I 5 film più lunghi di sempre

Ci sono film nella storia del cinema che si sono distinti per tantissimi e svariati motivi; effetti speciali, costo di produzione, incassi o persino morti sul set, ma alcuni sono entrati nella storia per l’arditezza dei registi nel creare opere dalla durata spropositata. In questo articolo voglio mostrarvi 5 film che sono entrati nella lista dei più lunghi di sempre, anche se vale la pena ricordarsi di alcune eccezioni che non ne fanno parte, come per esempio “The Cure For Insomnia” del 1987 e dalla durata di 87 ore diretto da John Henry Timmis IV: nonostante gli appartenga il Guinness World Records come film più lungo, non è mai stato proiettato in pubblico ma solamente in privato per una prova scientifica; “Empire” del 1964 dalla durata di 8 ore e 8 minuti di Andy Wharol perchè completamente girato in slow motion oppure “Berlin Alexanderplatz” del 1980, dalla durata di 17 ore e 56 minuti di Rainer Werner Fassbinder, poichè nato come serie televisiva e poi assemblato in un unico film. Ecco quali sono, dunque, i titoli selezionati.

The Clock” del 2010 di Christian Marclay (24 ore)

Marclay ha sviluppato l’idea per The Clock mentre lavorava al suo pezzo Screen Play. Elaborato con il supporto della galleria White Cube con sede a Londra, ha riunito poi un team per trovare e montare poi i filmati insieme nel corso di tre anni: il lavoro è stato elogiato dalla critica, vincendo il Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 2011. Inoltre le sue sei edizioni furono acquistate dai più famosi musei, consentendole di attirare un seguito diffusissimo.

Out 1” del 1971 di Jacques Rivette (12 ore)

Ispirato alla famosissima Storia dei tredici di Honoré de Balzac, la versione originale del film è oggi irreperibile: alcune versioni successive vennero tagliate in alcune parti e suddiviso in otto episodi dalla durata di 100 minuti ciascuno. L’intreccio del film è complesso e per moltissimi aspetti irrisolto, e mette in scena sin dai primi momenti una rete di inseguimenti, di sabotaggi e di relazioni fra gli appartenenti ai famosi Tredici, una misteriosa società segreta intenzionata a governare Parigi,

Melancholia” del 2008 di Lav Diaz (7 ore e 30 minuti)

Lav Diaz si impegna con questa pellicola in una attenta, estremamente attenta, riflessione sull’esistenza umana: talmente attenta da risultare filosofica, a tratti ostica. I protagonisti attraversano un mondo distorto, in evidente e tracimante saturazione, apocalittici e non integrati, e vi cercano disperatamente una postura adatta.

 “Sátántangó” del 1994 di Béla Tarr ( 7 ore e 12 minuti)

Girato interamente in Ungheria, il film è completamente girato in bianco e nero e ha una durata di oltre 7 ore. La storia è basata sul conosciutissimo romanzo Sátántangó dello scrittore László Krasznahorkai. La storia è incentrata sul collasso di una fattoria collettiva alla fine comunismo in Ungheria. Una dozzina di individui vive una vita senza speranza e futuro in quello che resta di una cooperativa, nell’attesa incessante e quasi furibonda di andarsene sperando in un futuro migliore grazie al denaro che si spera riceveranno alla chiusura della comunità

Napoléon” del 1927 di Abel Gance (5 ore e 30 minuti)

Diretto da Abel Gance e considerato un classico del cinema muto francese, il film è fertile di innovazioni tecniche e linguistiche. Il ruolo di protagonista è affidato a Albert Dieudonné, e ciò che spicca nel film è l’energetica e rivoluzionaria direzione del regista. Il regista volle un film interamente dominato dalla personalità del protagonista, e ciò si ebbe sopraytutto con un’insistenza ossessiva sui primi piani come mai prima d’ora si era chiesto prima a degli attori.