Lars Von Trier trasforma i suoi film in diamanti e lo spettatore ci entra dentro

Lars Von Trier

Museo di Antwerp, Belgio – in una teca di vetro, su un piedistallo nero, un doppio diamante di dodici carati. Il visitatore indossa un elmetto per la realtà virtuale e salta dentro il cuore freddo e silenzioso della pietra.

Non è un libro né un film di fantascienza, ma un nuovo modo di vedere. Si chiama Melancholia: The Diamond ed è il nuovo esperimento virtuale del regista danese Lars Von Trier.

Von Trier è affiancato nel progetto dalla produttrice Marianne Slot e dal russo Leonid Ogarev. Quest’ultimo, parlando del gioiello cinematografico di Von Trier, ha detto che unisce “il più vecchio materiale che esista sulla Terra con uno assolutamente nuovo”. La realtà virtuale è “così giovane che non si sa nemmeno come verrà utilizzata domani”.

La mostra

L’esibizione aprirà Venerdì 15 Febbraio 2019 al M HKA, museo di arte contemporanea della città di Antwerp, Belgio. Rimarrà aperta al pubblico fino al 5 Maggio 2019. La struttura ha già fatto sapere che sarà vietato fare foto al diamante perché Lars Von Trier “vuole che il pubblico viva veramente questa esperienza”.

Il film

In un’intervista Skype dalla sua abitazione a Copenaghen, Lars Von Trier ha spiegato come il diamante non sia altro che la rappresentazione metaforica del suo film Melancholia, uscito nel 2011. Nella pellicola una giovane donna, vittima della depressione, decide di sabotare la sua prima notte di nozze. Nel frattempo, nello spazio, il pianeta Melancholia, si sta pericolosamente avvicinando alla Terra. Il diamante rappresenta letteralmente la collisione tra due pietre, destinate ad unirsi in un unico corpo.

Il progetto

La successiva intenzione di Von Trier è di trasformare tutti i suoi 13 film in diamanti e di esibirli in giro per il mondo. La prima scelta è ricaduta su Antwerp data la sua influenza nel mercato dei diamanti e la sua storica tradizione di taglio degli stessi.

Potremmo dire che il progetto sperimentale mira ad una trasposizione sensoriale e visiva da un mezzo di comunicazione ad un altro. La pellicola è decontestualizzata dal suo solito mezzo di fruizione e assume corporeità, si concretizza letteralmente nel cuore del diamante, venendo ri-contestualizzata in un processo quasi sinestetico.

Un’esperienza emotiva e fisica che nasce da una semplice fruizione visiva. L’occhio vede ma anche sente, i linguaggi artistici si influenzano a vicenda e vengono tradotti l’uno nell’altro, l’uno dall’altro.

About the Author

Giulia Prosperini
Laureata in Lingue e Letterature Straniere e amante dell'arte in tutte le sue declinazioni. Scrittrice per vocazione e appassionata di critica cinematografica, musicale e letteraria.