La Casa di Carta: perchè i protagonisti della serie hanno nomi di città?

La Casa di Carta, catalogo Netflix aprile

La Casa di Carta rappresenta sicuramente uno dei più grandi successi presenti sulla piattaforma di streaming Netflix, oltre che una delle Serie TV più amate dagli utenti della piattaforma. I numerosi cambiamenti che ci sono stati nell’arco delle quattro stagioni della Serie TV hanno appassionato gli amanti della serie, attraverso numerosi colpi di scena che, accompagnati ai piani dell’astuto Professore e ad altre dinamiche presenti nella serie, come l’amore, la morte e la forte passione, hanno creato un prodotto pressochè perfetto. Fin dall’uscita della prima stagione, però, gli amanti della Serie TV si sono posti un interrogativo portato avanti per tutta la durata della Serie TV, quando sono stati aggiunti progressivamente altri personaggi: perchè i protagonisti della serie hanno nomi di città? Sono stati gli stessi produttori a svelarne il motivo.

La Casa di Carta: il fenomeno, il nuovo documentario Netflix che spiega il successo della Serie TV

La spiegazione relativa al perchè dei nomi di città scelti per i protagonisti della Casa di Carta è presente all’interno del documentario La Casa di Carta: il fenomeno. Si tratta di un documentario realizzato dagli stessi produttori della Serie TV spagnola che ha conquistato non soltanto la piattaforma di streaming Netflix, ma anche tutto il mondo dello spettacolo. Per quanto realizzato dalla produzione della serie televisiva, il documentario di circa un’ora non si risolve soltanto nel lodare tutti gli aspetti positivi della Serie TV, ma analizza in modo lucido diversi fattori che hanno contribuito a generare il successo della serie televisiva, oltre a prendere in considerazione la genesi della stessa.

Per questo motivo, sono molti i riferimenti alla prima stagione e alle tecniche di produzione, al successo iniziale sulle televisioni spagnole prima del tracollo, all’acquisizione di Netflix dei diritti televisivi e al successo mondiale attraverso la piattaforma; attraverso gli stessi attori che hanno modo di spiegare attraverso la loro prospettiva, inoltre, sono presenti diversi chiarimenti che riguardano dinamiche di scenografia, fotografia, regia, riprese particolari, tempistiche, realizzazione di battute o di movenze particolari da acquisire sul set.

Si scopre, grazie a questo documentario, che Luka Peros, attore croato che interpreta Marsiglia all’interno delle ultime due stagioni presenti su Netflix, ha doppiato se stesso in sette lingue; o che, per gettare la tempesta di denaro su Madrid prima del colpo alla Banca di Spagna, è stato necessario bloccare l’intera città per diverse ore, grazie alla concessione del governo spagnolo. E ancora, sono presenti i momenti delle riprese a Firenze, del cambiamento che c’è stato in base al budget e delle diverse possibilità che la produzione ha avuto grazie al denaro stanziato per la rappresentazione di scene specifiche (come quella in Thailandia all’inizio della terza stagione). Uno sguardo particolare è stato affidato anche ai singoli personaggi e al loro insperato successo: su tutti Nairobi, che ha terminato con le riprese proprio durante la quarta stagione, con la sua morte che è avvenuta per mezzo dello spietato Gandìa, o Berlino, il cui personaggio ha così tante connotazioni negative che nessuno poteva aspettarsi un suo successo, giunto invece grazie al carisma dell’antieroe che domina la scena.

Perchè i protagonisti della Casa di Carta hanno nomi di città?

Tra le tante curiosità che è stato possibile scoprire, grazie al documentario La Casa di Carta: il fenomeno, c’è anche quella relativa al nome dei protagonisti della Casa di Carta, i rapinatori che – guidati dal Professore – prima rapinano la Zecca di Stato, poi muovono il loro interesse verso la Banca di Spagna. Nel corso della serie televisiva sono diversi i rapinatori che si uniscono alla banda e tutti, eccezion fatta per il Professore, hanno nomi di città, spesso di capitali o di città incredibilmente importanti storicamente parlando.

A partire dalla protagonista, Tokyo, e considerando Berlino, Nairobi, Rio, Denver, suo padre Mosca, Stoccolma, Marsiglia, Bogotà, Oslo, Helsinki, Palermo e, infine, l’ispettrice Raquel, che entra nella banda con il nome di Lisbona, fino a considerare Manila, la rapinatrice infiltrata e presentata soltanto alla fine della quarta stagione. I protagonisti della Casa di Carta dovevano avere tutt’altro nome: Tokyo doveva chiamarsi Silene sia nella realtà che nella finzione, Rio avrebbe preso il nickname di “El niño” (Il bambino), Berlino di “El Dandi”. Da quel che si capisce, insomma, i personaggi avrebbero assunto dei nickname che rispettano le loro caratteristiche fisiche o le loro personalità: Mosca avrebbe mantenuto il suo nome, Augustin, mentre Denver si sarebbe chiamato “El Liti”. Gli altri personaggi, come Il Professore (Álvaro Morte), Raquel (Itziar Ituño), Monica (Esther Acebo), Alison (María Pedraza) e il Colonello (Juan Fernández), hanno mantenuto il nome originale.

Ma perchè è stato scelto proprio il nome di una città per i rapinatori? Innanzitutto la scelta è stata di natura comunicativa: i nickname scelti in spagnolo avrebbero avuto una portata soltanto nazionale – antitetica rispetto alla volontà di sviluppo del prodotto televisivo spagnolo – e sarebbero dovuti essere sottoposti a traduzioni talvolta anche difficoltose. Il motivo principale, però, che ha portato alla scelta dei nomi di città per i rapinatori è stato spiegato da Alex Pina, direttore della serie televisiva: «Abbiamo preso in considerazione diverse possibilità, inclusi i nomi dei pianeti. Un giorno arrivò qualcuno con una maglietta che diceva Tokyo! È così che è iniziato».

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Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.