The Good Mothers, la nuova serie tutta al femminile

La serie italiana originale The Good Mothers, disponibile prossimamente su Disney+, sarà in concorso alla settantatreesima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino per aggiudicarsi il “Berlinale Series Award”, premio dedicato per la prima volta alla serialità all’interno della manifestazione.

La serie originale italiana

Prodotta da due colossi nel campo della produzione cinematografica come House Production e Wildside, The Good Mothers è una serie che parla della mafia dalla prospettiva delle ragazze, mamme, mogli e fidanzate che vivono all’interno della ‘ndrangheta.

Donne che hanno osato sfidare i clan e hanno dimostrato di avere voce in capitolo sullo sfondo di una Calabria tanto bella quanto purtroppo oppressa e vittima anch’essa del sistema mafioso.

La candidatura di The Good Mothers rappresenta un motivo di lustro per il nostro paese che vede una serie TV italiana concorrere al primo premio nella storia del Festival di Berlino dedicato esclusivamente al genere.

La trama e le protagoniste

The Good Mothers vede la partecipazione di attrici già note al grande pubblico come Gaia Girace che ha già recitato in una delle serie più amate del momento: L’amica Geniale.

Protagoniste anche Micaela Ramazzotti (nel ruolo di Lea Garofalo), Simona Di Stefano e Valentina Bellè, rispettivamente Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce.

Il ruolo del magistrato Anna Colace, protagonista della serie, è affidato a Barbara Chichiarelli (Suburra – La serie, Favolacce).

Nell’arco di sei puntate la serie racconta la vera storia di tre donne che hanno deciso di combattere contro le loro stesse famiglie per poter sfuggire al terribile destino di donne emarginate ai confini dell’organizzazione mafiosa. .

Cresciute all’interno dei più ricchi e spietati clan della ‘ndrangheta calabrese, decidono di collaborare con il magistrato Anna Colace, assegnata proprio a quella regione così degradata e difficile da gestire, nel disperato tentativo di garantire per sé stesse e per i propri figli un futuro migliore.

La storia è tratta dall’omonimo libro di Alex Perry ed è stata adattata per la televisione da Stephen Butchard con la regia di Julian Jarrold (The Crown) e Elisa Amoruso, nota alle cronache per la biografia cinematografica Chiara Ferragni:Unposted.

La storia delle donne

Protagonista della serie è il pubblico ministero Anna Colace, la donna mandata in Calabria per combattere la ‘ndrangheta. Per la pm non ha senso continuare a indagare sull’organizzazione patriarcale e sui legami di sangue che la rende impenetrabile, ma è necessario individuare il tassello debole che sta proprio nella relazione che questa organizzazione ha con le proprie donne.

Si tratta di moglie, madri e figlie costrette ad una vita imposta ma che sono alla ricerca di libertà e di un futuro dignitoso per i loro figli. Indagando su questa strada, Anna trova Lea Garofalo, scomparsa dopo essersi ribellata al marito, Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce.

Inizia così una ricerca introspettiva che vedrà i personaggi sempre più coscienti dei soprusi subiti ogni singolo giorno da parte di un mondo spietato; consapevolezza che si trasformerà in desiderio profondo di libertà da agguantare attraverso il coraggio di raccontare la verità.

Disney+ e l’interesse per le produzioni italiane

Prosegue il sodalizio tra la piattaforma di streaming e le produzioni seriali italiane. Dopo Boris 4 ora i riflettori dello streaming del colosso americano sono tutti puntati su The Good Mothers.

Un successo duplice, perché The Good Mothers si pone perfettamente come ultimo tassello di un processo già in atto da parte di Disney Netflix e altri player per avvicinare le nuove generazioni al racconto di una mafia diversa dagli stereotipi diventati mito de Il Padrino e Quei Bravi Ragazzi.

La possibilità per i più giovani di fruire di una vasta gamma di contenuti on demand (Gomorra, Il Traditore, Anime Nere…) che raccontano la vera essenza di una mafia criminale, stragista e antistato non può far altro che aumentare la loro conoscenza e sensibilità verso un tema drammatico.

Da questo punto di vista, la candidatura di The Good Mothers all’interno di un Festival così importante non può che rappresentare un motivo di orgoglio per tutta la produzione italiana.