutturali evidenziate sulla piattaforma di streaming non riguardano, sostanzialmente, la realtà di Crunchyroll Italia, che si occupa della distribuzione nel mercato italiano degli episodi trasmessi e distribuiti sulla piattaforma di streaming statunitense. La mancanza di un doppiaggio in italiano per la maggior parte dei contenuti anime e televisivi presenti sulla piattaforma risponde, in realtà, a un problema che gli utenti hanno già evidenziato per tante altre produzioni, per cui sono previsti doppiaggi praticamente per qualsiasi lingua europea, tranne che per l’italiano. La decisione della società di streaming non è ben nota, per quanto diversi utenti abbiano teorizzato che si tratti di un meccanismo risolutivo avvenuto a seguito di un grandissimo flusso di persone che continuano a non investire nello streaming, prediligendo altri canali di appropriazione, talvolta anche illecita, di anime e realtà televisive.

Le minacce di morte agli addetti ai lavori e la risposta della social media manager di Crunchyroll

Deriva violenta delle polemiche avvenute per la mancanza di doppiaggio in italiano è stata caratterizzata da insulti e diverse minacce, tra cui anche di morte, visibili su social e altri canali di aggregazione. Le polemiche sono state numerose e, per quanto non siano mancati tentativi pacifici di risoluzione, tra cui una petizione online, diversi utenti si sono scagliati contro gli addetti ai lavori di Crunchyroll. Non si è fatta attendere la risposta della social media manager dell’azienda: “Onestamente sono settimane che leggo insulti, minacce e auguri nefasti. Che siano “vi auguro di fallire” o “vi auguro di morire di cancro” o di altre malattie orribili. La misura è colma da un pezzo e io mi sono stancata di subire e basta. Io lavoro per Crunchyroll, ma amo la mia azienda. Amo l’animazione. Amo la community, che di norma è molto civile e coccolosa e chi segue da sempre queste pagine sa che mi piace giocare insieme, proprio perché è una passione comune. Ho un account d’ufficio, e ogni anno regalo un abbonamento annuale per fare la mia parte.”

E ancora: “Ci metto anima e corpo per questo lavoro, sto facendo tutto quello che posso fare per perorare la causa del doppiaggio. Sono la prima che lo vorrebbe. E sentirmi augurare di fallire (o peggio, vedi l’altro commento) rimanendo in silenzio non mi va. E vedo il lavoro mio, dei miei colleghi, del team di localizzazione… e sentirmi dire che “noi non lavoriamo”, solo perché non c’è un doppiaggio, mi fa arrabbiare. Sminuire in questo modo il lavoro di tutti è vergognoso. E sono sicura che nemmeno i doppiatori di AoT vorrebbero questo accanimento contro di noi. Non aiuta nessuno, fa solo male alle persone sbagliate”

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Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.