Chi è Dario Argento: vita, film e successi del re dell’horror

Da quando la cinematografia stessa è nata, e forse da ancor prima, c’è un motore infinito che fa volare l’immaginazione di grandi e piccoli; che crea scompiglio nelle nostre menti e nelle nostre anime, che ci fa venire la pelle d’oca solamente ad un racconto ben organizzato: la paura.  L’horror è da sempre uno dei generi cinematografici più amati e contemplati, spesso trasposizioni cinematografiche di grandi best seller mondiali che non riescono a restare rinchiusi tra le copertine di un libro, ancor prima dei colori e della voce nei film ha creato in noi il terrore. A quanti di noi è capitato sicuramente almeno un volta di sentir parlare del Nosferatu di Muranu, del Frankenstein di James Whale o delle trasposizioni del maestro Edgar Allan Poe, seguiti negli anni successivi da opere di successo di grandi registi come Alfred Hitchcock, Federico Fellini, Werner Herzog o Stanley Kubrick, che realizzarono rispettivamente Gli uccelli, Tre passi nel delirio, Nosferatu, il principe della notte e Shining. In Italia possiamo godere di uno dei più grandi esponenti dell’horror, e spesso sembriamo dimenticarcene: parliamo di un regista e sceneggiatore di fama mondiale che ha collaborato con i più grandi attori e registi di fama internazionale, il padre di cult come Il gatto a nove code, Phenomena, Suspiria, Profondo Rosso e tanti altri. Stiamo parlando di Dario Argento.

Dario Argento: la vita e il debutto del regista italiano

Dario Argento nasce a Roma, il  7 settembre 1940 ed è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. Acclamato cineasta, in particolar modo in Francia e Stati Uniti, è soprannominato Maestro del brivido, avendo dedicato all’horror e al thriller quasi tutta la sua produzione. Figlio di Salvatore Argento, un produttore cinematografico di origini siciliane e di Elda Luxardo, fotografa di moda di origini italiane, si iscrive al liceo classico abbandonandolo al secondo anno per trasferirsi a Parigi, risiedendovi per un anno e vivendo di espedienti.

Rientra successivamente in Italia inizia e  a collaborare con L’Araldo dello Spettacolo: è in questo periodo che matura la passione per il cinema, riuscendo così a farsi assumere da Paese Sera, un noto quotidiano romano, come critico cinematografico, schierandosi a favore del cinema di genere, in particolare thriller, horror, fantascienza. Giunti al 1960 avviene l’esordio di Argento come regista sul set di Un esercito di cinque uomini, anche se ufficialmente la regia verrà attribuita al produttore Italo Zingarelli. Nel 1969 Argento, insieme al padre, dà vita ad una società di produzione, la S.E.D.A. Debutta con il frammisto di giallo, thriller, noir: L’uccello dalle piume di cristallo, basato sul romanzo di Fredric Brown. Il film uscito nel febbraio 1970 si trasforma in un successo e incassa più di un miliardo di lire. Nel 1971 con il Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio, completando cosi la “trilogia degli animali”, avverrà il preludio al momento di maggiore splendore artistico della sua carriera.

L’incoronazione di Dario Argento

Dopo aver diretto il dramma ottocentesco Le cinque giornate nel 1973, Dario Argento ritorna nel 1975 con lo straordinario Profondo rosso, destinato a diventare cult del genere, in grado di garantirgli una notorietà all’estero che pochissimi altri registi italiani hanno avuto. Il meccanismo a sorpresa del whodunit, gli elementi soprannaturali, il carico di splatter, la suspense e la perfetta fotografia fanno scuola; il successo al pubblico gli apre la possibilità di dedicarsi ai suoi due film successivi. La fiaba gotica Suspiria del 1977, primo capitolo della “trilogia delle madri”, lo proietta in una dimensione metafisica poi ribadita nella sarabanda di Inferno, che rappresenta il fulcro della trilogia.

Ma è con Tenebre, un giallo-thriller delle origini, che Argento firma quello che è il suo capolavoro: un film in grado di fondere un universo fatto di traumi, violenza, feticismo, perversioni sessuali e pazzia con le regole ferree della più solida suspense. A questo vertice fanno seguito negli anni Ottanta due altri grandi film ma fatalmente “minori” come Phenomena e il più tradizionale Opera.

I successi in america e l’apparente declino

Argento inagura gli anni Novanta con un nuovo film prodotto in America con George A. Romero, di cui aveva tenuto a battesimo l’epocale Zombi: Due occhi diabolici, film fatto di due episodi separati ispirati alle composizioni di Edgar Allan Poe. Il film viene accolto in modo non pienamente  positivo dalla critica e dal pubblico, il che però non impedisce ad Argento di girare anche il suo film successivo, Trauma del 1993, primo di una serie di tre in cui la figlia Asia ricopre il ruolo di protagonista.

Qualcosa però sembra improvvisamente incepparsi, come confermano anche La sindrome di Stendhal e Il fantasma dell’Opera a cui la critica e il pubblico rispondono in modo tutt’altro che caloroso; stessa sorte tocca a Nonhosonno e Il cartaio, due episodi per la serie tv Masters of Horror, prodotti in America a metà degli anni Duemila e che saranno destinati a rimanere le due realtà più riuscite degli ultimi anni. Nel 2007 Argento decide di chiudere la “trilogia delle madri”, realizzando La terza madre. Il film però si rivela un flop così come i successivi Giallo e soprattutto Dracula 3D del 2012.

Il ritorno di Dario Argento nel 2021

Dopo una lunghissima assenza Dario Argento è pronto però a tornare  con una bomba sganciata dal regista stesso, il titolo del suo nuovo giallo: Occhiali neri. Al suo fianco sarà di nuovo presente la figlia Asia Argento non come aiuto regista ma come protagonista. Già in occasione del 2019 il regista aveva espresso il desiderio di tornare al lavoro: con un film scritto da vent’anni e bloccato per varie vicessitudini , da quello che sta trapelando Occhiali neri sarà ambientato prevalentemente a Roma, raccontando la storia di una prostituta e di un orfano.

Sarà un giallo e il regista girerà molto nelle campagne intorno alla capitale: come da lui stesso affermato, Argento ha trovato ispirazione per questo film in Edgar Allan Poe, come si comprende già dal titolo.