Perché Mr. Robot è una delle migliori produzioni del decennio?

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Era il 2015 quando, il mondo della serie fu completamente stravolto da una delle migliori produzioni del decennio, la celeberrima serie TV Mr. Robot, oggi disponibile integralmente su Prime Video. Sono quattro le stagioni che coronano le vicende del giovane e tormentato Elliot Alderson, interpretato magistralmente da Rami Malek. Qui, occorre premettere che, Mr. Robot, non abbia raggiunto il suo epilogo spinta dalle pressioni della rete o dal disappunto del pubblico. Le vicende intrecciatesi in essa, infatti, sono arrivate al loro culmine naturale, come espressa volontà dell’autore, il geniale Sam Esmail, direttore tra l’altro, della maggior parte degli episodi. A due anni dall’uscita dell’ultima stagione, i meno avvezzi si chiederanno come mai, Mr. Robot, sia una delle migliori produzioni non solo di questo decennio, ma dell’intero inizio Millennio. In quest’articolo, proveremo a fare luce sui punti più brillanti che hanno reso la serie un capolavoro.

Perché perché Mr. Robot è una delle migliori produzioni del ventennio?

Definire Mr. Robot un’opera poliedrica, significherebbe, addirittura, sminuire il lavoro straordinario che, cast, autore ed entourage, hanno riposto in un progetto che, dire ambizioso, è davvero poco. Mr. Robot è uno spaccato dettagliato, struggente ed appassionante della labilità della psiche umana, rapportata alle profondissime distorsioni sociali cui, il mondo moderno, ha relegato l’uomo contemporaneo. Concetti come l’alienazione e la paranoia, nate dall’interconnessione, a tratti esasperante, frutto della globalizzazione, emergono con prepotenza, in un’opera che si ispira con grande maestria alle teorie dei maestri indiscussi della comunicazione.

È con queste premesse che, tematiche critiche e, per molte produzioni, definite ancora tabù, come la malattia mentale e il disordine socio-economico mondiale, si intrecciano con i drammi del quotidiano delle persone comuni. Sì, perché, nonostante Mr. Robot voglia pensare in grande, con ambientazioni sontuose, storie di vita a metà tra il distopico e l’insurrezionalista, i principali protagonisti della serie sono uomini normalissimi. Persone che, con la loro nascita, hanno espresso con fermezza e volontà il loro desiderio di essere liberi dalla mano invisibile del mercato; oggetto di studi e speculazioni e, matrice di profondissimi turbamenti psicologici. La storia di Elliot, Darlene, Angela e di tutti i personaggi che, in pochissimo tempo, esplodono innanzi agli occhi dello spettatore in un tripudio di istrionismo narrativo, non può che appassionare sin dai primissimi istanti lo spettatore; pur non disdegnando fortissime dosi di cruda realtà, unite a plot twist disarmanti.

La perfezione nella trama di Mr. Robot

La maggior parte delle persone che non hanno ancora visto Mr. Robot e che, non abbiano avuto modo di conoscere, almeno in parte, le formidabili intenzioni del progetto, avranno pensato, almeno una volta, che si trattasse di una serie dedicata agli hacker e alle loro attività online. Mai accezione alcuna avrebbe potuto sminuire ulteriormente una serie come Mr. Robot, considerata una delle migliori produzioni del decennio; andiamo a vedere perché.

Anzitutto, non vanno assolutamente fraintese le prerogative di Sam Esmail di non ridurre l’attività degli hacker a complessi codici criptati su schermi di computer giganteschi, come nella stragrande maggioranza delle opere cinematografiche in cui queste figure compaiono anche solo di sfuggita. Il lavoro dell’autore, in questo caso, è stato a dir poco certosino; riuscendo a rendere tutte le operazioni compiute da Elliot e dalla F-Society verosimili.

Mr. Robot parte da alcune premesse basilari, per poi ampliare la trama a livelli sconvolgenti. Elliot è un giovane sociofobico con un dramma famigliare distruttivo alle spalle. Negli anni, il giovane si è rifugiato dietro la certezza che, ogni essere umano, potesse essere espugnabile attraverso la decifrazione dei codici di accesso ai suoi account. Così, mentre di giorno è un semplice tecnico informatico in una società di sicurezza online, la AllSafe; di notte viola gli indirizzi dei criminali newyorkesi per assicurarli alla giustizia. Purtroppo, il lato oscuro di Elliot risiede nel fatto che, al di là delle sue buone azioni, egli sfrutti il suo dono per scoprire i particolari più intimi delle persone che ama.

Il desiderio più recondito del giovane rimane, in ogni caso, quello di fare giustizia, distruggendo il mercato capitalista, e riportando il mondo in mano alle persone comuni. Per fare questo, compirà una serie di letali attacchi informatici. Distruggere l’un percento dell’un percento più ricco del mondo, però, comporterà delle conseguenze madornali delle quali il protagonista si renderà conto quando sarà troppo tardi.

La verosimiglianza come tratto distintivo di Mr. Robot

Mr. Robot è Thriller allo stato puro. Colpi di scena scioccanti, turbini emozionali violenti e storie intrise di dramma e mistero, rendono l’opera un vero capolavoro. Al di la dei tratti più terrificanti ed oscuri che distinguono la serie da ogni altro lavoro recente, c’è il fatto che, Mr. Robot, sia molto simile alla realtà. Si tratta di un’affermazione agghiacciante se si pensa a quanto espresso in precedenza, eppure, sono chiarissimi i riferimenti alle azioni di Anonymous nelle nobili intenzioni della F-Society. Se gli antagonisti del nostro racconto, la Dark Army e la E. Corp, venissero portati nel mondo reale, ricondurli ai colossi del Web rappresentati da Google e Amazon sarebbe pressoché naturale. Come detto, Mr. Robot vuole essere uno spaccato nudo e crudo di una realtà oltremodo tangibile, fatta di persone comuni, ideali di libertà e sentimenti condivisi.

In conclusione, possiamo sicuramente affermare che, al di la della fotografia magistrale, delle sceneggiature straordinarie e delle interpretazioni magnetiche dei protagonisti, Mr. Robot sia una delle migliori produzioni del decennio per la sua accuratezza nel riportare nell’immaginario collettivo i grandi dilemmi dei principali studiosi della società e della cultura di massa: il confine sempre più labile tra realtà e virtualità, l’apatia distruttiva che domina il mondo moderno e la fragilità sempre più forte su cui si basano i rapporti umani ed il benessere individuale.

Mr. Robot ci lascia con un grande interrogativo: “Meglio rinchiudersi al di la del proprio Firewall, con le parti migliori di noi stessi o addentrarci nei meandri più oscuri della rete rappresentata dalla società moderna, accettando i rischi di una navigazione esposta, libera da ogni forma di protezione?”. La debolezza con cui i rituali sociali rimangono disperatamente a galla, scoraggia sicuramente l’uomo comune; nonostante ognuno di noi debba tentare con tutte le sue forze di superare i propri preconcetti, in funzione di un mondo meno artefatto e più aperto ai legami.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.