Le frasi più iconiche che hanno reso Full Metal Jacket di Stanley Kubrick un capolavoro

Le frasi più iconiche che hanno reso Full Metal Jacket di Stanley Kubrick un capolavoro

Non c’è dubbio: chiunque ha sentito parlare, almeno una volta nella propria vita, di Full Metal Jacket. Il lavoro di Stanley Kubrick rappresenta uno dei più grandi successi che siano stati realizzati nella storia del cinema e, allo stesso tempo, l’iconicità di questo stesso prodotto è stata spesso oggetto di grande discussione. In molti credono che, al di là delle frasi del Sergente maggiore Hartman, ci sia ben poco, altri recriminano la bellezza e il successo di un lavoro di questo tipo, dialoghi e battute a parte. Di sicuro, si tratta di uno dei lavori più lucidi che siano in grado di riflettere il contesto della guerra in Vietnam, tra personalismi, ideologie e falsi miti che sono perfettamente riflessi nella pellicola. Ecco quali sono le frasi più iconiche che hanno reso Full Metal Jacket un capolavoro senza tempo.

Il dialogo tra il Colonnello e il Soldato Joker

La prima tra le frasi più iconiche che hanno reso Full Metal Jacket di Stanley Kubrick un grande capolavoro è riguardante il dialogo tra il Colonnello e il Soldato Joker. Al di là del contenuto di ogni singola battuta, che ha il suo grande effetto sullo schermo, la frase merita grande considerazione per quel contenuto che sa riflettere: l’ideologia dei falsi miti, il senso della guerra e della sua frontiera, l’atteggiamento surreale che si ritrova nell’essere oggetto di una credenza. Talvolta, c’è da aggiungere, la totale ignoranza di ciò che si rappresenta; si tratta del seguente dialogo:

Colonnello: Marine, cos’è quel distintivo sul giubbotto?

Soldato Joker: Un simbolo di pace, signore!

Colonnello: Dove l’hai preso?

Soldato Joker: Non me lo ricordo, signore!

Colonnello: Che cosa c’è scritto sul tuo elmetto?

Soldato Joker: “Nato per uccidere” [Born to kill], signore!

Colonnello: Tu scrivi “Nato per uccidere” sull’elmetto, e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?

Soldato Joker: Signornò!

Colonnello: E ora dimmi, che cosa significa?

Soldato Joker: Non saprei, signore!

Colonnello: Non sai un sacco di cose, mi pare.

Soldato Joker: Signornò!

Colonnello: Cerca di stabilire un contatto fra la testa e il culo, altrimenti sono cazzi enormi!

Soldato Joker: Signorsì!

Colonnello: Rispondi alla mia domanda, sennò ti mando dritto dritto alla disciplinare!

Soldato Joker: Io volevo soltanto fare riferimento alla dualità dell’essere umano, signore.

Colonnello: A cosa?

Soldato Joker: L’ambiguità dell’uomo, una teoria junghiana, signore.

Colonnello: Tu da che parte stai, giovanotto?

Soldato Joker: Io tengo per noi, signore.

Colonnello: Tu ami la tua patria?

Soldato Joker: Signorsì!

Colonnello: Allora uniformati al programma! In riga con gli altri, e avanti per la grande vittoria!

Soldato Joker: Signorsì!

Le frasi celebri del Sergente Hartman

Se c’è un motivo per cui Full Metal Jacket ha acquisito grande celebrità, questo stesso va sicuramente ritrovato (anche) nelle massime del Sergente Hartman, di sicuro uno dei personaggi più rappresentativi all’interno del lavoro cinematografico stesso. Di sicuro si tratta di frasi che suscitano grande umorismo ma che, allo stesso tempo, sanno indicare perfettamente quale volesse essere il clima suggerito dal regista statunitense e naturalizzato britannico. La prima tra le frasi celebri del Sergente Hartman segue:

“Questo è il mio fucile. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Io debbo dominarlo come domino la mia vita. Senza di me il mio fucile non è niente; senza il mio fucile io sono niente. Debbo saper colpire il bersaglio, debbo sparare meglio del mio nemico che cerca di ammazzare me, debbo sparare io prima che lui spari a me e lo farò. Al cospetto di Dio giuro su questo credo. Il mio fucile e me stesso siamo i difensori della patria, siamo i dominatori dei nostri nemici, siamo i salvatori della nostra vita e così sia, finché non ci sarà più nemico ma solo pace, Amen”. Si tratta della poesia dei Marines che recita perfettamente, e che definisce tutto il lavoro personalistico che ci sia stato all’interno della pellicola.

Quanto alla seconda, si tratta di un vero e proprio marchio di fabbrica, segnato da quegli insulti che hanno reso celebre il personaggio: “Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi, ma più mi odierete, più imparerete. Io sono un duro però sono giusto: qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l’eguaglianza: non conta un c. nessuno, i miei ordini sono di scremare tutti quelli che non hanno le palle necessarie per servire nel mio beneamato corpo! Capito bene, luridissimi vermi?!”

Infine, merita di essere citata anche un’ultima delle frasi iconiche di Full Metal Jacket, a proposito di quale sia il ruolo di ogni soldato al termine dell’addestramento: “Se voi signorine finirete questo corso, e se sopravviverete all’addestramento… Sarete un’arma! Sarete dispensatori di morte, pregherete per combattere! Ma fino a quel giorno siete uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta “merda”!

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.