Shelley Duvall e la logorante esperienza sul set di The Shining

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Tratto dall’omonimo romanzo che Stephen King pubblicò nel 1977, The Shining viene considerato come il miglior film Horror nella storia del genere. La pellicola, ad opera del visionario regista Stanley Kubrick, uscì nelle sale cinematografiche nel 1980, prodotta da Warner Bros. Oggi, consideriamo The Shining come una pietra miliare assoluta della cinematografia. Una pellicola sublime, intensa fino all’ultimo respiro, capace di infestare anche i sogni dei più intrepidi. Eppure, all’uscita, il film risentì di alcune pesanti critiche, alcune rivolte anche dallo stesso King che reputò il riadattamento distaccato e freddo e le interpretazioni degli attori decisamente eccessive. In ogni caso, The Shining è un capolavoro del grande schermo che non mancò di lasciare segnati anche i principali membri del cast. In quest’articolo, racconteremo nei particolari l’orribile esperienza vissuta da Shelley Duvall sul set di The Shining.

L’esperienza di Shelley Duvall sul set di The Shining, la scelta di Nicholson

Quanto vissuto da Shelley Duvall sul set di The Shining ha avuto dell’incredibile. L’attrice ne ha portato i segni per lungo tempo, arrivando a rivelarlo in preda all’emozione con grande impeto. Diametralmente opposta, invece, fu l’esperienza di Jack Nicholson sul set del film . L’attore fu, infatti, la prima scelta del cineasta per il ruolo di Jack Torrance. Sia Robert De Niro che Robin Williams ed Harrison Ford, infatti, non si rivelarono all’altezza delle grandi pretese del leggendario regista, incontrando la sua disapprovazione e il disappunto dell’autore stesso del libro a cui il film si ispira. Il sodalizio tra Nicholson e Kubrick si rivelò particolarmente fruttuoso, ciò nonostante questo non placò l’ira del regista nei confronti della povera Duvall.

Cos’è accaduto all’attrice sul set?

L’interpretazione di Shelley Duvall nel ruolo di Wendy in The Shining fu a dir poco magistrale. L’attrice divenne un’icona del cinema degli anni settanta e ottanta, eppure, il suo rapporto con Kubrick rese invivibile la sua esperienza sul set. L’attrice visse in un vero e proprio inferno per ben 51 settimane; ovvero per il tempo effettivo impiegato per giungere al termine delle lavorazioni per la pellicola. Lavorare con Kubrick ha sempre rappresentato un compito particolarmente arduo per gli attori. L’iconico cineasta, scomparso nel 1999, usava destabilizzare in maniera particolare staff e cast, per spingerli a dare il meglio in condizioni più che estreme. Ciò nonostante, il regista rincarò chiaramente la dose con Shelley Duvall.

Sebbene, infatti, l’attrice lavorasse fianco a fianco con Jack Nicholson per portare a termine l’opera, il regista usava elogiare costantemente le prestazioni di quest’ultimo, praticando, invece, aspre forme di oppressione mediante accese critiche nei confronti della Duvall. Durante il periodo di riprese, le insicurezze dell’attrice aumentarono esponenzialmente, visto che, sembrerebbe, che il cineasta avesse addirittura vietato alla troupe di parlare con lei; imponendogli di provare disprezzo nei suoi confronti. Crisi di pianto, attacchi di panico e perdita dei capelli furono solo un primo step della discesa agli inferi che la Duvall visse sul set dove non fu nemmeno avvisata delle sezioni improvvisate da Nicholson, in modo da sentirsi ancor più impaurita. Secondo Kubrick, questo avrebbe reso il suo terrore più vero su pellicola.

Shelley Duvall parla apertamente dell’esperienza sul set di The Shining

L’attrice rivelò quanto accaduto sul set già a partire dalle interviste rese disponibili nella versione home video distribuita del film. In essa, infatti, è possibile ascoltare una delle forti dichiarazioni della Duvall dove, l’attrice spiega quanto segnante la sua esperienza sul set sia stata. In particolare, Shelley Duvall affermò: “Da maggio a ottobre, la mia salute mentale ha subito alti e bassi vertiginosi. Ho subito molto il forte stress insito in quel ruolo. Stanley mi ha spinta e spronata oltre ogni mio limite, specie sul fronte emotivo. Non avevo mai vissuto nulla del genere. Questo è stato il ruolo più difficile ed estenuante che abbia mai dovuto affrontare ed interpretare”.

La fine della carriera dell’attrice

Shelley Duvall ha continuato ad apparire davanti alla cinepresa per molti anni dopo il trauma di The Shining. L’attrice, infatti, proseguì con la sua carriera fino al 2002, anno in cui prese parte a Manna from Heaven. La sua salute mentale, però, era già particolarmente instabile e, per questo, si vide costretta a ritirarsi a vita privata. Nel 2009, Shelley Duvall fu ricoverata e, fino al 2016, la notizia delle sue patologie psicologiche rimase nascosta ai tabloid. Fu quello, infatti, l’anno in cui l’attrice concesse un’intervista al famoso Dottor Phil, psicologo e presentatore di uno show televisivo incentrato su storie di malattie mentali estreme. L’ex stella di Hollywood apparve fortemente provata sia fisicamente che mentalmente, non lasciando spazio ad alcun ulteriore dubbio.

La psiche di Shelley Duvall apparve talmente fragile che, in molti, portarono avanti la tesi per la quale la sua salute mentale avesse subito un grave tracollo già a partire dalla logorante esperienza con Kubrick sul set di The Shining. Per quanto improbabile questa teoria possa apparire, va dato atto del fatto che i traumi emotivi subiti dall’attrice durante le riprese del film abbiano contribuito ampiamente a rendere il suo grave stato psicologico irreversibile. Il triste epilogo di Shelley Duvall somiglia, per ironia della sorte, a quanto accaduto al suo personaggio tra le stanze sinistre dell’Overlook Hotel dove, l’attrice, avrebbe perso la bussola del buon senso per sempre.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.