Da Saturno Contro a La Dea Fortuna: i migliori film di Ferzan Özpetek

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Ferzan Özpetek, classe 1959, è un regista, sceneggiatore e scrittore turco. Nasce a Istanbul ma si trasferisce da giovanissimo a Roma per intraprendere i suoi studi in Storia del cinema alla Sapienza, completando poi la sua formazione all’Accademia nazionale d’arte drammatica. Ben presto, date le sue spiccate capacità e la sua esperienza al Living Theatre di Julian Beck, si fa strada come aiuto regista e assistente nel mondo del grande schermo, lavorando al fianco di grandi registi come Ricky Tognazzi, Massimo Troisi, Sergio Citti e Francesco Nuti. Il suo debutto come regista avviene con due film, “Il bagno turco” nel 1997 e “Harem Suare” nel 1999, che richiamano fortemente contesti e scenari tipici della sua terra d’origine, la Turchia. Ma è con “Le fate ignoranti” che nel 2001 si conferma come uno dei registi più affermati della sua generazione, vincendo quattro Nastri d’Argento. Tra i suoi migliori film vanno citati anche “Saturno contro” (2007), dedicato a Hrant Dink, con cui ottiene il premio Nastro d’Argento come migliore sceneggiatura; “Mine Vaganti” (2010), che ottiene 13 candidature ai David di Donatello 2010 e vince 5 Nastri d’Argento; “La Dea Fortuna” (2019), vincitore di due David di Donatello.

Le fate ignoranti

Il primo, in ordine cronologico, tra i migliori film di Özpetek, è certamente Le fate ignoranti (2001). Dopo i primi film incentrati principalmente sulle sue origini e suoi luoghi dell’infanzia, Özpetek si cimenta in un lavoro ambientato in luoghi altrettanto cari al regista, seppur collocati cronologicamente in un periodo differente della sua vita, quello del suo arrivo a Roma per i suoi studi accademici: i Mercati Generali e il quartiere Ostiense. Il film, vincitore quattro Nastri d’Argento, tre Globi d’Oro e tre Ciak d’Oro, tratta della storia di una donna borghese che si trova ad affrontare la scoperta di una nascosta quanto sofferta omosessualità di suo marito, dopo la morte di quest’ultimo.

Il film tratta, con naturalezza non scontata per un film di inizio nuovo millennio, la tematica dell’omosessualità e del dualismo di una vita parallela che l’uomo conduceva con un giovane amante, con il quale la donna instaura un rapporto che si afferma con il passare del tempo e che la porterà a conoscere un contesto molto distante dal suo, con apparente distacco ma molto più profonda curiosità e spirito di accettazione.

Saturno Contro

Il secondo, tra i migliori film di Özpetek, è Saturno Contro (2007). Il film, dedicato allo scrittore e attivista turco Hrant Dink, è vincitore di innumerevoli premi e proposto per altrettante candidature. Anche questo sceneggiato riprende la tematica dell’omosessualità, filo conduttore della maggior parte dei film del regista turco. Si tratta della storia d’amore tra Davide e Lorenzo, vissuta in piena armonia con il loro gruppo di amici con i quali sono soliti condividere momenti e cene.

Idillio che svanirà quando, proprio durante una di queste serate, Lorenzo ha un malore e muore, poco dopo l’arrivo in ospedale. La sala d’attesa diventa scenario di una profonda introspezione del gruppo di amici, che con naturalezza e forzata empatia esorcizza il dolore, raccontato in ogni caso dal distinto punto di vista di un’altezzosa quanto pragmatica classe borghese.

Mine Vaganti

Il terzo, tra i migliori film di Özpetek, è Mine Vaganti (2010). Sullo sfondo del Salento, le vicende narrate sono quelle di una famiglia rappresentata in molteplici situazioni e analizzata sotto il punto di vista di tante tematiche, spesso anche considerate tabù, come quella del coming out di uno dei figli. Tramite lo stampo della commedia, Özpetek cerca di smontare i più disparati luoghi comuni nel rappresentare un contemporaneo nucleo familiare del sud Italia, apparentemente molto coeso ma nel profondo abbastanza frastagliato e che vede i componenti rappresentati appunto come delle “mine vaganti”.

Nella suggestiva Lecce, ha luogo un lungometraggio che va definito sicuramente corale, poiché tesse le sue trame intorno alle relazioni umane e alle diverse forme d’amore piuttosto che sulla psicologia e l’introspezione del singolo.

La Dea Fortuna

Il quarto, tra i migliori film di Özpetek, è La Dea Fortuna (2019). I protagonisti, Arturo e Alessandro, sono una coppia di lunga data affiatata quanto contradditoria che, ai tempi della narrazione sta attraversando un periodo piatto e spento della sua vita sentimentale. La loro quotidianità e il loro quieto vivere è messo a dura prova quando la migliore amica di Alessandro affida loro per tre giorni i suoi bambini. E’ lei la “Dea Fortuna”, quella situazione inaspettata quanto potenzialmente miracolosa, che fa vacillare le certezze e trasforma tutto quel “dare per scontato” in una preziosa possibilità per riscoprirsi.

Nell’atmosfera familiare che si respira tra i due compagni di vita e i due bambini, ognuno dei due protagonisti, parallelamente all’istinto paterno forse troppo a lungo represso, riscopre dei pezzi di sé. I percorsi interiori e gli stadi emotivi che affrontano i due, pur non viaggiando sempre pari passo, saranno di significativa importanza per raggiungere una maggiore consapevolezza nel loro rapporto, e sono talmente minuziosi da risultare quasi tangibili nella rappresentazione che Özpetek ne realizza.

About the Author

Federica Feola
Laureanda in scienze della comunicazione, esperta del mondo cinematografico e televisivo in tutte le sue sfaccettature. Amante di serie tv, news e attualità.