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Peninsula: tutto ciò che c'è da sapere sul sequel di Train To Busan

Redazione Avatar

di Redazione

30/10/2020

TITOLO
Il regista Yeon Sang-ho torna sulle sue gloriose orme, ambientato in una Corea isolata dal mondo dove i pochissimi superstiti lottano ognuno per la propria sopravvivenza. Inizialmente il film doveva essere presentato al Festival di Cannes poi però annullato a causa dell'epidemia. I veri amanti del cinema horror attendevano da molto tempo il sequel di uno degli zombie-movie più riuscito di sempre, Train to Busan, film del 2016 che dalla Corea ha rivitalizzato un genere facendolo diventare un cult planetario. Peninsula segue ampliamente i canoni del blockbuster moderno ma purtroppo non riesce a trovare la forza che aveva contraddistinto sin dal primo momento il primo capitolo.

Penisula: trama e curiosità

La Corea del Sud è stata messa immediatamente in quarantena dopo il repentino scoppio dell'epidemia che ha velocemente trasformato gran parte degli abitanti in degli zombie affamati di carne umana. Niente e nessuno potrà avvicinarsi alla penisola, con lo scopo ben preciso di evitare che il virus si diffonda nel mondo intero fino a costringere i pochi superstiti a una dura lotta per la sopravvivenza dell'umanità giorno dopo giorno. Il militare e capitano dell'esercito, Jung-Seok, ha perso tutto ciò che gli rimaneva ben quattro anni prima, quando a pochissime ore dal diffondersi dell epidemia ha visto morire davanti ai suoi occhi la sorella e il nipote che si trovavano con lui nell intento di scappare dalla penisola e mettersi in salvo.  Il prologo del film molto probabilmente è uno dei più riusciti tra i film degli ultimi anni, già nei primissimi minuti offre chiaramente un campionario di quello che avverrà nel resto del film. dopo una breve intro l'ambientazione si sposta a bordo di una nave da crociera carica di fuggiaschi, diretta inizialmente verso il Giappone. Mentre i telegiornali occidentali ci raccontano quanto è avvenuto nelle fasi principali del diffondersi del contagio, lo spettatore viene portato a credere di assistere quasi ad un remake della prima pellicola, ma La sequenza chiave  possiede la giustissima dose di tensione e riesce immediatamente a catapultarci nell'inferno dei due dei personaggi principali.   Peninsula si sposta poi avanti nel tempo, e prima ad Hong Kong, dove questi sono vittima di ostilità da parte degli autoctoni, ed è Qui si pongono le basi per il film vero e proprio con il ritorno poi successivamente in Corea. La seconda metà invece vive su un crescendo action, tra infurianti sparatorie e disperate corse ed esaltanti inseguimenti su quattro ruote per fuggire dai morti viventi per le strade e i palazzoni della città abbandonata, il tutto che strizza palesemente l'occhio al franchise di George Miller e alle derapate di Fast & Furious. Momenti di grande esaltazione che abbondano di un'ironia grottesca, mentre a tratti si ha l'impressione che si sia voluto chiaramente e forzatamente esagerare, snaturando il classico mix tra horror e sentimentalismo che caratterizzava il prequel Train to Busan. l'introspezione psicologica in questo film è in secondo piano, succube quindi di un'anima action che divora tutto. Yeon Sang-ho sembra aver chiaramente ceduto alle logiche dei moderni  blockbuster senza trovare però una visione d'insieme e quindi a conti fatti Peninsula è un film gradevole ma che non corre verso il memorabile.

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