Sergio Castellitto regista: i lavori diretti dall’attore di Il cattivo poeta

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Sergio Castellitto, una delle figure più presenti e riconoscibili nel panorama cinematografico italiano, ha preso parte nel 2020, nel ruolo di Gabriele D’Annunzio, al film esordio alla regia di Gianluca JodiceIl cattivo poeta“.
Castellitto, attore, sceneggiatore e regista di successo, vanta, dal 1981, la partecipazione ad innumerevoli film nel ruolo di attore. Eppure, sebbene in numero decisamente minore, non passano in secondo piano i film che ha realizzato in qualità di regista.
Questi sono i sei film di Sergio Castellitto, dal suo esordio in cabina di regia ad oggi, di cui consigliamo vivamente la visione.

1. Libero Burro (1999)

L’esordio in regia di Sergio Castellitto avviene nel 1999 con la realizzazione del suo primo film, “Libero Burro“.
Il titolo del film trae spunto dal nome del suo protagonista. La storia ruota intorno alla vita professionale e privata di Libero, appunto, un uomo del sud Italia che, seppure nullatenente e piuttosto inetto, decide di intraprendere la carriera di manager a Torino. Cerca così, in tutti i modi, di accaparrarsi La Cavallerizza, uno stabile di proprietà del suo amico, giocatore di cavalli, Marione. Al contempo, non avendo un’istruzione, decide di iscriversi alle scuole serali per conseguire il diploma di geometra. Il suo percorso sarà ostacolato però dall’imprenditore Gaetano Novaro, che metterà i bastoni tra le ruote al protagonista.
Il film ruota, dunque, intorno all’ascesa professionale di un uomo di mezza età di origini meridionali. Eppure, in questa corsa all’affermazione sociale, non mancherà la trattazione dei sentimenti, incarnati da Caterina, professoressa d’italiano, di cui Libero si innamora.

2. Non ti muovere (2004)

Il secondo film alla regia di Sergio Castellitto è “Non ti muovere“, del 2004. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, anche moglie del regista, è interpretato dallo stesso Castellitto, Claudia Gerini e Penélope Cruz.
La storia si apre quando Timoteo vede arrivare, nell’ospedale in cui lavora come chirurgo, sua figlia quindicenne in fin di vita, a causa di un incidente.
Durante tutta la convalescenza della ragazzina, che non si sveglia dopo l’intervento chirurgico, Timoteo immagina di raccontarle una vicenda che ha profondamente segnato la sua vita, di cui sua moglie e sua figlia non sono a conoscenza.

Quindici anni prima della narrazione infatti, l’uomo si innamora di una ragazza, Italia, profondamente sola e con una storia difficile alle spalle, con cui comincia una relazione. Sebbene durante il loro primo incontro l’uomo, provato ed ubriaco, stupra la giovane donna di origini albanesi, quella che comincia tra di loro è una passionale, quanto travagliata, storia d’amore in cui però Timoteo si trova a fronteggiare una difficile e vigliacca scelta.
Entrambe, sua moglie ed Italia, sono incinte, e l’incapacità dell’uomo nel gestire la situazione porterà la storia ad un drammatico epilogo.

L’uomo si sente un codardo e proprio in questo momento di sofferenza e dolore in cui la vita di sua figlia è appesa a un filo, Timoteo viaggia nel tempo, sviscerando anche un dolore che da anni segna la sua vita.

3. La bellezza del somaro (2010)

Il terzo film è “La bellezza del somaro“, regia, soggetto e sceneggiatura di Sergio Castellitto, del 2010.
In chiave ironica, la storia ruota intorno a tre coppie di amici, alle prese con il rapporto altalenante e difficile con i figli adolescenti.

Durante un weekend, avviene l’incontro di due genitori con il futuro fidanzato della loro figlia, scenario che però si presenta più che altro come un pretesto per dare luogo ad un incontro-scontro generazionale.
Nella leggerezza della commedia, il film, corale e mai scontato, offre spunti di riflessione riguardo l’amore adolescenziale visto dagli occhi degli adulti, la paura di invecchiare e il ricambio generazionale, da sempre protagonista di molteplici surreali dibattiti.

4. Venuto al mondo (2012)

Il quarto film di Sergio Castellitto è “Venuto al mondo“, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini.
Con la straordinaria interpretazione di Penelope Cruz ed Emile Hirsch, la storia è un drammatico e toccante climax emotivo che ripercorre la storia di Gemma. La protagonista, infatti, decide di partire dall’Italia per Sarajevo, sua terra natale, portando con sé suo figlio Pietro. Lì Gemma rincontra Gojko, storia d’amore di gioventù, che quasi venti anni prima le fece conoscere l’uomo della sua vita, Diego.
La narrazione, articolata su tre piani temporali differenti, è scandita da flashback che pongono attenzione su diverse fasi della vita della donna e sui diversi fulcri tematici che la caratterizzano: l’amore, la guerra e, soprattutto, la maternità.

L’autenticità e la naturalezza con cui vengono portati alla luce i dolori più profondi della protagonista, rendono questo film il capolavoro imperdibile di Sergio Castellitto alla regia: un film con cui è impossibile non emozionarsi nell’empatia e verità, cruda e toccante, che trasmette.

5. Nessuno si salva da solo (2015)

Come per la maggior parte dei suoi film, anche il quinto della lista è tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, “Nessuno si salva da solo“.
L’intera narrazione è collocata durante una cena, in cui una coppia separata discute delle vacanze dei figli. Inevitabilmente, durante questo incontro tra i due ex coniugi, riaffiora alla memoria di entrambi tutta la loro, trascurata e complicata, storia d’amore.

Tramite alcuni flashback, i due ripercorrono la loro relazione, dalla gioventù al momento della separazione, in un viaggio introspettivo e sfacciatamente vero. Alla fine della cena, si avvicina a loro una coppia di anziani, Vito e Lea, che avendo ascoltato tutta la loro conversazione e comprendendo a pieno il rancore che sovrasta qualsiasi altro sentimento tra i due, si sente in dovere di dar loro un prezioso consiglio “d’amore”.

6. Fortunata (2017)

L’ultimo film di Castellitto di cui consigliamo la visione è “Fortunata“.
La storia, sceneggiata da Margaret Mazzantini, è quella di una parrucchiera della periferia di Roma.
Il dramma ruota intorno alle vicende, a discapito del nome della donna e del titolo del film, davvero sventurate della protagonista. Fortunata, interpretata da Jasmine Trinca, infatti, si trova a crescere da sola la sua bambina e a difendersi dalle minacce di un ex compagno violento e maschilista che abusa di lei e non le permette di vivere una vita serena.
Quando meno se l’aspetta, un’altra storia d’amore le ridarà la felicità e la speranza che le disgrazie le hanno portato via da tempo perché, si sa, la fortuna è cieca.

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Federica Feola
Laureanda in scienze della comunicazione, esperta del mondo cinematografico e televisivo in tutte le sue sfaccettature. Amante di serie tv, news e attualità.