The Northman: l’ultimo film di Robert Eggers è stato un flop commerciale?

The Northman è stato davvero un flop commerciale

The Northman è il terzo prodotto cinematografico realizzato da Robert Eggers, un regista che ha saputo – fin dal suo primo film – suggerire una tendenza di linguaggio e di dialettica che ha sicuramente pochi pari, dal punto di vista narrativo e dialettico, nell’ambito del cinema contemporaneo. Se con The VVitch il mondo dello spettacolo era stato sicuramente sorpreso, per le capacità di creare grande pathos e suspance negli spettatori, con The Lighthouse tutti i grandissimi prodigi tecnici del regista erano stati fortemente evidenziati da un horror magistralmente diretto in bianco e nero; The Northman, in fondo, rappresentava la sfida evasiva di un regista che ha deciso di confrontarsi con una narrazione leggendaria, privandola dell’alone poetico shakespeariano e rappresentandola con la sua reale condotta violenta. Per molti, si è trattato di un azzardo eccessivo, che ha determinato un flop commerciale in parte ammesso anche da parte dello stesso Robert Eggers.

The Northman: cos’è che non funziona all’interno dell’ultimo film di Robert Eggers?

L’ultimo film di Robert Eggers si inserisce entro un filone sicuramente molto complesso, e particolarmente competitivo, dei prodotti cinematografici che attingono dalla narrazione leggendaria; a ben vedere, in un momento storico che tende a non privilegiare certe tipologie di racconto (stesso risultato, se non addirittura peggiore, è stato raggiunto da The Last Duel di Ridley Scott), The Northman non è certamente un film che abbia saputo sovvertire delle caratteristiche cinematografiche ormai ben indirizzate in tal senso. C’è un di più: rispetto ai due primi film del regista visionario, The VVitch e The Lighthouse, The Northman si iscrive entro un canone narrativo non originale, che restituisce molte delle ideazioni del regista – soprattutto in termini di linguaggio – attraverso la tecnica e la buona fotografia, che non mancano neanche all’interno di questo film.

Volendo analizzare The Northman dal punto di vista tecnico, si farebbe fatica a trovare un limite: ancora una volta l’esercizio di erudizione di Robert Eggers funziona, i personaggi rendono perfettamente all’interno della pellicola, l’estenuante attesa generata da scene interminabili e cariche (anche grazie al ruolo della colonna sonora, matematicamente scandita per ogni scena) rende al meglio, così come tutto il comparto di fotografia e montaggio; insomma, The Northman è un ottimo film, pregevole dal punto di vista tecnico e un po’ meno perfetto narrativamente. Il reale problema, dunque, non è all’interno della pellicola (che vanta anche un cast di primo livello, comprensivo di nomi come Alexander Skargaard, Ana Taylor-Joy, Nicole Kidman, Willem Dafoe, Ethan Hawke), ma all’esterno di essa, nelle tecniche di pubblicizzazione, nel momento storico in cui è stata distribuita, in una realtà che tende a non privilegiare più prodotti simili.

The Northman è stato davvero un flop commerciale?

Analizzare attraverso uno sguardo esterno i prodotti cinematografici, relativamente al loro successo, spesso porta a realizzare un calcolo matematico molto semplice, che funziona per sottrazione: ai guadagni al botteghino del film in tutto il mondo si eliminano i costi di produzione che si conoscono, cercando di ricostruire un margine secondo cui – con cifre superiori allo zero – il guadagno c’è stato e il prodotto cinematografico ha funzionato. Tuttavia, esistono alcune tipologie di costi non esplicitate (soprattutto per quel che concerne la promozione del prodotto cinematografico), oltre che accordi tra case di produzione che permettono di andare ben oltre la dinamica precedentemente presentata.

Dunque, se The Northman – costato almeno 70 milioni, c’è chi dice 90, in termini di produzione – ha guadagnato poco più di 69 milioni di dollari in tutto il mondo, ciò non significa che sia stato necessariamente un flop. Robert Eggers ha chiarito di aver imparato la lezione e che, in futuro, si concentrerà su tecniche completamente differenti, in termini cinematografici. Tuttavia, Kiska Higgs, responsabile della produzione e delle acquisizioni di Focus Features, ha spiegato che la realtà è assolutamente differente, e che The Northman non è andato così male dal punto di vista degli incassi globali. Queste sono state le sue parole: “Sì è già parlato di questo argomento, ma in realtà per noi è finito per essere una vittoria dal punto di vista finanziario. C’è stato un set specifico di circostanze relative alla release cinematografica, in aggiunta al PVOD. So che a mezzo stampa non è stato descritto come un successo, ma alla fine per noi è stato Ok. Ci sono delle maniere aggiuntive per monetizzare, per lo meno per noi in Universal. È un film che abbiamo condiviso con New Regency quindi non eravamo davvero in prima linea e troppo esposti in termini produttivi. Ma indubbiamente sono comunque state impartite delle lezioni da una prospettiva creativa anche se, osservandomi indietro, non penso che avremmo fatto nulla di diverso. Perché c’erano troppi… vichinghi su quella barca!

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Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.