Alessandro Gassmann e il rapporto con suo padre Vittorio: “Ero terrorizzato da lui”

Alessandro Gassmann e il rapporto con suo padre Vittorio: "Ero terrorizzato da lui"

Alessandro Gassmann si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera, dove ha avuto modo di presentare il suo ultimo film – Il silenzio grande – di cui è regista; nel parlare affrontando diversi temi, Gassmann ha avuto modo di offrire numerosi spunti a proposito del padre, Vittorio, di cui ha raccolto un’eredità importante. Non solo, dal momento che Alessandro Gassmann ha offerto dichiarazioni non soltanto relative all’eredità artistica del padre, ma anche riguardanti il rapporto umano con Vittorio Gassman. In particolar modo, l’attore e regista ha spiegato di essere terrorizzato da alcuni atteggiamenti che il padre aveva in casa, spiegando anche le differenze che crede di sentire nel suo modo di interpretare il ruolo genitoriale.

Alessandro Gassmann e le dichiarazioni su suo padre

Nel parlare all’interno della sua intima intervista al Corriere della Sera, Alessandro Gassmann ha avuto modo di offrire una prospettiva piuttosto ampia di ciò che è stato suo padre, sia dal punto di vista artistico, sia dal punto di vista umano. Ciò ha caratterizzato un modo per conoscere meglio uno dei più grandi artisti della storia del cinema italiano, oltre che suo figlio Alessandro, attore e regista particolarmente apprezzato nel contesto della cinematografia italiana.

Nel parlare di suo padre, Alessandro ha spiegato quanto fosse determinante la figura di suo padre Vittorio Gassman nella sua vita: «Ingombrante in modo piacevole, anche non volendo, ma per la qualità del suo talento. Volevamo una storia di rapporti umani con del mistero familiare dentro, in una famiglia colta, elegante, che vive fuori dalla realtà, dove lo sfondo di Napoli, in quella villa bellissima ma scricchiolante, c’è e non c’è». Inoltre, in un ideale confronto con suo padre, ha spiegato quanto segue: «Sono molto presente. Intanto con Sabrina sto bene insieme e Leo ha potuto avere molte più sicurezze, mentre io ero un pacco che viaggiava da un padre a una madre. Papà era più spaventoso di me, quando si arrabbiava era terrorizzante, gli bastava lo sguardo silente. Io poi avevo risultati scolastici disastrosi… Con mio figlio sono stato severo in modo metodico nel proibire il cellulare fino ai suoi 15 anni e il motorino fino a 16».

E ancora: «Io ho dato a Leo gli strumenti per ampliare il suo vocabolario, per capire quanto sia unica e bella la nostra lingua italiana. Le composizioni che scrive per sé stesso, lontano dal pop che l’ha reso celebre, sono molto belle e di spessore. Lì si apre e tira fuori più coraggio, sono riflessioni sulla sua generazione, parla del cambiamento climatico…Dovrebbe farle conoscere quelle canzoni».

Il rapporto tra Alessandro Gassmann e Vittorio Gassman

Alessandro Gassmann ha avuto modo di spiegare anche quale fosse il suo rapporto – dal punto di vista artistico – con suo padre Vittorio, di cui ha offerto una prospettiva anche in questo caso piuttosto interessante. In particolar modo, l’attore e regista italiano ha spiegato, a proposito di quanto seguisse e aiutasse il padre nel suo lavoro: «Sì, la prima volta a 17 anni per Di padre in figlio, il film che cominciò quando ne avevo 8 e lo concluse nove anni più tardi. È un racconto tra me e lui. Amava parlare di sé stesso in pubblico, io lo detestavo, ne avevo vergogna. Mi mise nelle mani di Enrico Lucherini, il press agent, che aveva un esercito di venti sarte e mi riconsegnò a papà che ero un’altra persona. Quel giorno capii che non volevo fare l’attore. Ero timidissimo».

Eppure, ciò è diventato una nemesi nel corso degli anni: «Assolutamente sì, per mio padre fu lo stesso, fu sua madre a insistere perché diventasse attore. Io non volevo al punto che dopo Venezia mi iscrissi ad Agraria a Perugia. Mio padre mi volle a teatro al suo fianco per la seconda edizione di Affabulazione, ed è cominciato tutto».

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Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.