Il mio piede sinistro, l’ammissione del regista Jim Sheridan: “Oggi chiamerei un vero disabile”

Il mio piede sinistro, l'ammissione del regista Jim Sheridan: "Oggi chiamerei un vero disabile"

Il mio piede sinistro rappresenta un film di grande successo, oltre che incredibilmente considerevole nell’ambito della cinematografia contemporanea. Il prodotto in questione, che vede la direzione di Jim Sheridan, ha rappresentato di sicuro il film dell’anno nel 1989, in grado di fare incetta di nomination e premi nell’ambito dei Premi Oscar. Il tutto è stato dettato anche e soprattutto dalla magistrale interpretazione di Daniel Day-Lewis, in grado di ottenere l’Oscar come miglior attore protagonista, oltre che impegnato in un processo di personificazione ideale, che l’ha portato ad imparare a scrivere utilizzando il solo piede sinistro. Il regista del film, Jim Sheridan, è tornato a parlare del prodotto cinematografico, spiegando che la sua scelta – se il film fosse stato realizzato nell’ambito dell’età contemporanea – sarebbe ricaduta su un vero attore disabile, per restituirgli una dignità e una rappresentazione migliore in termini cinematografici.

Di che cosa parla Il mio piede sinistro? La trama del capolavoro di Jim Sheridan

Difficile ignorare o non comprendere la trama di Il mio piede sinistro, uno dei lavori cinematografici che più hanno ottenuto successo nell’ambito della cinematografia contemporanea e che, allo stesso tempo, definiscono tutta l’abilità alla regia di Jim Sheridan, oltre che il successo di un attore come Daniel Day-Lewis, in grado di vincere il Premio Oscar come miglior attore protagonista per la sua interpretazione.

La trattazione del film riguarda il tanto noto Christy Brown, scrittore e pittore irlandese, che ha vissuto con un handicap fisico particolare e tragico, che l’ha portato a provare sensibilità e a esercitare funzioni motorie soltanto servendosi del suo piede sinistro, unica parte del corpo a non essere stata colpita dal suo handicap. A seguito della paralisi cerebrale che l’ha riguardato, infatti, lo scrittore e pittore è stato in grado di riprendere progressivamente la capacità di utilizzare il suo solo piede sinistro, con il quale ha portato avanti la sua arte di pittore e scrittore, sostenuto amorevolmente dalla sua famiglia. Il film è stato incredibilmente importante per la memoria dell’irlandese, oltre che per una trattazione di sicuro emozionante che è stata apprezzata sia dal punto di vista mediatico, sia per quel che concerne lo sguardo della critica.

La stessa ha destinato, al di là delle numerose nomination nel contesto degli Oscar, due statuette degli Academy Awards al film, che si è aggiudicato la vittoria per le interpretazioni di Daniel Day-Lewis – miglior attore protagonista – e Brenda Fricker, che ha vinto come miglior attrice non protagonista.

Le dichiarazioni di Jim Sheridan e la scelta di un attore disabile

Il mio piede sinistro è tornato ad essere discusso, di recente, per le dichiarazioni che Jim Sheridan ha rilasciato in una sua intervista. I cambiamenti avvertiti nella realtà cinematografica hanno portato a discutere molto, a proposito sia della scelta degli attori per determinati ruoli, sia per quel che concerne il concetto di sensibilizzazione che potrebbe derivare da alcune scelte. Per questo motivo, il regista di Il mio piede sinistro ha ammesso, senza mezzi termini, che – se dovesse dirigere il film oggi – sceglierebbe un attore disabile per il ruolo di protagonista, in luogo di Daniel Day-Lewis. La scelta non dipenderebbe tanto da un’interpretazione sbagliata o posticcia dell’attore, di cui ha lodato il grandissimo lavoro, quanto più da una volontà di aderenza maggiore in termini di trama e rappresentazione del personaggio.

Le sue parole sono state le seguenti e, ovviamente, hanno risvegliato una polemica sopita nel mondo del cinema ma che – in occasioni simili – fa sempre discutere molto: “Non credo che oggi farei la stessa cosa. Oggi proverei a coinvolgere un attore veramente disabile. Ci muoviamo in un mondo diverso ed è necessario adattarsi. [A proposito degli attori non disabili e delle loro interpretazioni] Si tratta di un metodo di lavoro che dovrebbe appartenere al passato. Nel film abbiamo lavorato con bambini disabili e Daniel non è mai uscito dal personaggio. Lui ha voluto rispettarli e, per questo motivo, non ha mai rotto la finzione per circa venti settimane. “Tutti dovrebbero avere accesso a una storia!”

In ogni caso, l’interpretazione di Daniel Day-Lewis, che ha vinto un  Oscar come miglior attore protagonista, è stata lodata da parte del regista, che ha sottolineato tutto il motivo di un successo telefonato, parlando anche del suo ritiro avvenuto nel 2017: “Credo che Daniel sia davvero straordinario! Lui ha sempre fatto cose grandiose per i disabili! Beh, me lo aspettavo. Si tratta di una decisione degna di Daniel. Prima o poi tornerà. Non voglio chiedergli quando perché lo annoierei. Se poi mi dirà di voler tornare, beh, proverei a coinvolgerlo in un nuovo progetto”. 

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Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.