Corona, il primo film sul Coronavirus è ambientato in un ascensore

Corona film sul Coronavirus

L’emergenza Coronavirus non è stata ancora superata, soprattutto in alcuni paesi in cui è particolarmente difficile e pericolosa, eppure i primi prodotti cinematografici dedicati al tema – come ci si poteva aspettare – sono già stati realizzati. Il momento storico particolarmente difficile è sicuramente unico nella storia dell’uomo e, se prima della sua effettiva concreta comparsa, si teorizzava già una sua realizzazione attraverso i film dedicati al tema (come Contagion, protagonista di una grande discussione polemica di recente), l’ispirazione cinematografica non potrebbe che essere addirittura maggiore a seguito dei contagi e di tutte le manifestazioni sociali che ci sono state fin dall’inizio dei contagi. 

Il primo film sul tema Coronavirus porta il nome di Corona e la firma del regista iraniano Mostafa Keshvari, che vive in Canada. Il thriller psicologico è ambientato in un ascensore e racconta delle prime manifestazioni del virus, oltre che di tutti quei comportamenti sociali di diffidenza e violenza che si sono verificati e che sono stati documentati dalla cronaca.

La trama di Corona, il primo film sul Coronavirus realizzato dal regista iraniano Mostafa Keshvari

Il film realizzato dal regista iraniano Mostafa Keshvari è un thriller psicologico che racconta la situazione sociale e collettiva dei primi momenti del Coronavirus, quando ancora gli effetti della situazione sanitaria non erano stati osservati su scala globale. Il prodotto cinematografico, realizzato in tempi record grazie ad una troupe di 25 persone, si ambienta all’interno di un ascensore, dove una ragazza cinese (interpretata da Traei Tsai) rimane intrappolata insieme ad altre sette persone all’interno dell’ascensore, in uno stato di crescente angoscia, determinata dalla possibilità che la ragazza possa aver contratto il Coronavirus. 

Il prodotto basa la sua visione su tutti quei pregiudizi e quelle situazioni di psicosi collettiva che si sono verificate all’inizio dei contagi in cui – ignorando la diffusione del virus – si cercava di evitare qualsiasi persona che avesse tratti asiatici. Gli altri personaggi presenti nel film sembrano essere piuttosto stereotipati nella loro immagine: un addetto alle riparazioni (interpretato da Emy Aneke), che riesce – a differenza degli altri – a gestire la situazione di paura;  una millennial (interpretata da Zarina Sterling);  una donna incinta (Andrea Stefancikova) e un inquilino (Andy Canete) del palazzo del proprietario interpretato da Josh Blacker. Il cast è completato da Richard Lett, che interpreta un suprematista bianco in sedia a rotelle e con una piccola svastica in fronte. Nessuno, tra gli addetti ai lavori, ha riscontrato positività al virus; il film potrà essere visto in streaming.

Le dichiarazioni di Mostafa Keshvari sul Coronavirus

Nel parlare di Corona, il regista iraniano Mostafa Keshvari ha spiegato come il film si soffermi non soltanto sui primi momenti in cui il Coronavirus si è sviluppato in Cina e nelle regioni adiacenti, ma anche su tutta la paura e le condizioni psicologiche che si sono sviluppate nel mondo a seguito della sua scoperta. La cronaca mondiale ha raccolto attimi di paura e di quella che molto spesso è stata definita come psicosi collettiva. Sinteticamente, Keshvari ha spiegato: “Parla di paura, è uno studio sulla società, le persone e le scelte morali”.

Il regista, continuando, ha affermato, parlando all’Holliwood Reporter: “Il Covid-19 è stato denominato all’inizio ‘virus cinese’. Ma ora colpisce tutti, non esiste un problema razziale. Ora la razza umana deve unirsi per sconfiggerlo. Il virus non discrimina, perché dovremmo farlo noi?”. Nel momento in cui il film è stato realizzato, la situazione sanitaria non è quella che può essere osservata nella contemporaneità, sia per quanto riguarda il numero di contagi e di morti, sia per quel che concerne la situazione sociale di grande difficoltà, come ha spiegato il regista: “Pensavamo sarebbe passata in fretta. Nessuno avrebbe potuto immaginare tutto questo”.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.