I migliori film che raccontano la vita durante e dopo il Muro di Berlino

Avvenuta il 9 novembre del 1989, la caduta del muro di Berlino rappresenta, senza alcun dubbio, uno degli eventi più importanti e decisivi che ci siano stati nell’ambito della storia dell’umanità. La caduta del muro che divideva, simbolicamente e non solo, il mondo in due blocchi, ha rappresentato l’inizio di un nuovo modo di interpretare e vivere il mondo, soprattutto da parte delle società che vivevano ad est di Berlino, che sono venuti a contatto con la società occidentale e ne hanno potuto percepire, con maggiore interesse, le determinazioni e caratteristiche principali. Sono state diverse le componenti storiche che hanno portato alla caduta del muro di Berlino nel 1989, determinando anche tutti gli eventi successivi che sono legati alla dissoluzione del blocco sovietico e alla caduta dell’URSS, nel 1991. Non addentrandosi in realtà prettamente storiche ma considerando, Invece, tutte le caratterizzazioni che la realtà del muro di Berlino ha avuto nell’arte, risulta essere opportuno considerare quali siano i migliori film che raccontano la vita durante e dopo il muro di Berlino, con uno sguardo ironico o quanto più possibile e crudo e realistico. Ecco quali sono i film in questione.

Il ponte delle spie

Primo tra i film che raccontano la vita durante e dopo il muro di Berlino è Il ponte delle spie, film del 2015 diretto da Steven Spielberg, candidato a 6 premi Oscar durante l’88a edizione degli Academy Awards e vincitore della statuetta per il miglior attore non protagonista, Mark Rylance. Il ponte delle spie è un film ambientato durante gli anni della guerra fredda, che narra il caso dell’arresto e del conseguente processo con condanna della spia sovietica Rudolf Abel. Il film, ovviamente, si sofferma anche sul racconto della trattativa e dello scambio di Abel con Francis Gary Powers, pilota dell’aereo spia U2, abbattuto, catturato e condannato dai sovietici, che inasprirono particolarmente le loro tensioni con gli Stati Uniti a seguito di quest’atto drammatico.

Le vicende ruotano intorno alla figura di James Donovan, impersonato da Tom Hanks, che nel film è un affermato avvocato di Brooklyn che ha esperienza nel collegio giudicante del processo di Norimberga. A lui sarà affidato il caso della spia Sovietica Rudolf Abel; dopo un’iniziale diffidenza e freddezza nei confronti del cliente, l’avvocato saprà instaurare un buon rapporto con lui, al fine di esercitare al meglio il suo incarico difensivo nei confronti del sovietico.

Good Bye, Lenin!

Di tutta altra caratura è Goodbye, Lenin!, film del 2003 diretto da Wolfgang Becker, che racconta gli anni esattamente successivi alla caduta del muro di Berlino in maniera quanto più possibile e fantasiosa e ironica. La pellicola è ispirata al fenomeno di post riunificazione dello stage, termine entrato a far parte della lingua tedesca a partire dal 1993, utilizzato per indicare il termine di nostalgia rispetto agli anni della separazione di Berlino in due blocchi. La trama prende le mosse dal 1978, in Berlino est, quando Christiane, una madre di famiglia che era sempre rimasta lontana dalla scena politica, cade in depressione, lasciando i suoi due bambini nello sconforto. Ben presto, l’arco temporale porta a 11 anni dopo, durante la sera del 7 ottobre del 1989, quando gli echi più una possibile riunificazione del mondo tedesco sono particolarmente più forti, e il regime socialista sembra ormai essere logro e stanco all’interno della realtà tedesca.

La donna, colpita da un infarto, cade in coma, e si risveglierà otto mesi dopo, quando intorno a lei il mondo è cambiato. Per evitare un contraccolpo psicologico della donna, i figli fingono di vivere ancora all’interno del mondo precedente alla caduta del muro di Berlino, cercando di preservare tutte le azioni normali e quotidiane che si vivevano all’interno della DDR. Ben presto, però, la donna si ritroverà all’interno di un mondo completamente nuovo, dominato da auto di lusso, immagini inedite, vestiti alla moda, politiche occidentali e, soprattutto, della simbolica immagine di un elicottero che sta portando via una statua di Lenin.

Così lontano così vicino

Sequel ideale de Il cielo sopra Berlino, film del 1987, Così lontano così vicino è un film del 1993 diretto da Wim Wenders, vincitore del Grand Prix Speciale della giuria al 46esimo Festival di Cannes. Attraverso continui rimandi con il precedente capolavoro cinematografico, Wim Wenders raccontare perfettamente tutto quel cambiamento che c’è all’interno degli umori e delle realtà della quotidianità della Germania. Damiel, l’angelo che era diventato uomo, vive all’interno di una famiglia, mentre Cassiel, suo amico, osserva ancora gli umani dall’alto.

Se, in un primo momento, Cassiel aveva giudicato la scelta del suo amico Damiel, inizia adesso a maturare in lui sentimenti che lo portano a voler diventare umano, e a compiere quella stessa caduta che ha portato Daniel a diventare uomo. Durante il suo percorso verso l’umanità, Cassiel incontrerà i numerosi personaggi, come Gorbaciov, Lou Reed, Damiel e la sua famiglia, Peter Folk, che impersona ancora la personalità del Tenente Colombo, l’autista Conrad e tanti altri ancora. Una piccola curiosità riguardante i numerosi cameo presenti all’interno del film porta a considerare la possibile, ma non realizzata, presenza in cameo di Roberto Benigni, che rifiutò la parte perché impegnato nella lavorazione de Il figlio della Pantera Rosa.

Opera senza autore

Ultimo tra i migliori film che raccontano la vita durante e dopo il muro di Berlino è Opera senza autore, film del 2018 diretto da Florian Henckel von Donnersmarck. Il film è ispirato a eventi reali, e ha ricevuto due candidature ai premi Oscar del 2019 nelle categorie miglior film in lingua straniera e miglior fotografia, pur non ottenendo una statuetta. Il racconto prende le mosse dal 1937, quando Kurt Barnert, bambino di 5 anni, visita la mostra itinerante dell’arte degenerata di Dresda. Attraverso una serie di eventi che coinvolgono il terzo Reich, la SS e le diverse dinamiche relative all’azione di queste ultime, si giunge negli anni che sono precedenti alla caduta del Muro di Berlino, che raccontano di tutti quegli stati d’animo e delle vessazioni a cui il popolo della Berlino Est è sottoposto, fin dall’inizio dell’edificazione del Muro di Berlino. Il film ha partecipato in concorso alla 75a edizione della mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, essendo poi stato proiettato anche al Toronto International Film Festival, infine distribuito nelle sale cinematografiche tedeschi a partire dal 3 ottobre del 2018.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.