I migliori film del 2020, votati dal New York Times

I migliori film del 2020, votati dal New York Times

Di recente, il New York Times si è fatto notare per le sue importanti classifiche, che sono state oggetto di polemica e, meno spesso, di apprezzamento da parte di critica e fan di determinati prodotti cinematografici e televisivi. Se il New York Times si era già impegnato a realizzare una classifica dei migliori attori del XXI secolo, includendo all’interno della stessa anche Toni Servillo, definito tale per il suo incredibile sodalizio con Paolo Sorrentino, in questa sede ha deciso di parlare di quali sono i migliori film del 2020, che sono stati osservati sulle piattaforme di streaming come Netflix e Amazon Prime Video o che hanno visto pubblicazione all’interno delle sale cinematografiche. Ecco quali sono i film in questione, discussi da A.O. Scott e Manohla Dargis, considerati come i più importanti critici cinematografici presenti all’interno del New York Times.

Borat – Seguito di film cinema è il miglior film del 2020 per A.O. Scott

Il film ritenuto come il migliore del 2020 secondo il giudizio di Scott è Borat. Il prodotto cinematografico in questione, che può essere osservato sulla piattaforma di streaming Amazon Prime Video, ha certamente ottenuto un grandissimo successo, in virtù delle numerose critiche e della provocazione su cui si basa. Il prodotto cinematografico è stato oggetto di sguardi differenti da parte di fan e critica, tra chi ha lodato i suoi contenuti e chi, invece, l’ha bollato come essenzialmente sopravvalutato e negativo. Tuttavia, il più grande critico cinematografico del New York Times ha deciso di inserire Borat al primo posto della sua speciale classifica, ritenendolo come un prodotto particolarmente esemplificativo e, soprattutto, in grado di raccontare la realtà americana delle elezioni e della campagna elettorale poi vinta da Joe Biden.

Insomma, secondo Scott, il marchio di fabbrica principale del film è dettato dalla satira che converge con il documentario, in grado di creare un prodotto di grandissimo livello che, per quanto possa non definirsi come il migliore, strutturalmente e artisticamente parlando, del 2020, è di sicuro considerabile come l’esatta esemplificazione di quest’anno stesso.

Martin Eden è il miglior film del 2020 per Manohla Dargis

Secondo il giudizio di Manohla Dargis, invece, il film migliore della 2020 è Martin Eden. A dire il vero, il prodotto cinematografico in questione è stato realizzato e prodotto nel 2019, ma è stato osservabile in tutto l’anno in questione. Il film, diretto da Pietro Marcello, è liberamente tratto dal romanzo Martin Eden del 1909, scritto da Jack London, e vede in Luca Marinelli, che ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, il suo protagonista, che interpreta l’omonimo personaggio che dà nome al romanzo e al film.

Il film in questione si struttura in una Napoli riscontrabile tra il biennio rosso e gli anni 70, e all’interno della quale il marinaio Martin Eden, un piccolo proletario che vive nel momento in cui nascono i principali movimenti di massa, sogna di diventare uno scrittore, conquistando una giovane borghese grazie alla sua cultura e al suo bagaglio da autodidatta. All’interno del film, si mostrerà come lo stesso tradirà le sue umili origini, pur di immedesimarsi all’interno di un mondo che sogna. Il film è stato presentato alla 76a mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia,  e può essere osservato in Italia grazie a Now TV e Sky Go, rappresentando uno dei prodotti di punta della produzione italiana dell’ultimo anno.

Gli altri film scelti da Manohla Dargis e A. O. Scott nelle loro classifiche

I due critici cinematografici del New York Times non hanno soltanto scelto quali siano i film migliori del 2020, Ma hanno nominato anche altri prodotti di grandissimo livello che sono stati inclusi all’interno delle loro personali classifiche. Ad esempio, la Dargis ha nominato anche, al secondo posto della sua personale classifica, il documentario City Hall, diretto da Frederick Wiseman. Secondo la critica statunitense, il documentario è ricco di grandissimo valore, dal momento che riesce a far comprendere perfettamente quali siano i meccanismi che si trovano alla base del funzionamento di una democrazia all’interno di una difficile città da amministrare come Boston.

A sorpresa, il terzo film migliore dell’anno secondo la critica è Gunda, diretto dal russo Victor Kossakovsky. Ancora una volta si tratta di un prodotto cinematografico dall’aspetto documentaristico, girato in bianco e nero e che segue la vita di una scrofa, due mucche e una gallina con una zampa sola, certamente una prospettiva piuttosto particolare affascinante che ha portato la Dargis a scegliere questo documentario all’interno della sua classifica. Nella stessa, figurano anche titoli come American Utopia, documentario di Spike Lee su un concerto tenuto a Broadway di David Byrne; Bacurau, film ambientato in un ipotetico futuro in Brasile e strutturato all’interno di un villaggio sperduto e difficile da raggiungere; First Cow, un film che ancora non è stato possibile osservare in Italia per quanto abbondino le recensioni positive; Mai raramente a volte sempre, diretto da Elisa Httman; Colectiv, documentario rumeno che vede la direzione di Alexander Nanau e che tratta delle conseguenze di un incendio del 2015 avvenuto nel locale Colectiv di Bucarest; The Forty-Years-Old Version, commedia diretta e interpretata da Radha Blanck e, infine, la ragazza da, film russo del 2019 che vede la direzione di Kantemir Balagov, e che è ambientato nel 1945 a Leningrado.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.