Martin Scorsese: gangster, biopic e attori feticcio

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Guardando al mondo del cinema degli ultimi decenni è difficile non soffermarsi sull’apporto che è stato dato da uno dei volti più attivi ad alti livelli, autore di film iconici e in grado di essere apprezzati in maniera pressoché unanime. Martin Scorsese non è solo un regista affermato: ha contribuito al mondo del cinema anche come sceneggiatore, produttore e, non ultimo per importanza, appassionato di cinema.

Infatti negli scorsi mesi è stata proprio una sua affermazione sui film Marvel, per quanto riportata in maniera provocatoria, che ha avuto il merito di accendere un dibattito molto interessante sul mondo del cinema attuale al quale ha recentemente partecipato anche Vincent Cassel, fra gli altri. Nella sua vita artistica sono presenti alcune costanti che caratterizzano la sua opera, e che non è fuori luogo considerare come metri di riferimento per chiunque abbia intenzione di confrontarsi con i temi e le particolarità affrontate dal regista newyorchese.

Gli attori feticcio

Una delle particolarità più immediatamente riconoscibili della filmografia di Scorsese è la costanza con la quale ritornano, in diverse opere, alcuni attori che con lui hanno instaurato un rapporto particolarmente stretto. Gli attori si alternano fra di loro nel corso degli anni per tornare a distanza di diversi film, creando un rapporto con il regista che, in alcuni casi, emerge come vera e propria amicizia. È il caso di Robert De Niro, con il quale il sodalizio è iniziato nel 1973 per arrivare, almeno finora, al 2019 con l’ultimo lavoro del regista, The Irishman.

In mezzo, nove pellicole nelle quali De Niro ha talvolta condiviso la scena con altri due pupilli di Scorsese, anche questi con ascendenze italiane: Joe Pesci e Leonardo DiCaprio. Pesci ha recitato in quattro dei film di Scorsese, tra i quali Quei bravi ragazzi, che gli è valso l’Oscar come miglior attore non protagonista. DiCaprio, invece, ha iniziato a collaborare con il regista italoamericano nel 2002 con Gangs of New York, che è stato il primo di 5 film della coppia. Lo stesso De Niro ha dichiarato di vedere in DiCaprio il suo erede per Scorsese, e i due attori dovrebbero recitare insieme nel prossimo film del regista.

Gangster

empire state building

Per dirla con le parole dello stesso regista, se si è stati allevati a Little Italy cosa diventare se non gangster o preti? Nell’immaginario di Scorsese, e per gli anni nei quali è cresciuto a New York, la criminalità organizzata è sempre stata legata alle origini italoamericane da lui stesso condivise. Nella sua opera alcune fra le pellicole più riuscite dipingono in maniera cinica e disillusa le vite di protagonisti del mondo criminale, dai più importanti ai più piccoli.

È il caso di film come Quei bravi ragazzi, dove De Niro, Pesci e Ray Liotta interpretano tre amici che cercano di farsi strada nel sottobosco criminale di New York; Casinò, con di nuovo la coppia De Niro/Pesci nei panni di due malavitosi che decidono di trasferirsi a Las Vegas per assumere il controllo delle case da gioco; Gangs of New York, che segue i piani di vendetta di un giovane irlandese interpretato da DiCaprio; The Departed, dove DiCaprio e Matt Damon interpretano un poliziotto sotto copertura e un infiltrato nella polizia; da ultimo The Irishman, col ritorno della coppia DeNiro/Pesci che si muovono fra mondo sindacale e criminalità organizzata. I film sono accomunati dalla visione di Scorsese di un mondo dove a una moralità sicuramente riprovevole si accompagna l’evoluzione e l’inevitabilità delle scelte dei protagonisti.

Biografie

Scorsese si è misurato diverse volte con il genere autobiografico, sia nel senso classico del termine che, in alcuni casi, prendendo liberamente ispirazione. Ricadono nella prima categoria pellicole come Toro Scatenato, nella quale Robert De Niro interpreta il pugile Jake LaMotta, The Aviator, con Leonardo DiCaprio nei panni dell’imprenditore texano Howard Hughes, e The Wolf of Wall Street, dove nuovamente DiCaprio porta in scena la storia del broker newyorchese Jordan Belfort, seguendone l’ascesa nel mondo degli affari e la caduta.

Più romanzata, ma comunque fedele alla biografia in parte smentita di Frank Sheraan, è l’ultimo The Irishman, che segue gli intrecci tra criminalità e mondo sindacale del personaggio interpretato da De Niro. In tutti i casi emerge la visione di Scorsese di personaggi realmente vissuti, dipinti in maniera quasi tragica dal regista italoamericano.