Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere: recensione delle prima stagione della serie targata Amazon Prime

Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere: recensione delle prima stagione della serie targata Amazon Prime

Erano passati anni ormai dal primo annuncio in cui si dichiarava che Amazon Prime stesse lavorando ad una serie basata su Il Signore degli Anelli. Tutti i fan di Tolkien hanno aspettato pazienti questo momento che finalmente è giunto: Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere è oggi realtà. La serie è basata sui fatti raccontati nella trilogia di Tolkien e sulle relative appendici e mostra l’origine di alcuni personaggi come Sauron, Galadriel e tanti altri, oltre che diversi altri avvenimenti accaduti nella Seconda Era della Terra di mezzo. Il prodotto creato da J. D. Payne e Patrick McKay ha coinvolto una sostanziosa schiera di attori per un risultato che visivamente non lascia spazio a critiche negative, ma che nel suo complesso merita di essere commentato.

Trama, cast e regia de Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere

Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere è una serie televisiva del 2022 ideata da J. D. Payne e Patrick McKay, composta (per il momento) da una sola stagione che conta otto episodi. La regia di questi ultimi è stata affidata a tre diversi registi: J. A. Bayona, Wayne Che Yip e Charlotte Brändström.

La prima stagione de Gli Anelli del Potere presenta i diversi personaggi che si muovo nella Terra di Mezzo e che saranno i protagonisti delle vicende che si svilupperanno meglio nelle prossime (già annunciate) stagioni. Conosciamo Galadriel, una guerriera elfica che sfugge al proprio destino per soddisfare la sete di vendetta che nutre nei confronti di Sauron e degli orchi. Albrand, un naufrago dal passato oscuro. Ci sono poi i pelopiedi, un popolo nomade probabilmente antenato degli hobbit, che si imbattono in un misterioso uomo gigante caduto dal cielo in una meteora. Contemporaneamente si sviluppa la storia del popolo del sud, minacciato dal ritorno degli orchi guidati dal perfido Adar, ma protetto dall’elfo Arondir. Tutto ciò mentre Elrond Mezzelfo tenta di ricostruire la propria amicizia con Durin IV, principe dei nani, possessori del prezioso mithril.

Cast de Gli Anelli del Potere

Il cast de Gli Anelli del Potere è davvero molto vasto e variegato. In esso si incontrano volti già noti al pubblico, come quello di Robert Aramayo (Animali notturni, Antebellum) che interpreta Elrond, così come quello di Benjamin Walker (Shimmer Lake), che invece interpreta Gil Galad. Gli altri attori principali sono: Morfydd Clark (Galadriel), Ismael Cruz Còrdova (Arondir), Charles Edwards (Celebrimbor), Lloyd Owen (Elendil), Maxim Baldry (Isildur) e Markella Kavenagh (Nori).

Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere: una serie che vive di alti e bassi

Prima che Peter Jackson realizzasse la sua trilogia, Il Signore degli Anelli era considerato un romanzo impossibile da tradurre in prodotto cinematografico, ma sappiamo tutti com’è andata a finire. I creatori della serie, J. D. Payne e Patrick McKay ritentano l’impresa, riuscendo nell’obiettivo di portare una trasposizione fedele della Terra di Mezzo, con colpi d’occhio davvero suggestivi, ma ciò non basta per promuovere a pieni voti questa serie. Gli Anelli del Potere infatti va elogiata sotto tanti aspetti, ma anche criticata per certi altri.

Partendo dalle cose “che funzionano”, questa serie è visivamente impeccabile. Gli effetti speciali utilizzati trasmettono l’epicità e la spettacolarità del racconto, la fotografia offre scorci mozzafiato su grandi città ed immense valli degne dei migliori fantasy. I costumi sono stati curati nel dettaglio e certamente il trucco non è da meno. Particolarmente apprezzati infatti sono gli orchi, che sembrano reali così come i nani, realizzati tenendo fede ai racconti di Tolkien. Non si sono risparmiati neanche sulla geografia della Terra di Mezzo, che con le sue montagne, coi suoi campi e le terre brulle permette di rivivere le stesse sensazioni già provate con la trilogia di Jackson. Menzione onorevole anche per le scene e le sequenze di battaglia. I momenti in cui elfi, uomini e orchi si danno battaglia sono infatti spettacolari, con dinamiche di combattimento che riescono nell’intento di entusiasmare.

La storia è basata sulle appendici de Il Signore degli Anelli e non su Il Silmarillion come molti inizialmente credevano. Questo certamente ha creato la necessità di concedersi qualche licenza per potersi muovere anche all’esterno dei testi, ma questo non pregiudica la trama che, tutto sommato, si regge in piedi e funziona. E se la trama funziona è anche grazie alle performance di alcuni attori come Robert Aramayo e Markella Kavenagh, che tra i tanti sono quelli più apprezzabili. Dal punto di vista della regia J. A. Bayona e Charlotte Brändström compiono un buon lavoro, leggermente indietro invece Wayne Che Yip.

Cosa non va ne Il signore degli anelli – gli anelli del potere

Se da un lato alcuni attori sono un valore aggiunto per la serie, dall’altro le prove attoriali di alcuni altri membri del cast rendono il prodotto un po’ meno godibile. In particolare stona dalla prima fino all’ottava puntata la recitazione di Morfydd Clark, che interpreta Galadriel. La Clark risulta infatti sempre troppo impostata, forzata nell’atteggiarsi ad elfo, poco spontanea e in difficoltà nel legare con tutti gli altri attori. Questi limiti potrebbero da un lato essere dovuti però ad una scrittura non troppo felice del personaggio che interpreta, che sembra essere sempre troppo sulle righe rispetto al resto della narrazione. In nessun momento si crea quell’alchimia con gli altri personaggi che invece in altri momenti e con altri attori si vede. Basti pensare all’intesa che si percepisce tra gli attori Robert Aramayo e Owain Arthur, che vestono i panni di Elrond Mezzelfo e Durin IV. Sembra quasi che la Clark non si sia preparata a sufficienza o non abbia studiato il suo personaggio, risultando antipatica allo spettatore quando in realtà l’obiettivo dello show è farti fare il tifo per lei. Un grande punto di debolezza della serie fino a questo momento!

Un’altra negatività de Gli Anelli del Potere discende dal ritmo estremamente altalenante delle puntate. Si alternano infatti episodi dove il ritmo è veloce, incalzante, le scoperte sono tante e la tensione è alta, ad altri in cui la rapidità si abbassa drasticamente, riducendo la narrazione a profondi (e spesso soporiferi) dialoghi, che molto spesso non aggiungono né tolgono nulla alla trama. In questa seconda tipologia di episodi, molte scene sono riempitive, mentre altre vengono allungate di proposito per una questione di minutaggio e consequenzialmente lo spettatore perde interesse. La sensazione che si prova guardando la prima stagione de Gli anelli del potere è quella di assistere ad un lungo, lunghissimo prologo di quello che sarà il finale di stagione.

About the Author

Salvatore Di Filippo
Salvatore Di Filippo, appassionato di film e serie TV, in particolar modo del genere horror. Da sempre aggiornato su news ed eventi legati al mondo dello spettacolo.