Recensione − Causeway: nuovo film della A24 con Jennifer Lawrance su Apple TV+

Recensione di Causeway, film della A24 su Apple Tv+

Causeway è un film di genere drammatico del 2022, diretto da Lila Neugebauer, alla sua opera d’esordio; con Jennifer Lawrence e Brian Tyree Henry come protagonisti, la durata è di 92 minuti. Distribuito da Apple TV+ a partire dal 4 novembre, ma in precedenza presentato in Concorso Progessive Cinema alla Festa del Cinema di Roma 2022 e vincitore del premio per la migliore opera prima; Causeway è stato presentato anche, prima ancora di Roma, al Toronto International Film Festival.

Causeway, la trama del film con Jennifer Lawrance protagonista

Causeway racconta la storia di una soldatessa americana (Jennifer Lawrance), Lynsey, che dopo aver subito una lesione cerebrale a seguito di un’esplosione mentre combatteva in Afghanistan, fa ritorno a casa, a New Orleans. Oltre a dover affrontare le conseguenze fisiche, tra vuoti di memoria e difficoltà psicofisiche, la giovane donna si ritrova a fare i conti con il suo passato e i suoi vecchi traumi. La difficoltà riscontrata nel dover riadattarsi alla vita a casa in quello che sembra un arduo percorso in salita, rappresenta il cuore dell’opera prima di Lila Neugebauer.


Il film esplora come un/a soldato/soldatessa si ritrovi a far fronte a quello che ha vissuto dopo il combattimento, analizzando come talvolta siano le sofferenze e le incomprensioni delle loro vite a spingerli ad arruolarsi, quasi come a voler impartire una lezione di vita sulle problematiche di tutti i giorni, piuttosto che quelle sul campo militare. Tutto verrà intenerito dalla presenza di James (Brian Tyree Henry), un meccanico che ha perso una gamba a causa di un incidente automobilistico mentre lui era alla guida. I sensi di colpa legano le anime di questi due personaggi, nel tentativo di rialzarsi insieme, in amicizia.

La recensione di Causeway, film della A24 su Apple TV+

L’opera prima di Lila Neugebauer è il classico Sundance Movie con pochi attori in scena; personaggi tragici; situazione iniziale pronta allo sviluppo per dei cambiamenti finali. Pur essendo minimal nella composizione tecnica e di scrittura, Causeway riesce a dimostrarsi un film semplice e genuino, con dei risvolti d’approfondimento per la psiche della protagonista e del co-protagonista. Le interpretazioni degli attori, Jennifer Lawrance e Brian Tyree Henry, sono equilibrato e lavorano per sottrazione, mettendo in risalto la vocalità − per questo sarebbe preferibile una visione in lingua originale − e il significato delle parole piuttosto che l’espressività facciale. Scelta più che azzeccata per un film che si concentra sulla costruzione di un rapporto e sull’evoluzione graduale del punto di partenza, lasciando che siano i due personaggi a raccontarsi, dialogando tra loro. Nonostante qualche piccola scena raffazzonata o tuttalpiù vaga, lo si perdona considerando che ci si trova di fronte un esordio e che possa esserci qualche peculiarità tipica da dramma festivaliero, è praticamente certo. La consapevolezza di poter risultare stucchevole c’è, ma il pericolo viene emarginato da una breve durata (circa 90 minuti), dalla bravura recitativa e dalla genuinità trasmessa dall’intensità emotiva nelle scene cruciali.

Lynsey è un’ingegnere, soldatessa americana in missione in Afghanistan per sentirsi utile, per sfuggire alla mediocrità di una vita grigia a New Orleans, senza padre e con una madre assenteista ed egocentrica. Suo fratello è un tossicodipendente con un polmone bucato dopo un uso spropositato di un mix di droghe; finito in carcere accusato di spaccio, i rapporti tra lui e Lynsey sembrano inesistenti, tanto che la donna fa credere a James, che suo fratello è morto. Il nuovo obiettivo di Lynsey è far sì che il medico le firmi l’idoneità per arruolarla nuovamente, siccome a casa non ci vuole assolutamente stare. James, invece, è ossessionato dalla solitudine e cerca di rifugiarsi pigramente nel lavoro e nel fumo, oltre che nell’alcol. I sensi di colpa lo pervadono a seguito dell’incidente che gli è costato la morte del suo nipotino Antoine, a cui ha permesso di sedere davanti, e la perdita di una gamba. Inoltre ammette di non avere più rapporti con la sorella, con la quale viveva sotto lo stesso tetto (e insieme ad Antoine), anche perché aveva bevuto due birra prima di mettersi al volante. Due personalità soffocate dalla vita e dai traumi, con la solitudine che la fa da padrone e i sensi di colpa non fanno che tormentare.

Interessante il rapporto fortuito che si viene a creare tra i Lynsey e James, dopo che la prima va a sbattere con il pick-up della madre perché dimentica come si guida. La lesione celebrale è un fardello tremendo e il peso lo si nota pian piano, tanto da costringere la giovane donna a cercare un lavoro più artigianale come quello di pulire le piscine. James si offre di aggiustare il bel pick-up della soldatessa, ma siccome lei non ricorda il suo numero, entra in empatica col meccanico che si offrirà di accompagnarla a casa con la propria auto. Da lì in avanti, nasce un’amicizia basata sul conforto reciproco e sul passare il tempo insieme tra una birra, una canna e una sno-ball. Sembra andare tutto liscio, e il bene tra i due cresce è sempre maggiore, fino a quando non c’è un battibecco durante un bagno in piscina, tra un tenero abbraccio e un bacio sfuggente dovuto alla compassione, a detta di Lynsey. In una scena precedente la soldatessa ha ammesso di aver sempre avuto relazioni con donne, ma per tutto il film sembra poterci essere qualcosa in più di un’amicizia; James è palesemente interessato a lei, non solo come amica, ma è delicato nel tentativo di nasconderlo. Entrambi capiscono i loro errori, la loro depressione e la mancanza di reazione. Bisogna prendersi cura di sé stessi e prendere atto delle responsabilità. In tal senso, la scena finale in carcere tra Lynsey e il fratello, con un dialogo parlato nella lingua dei segni, è evocativo per il cambiamento. La ragazza e James, finalmente comprendono cosa fare, decidono di vivere insieme per avere qualcuno con cui condividere la vita.

Causeway è il ponte dell’incidente automobilistico di James, ma è anche un film genuinamente tenero. Esordio più che convincente!

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Christian D'Avanzo
Cinefilo dalla nascita e scrittore appassionato. Credo fermamente nel potere dell'informazione e della consapevolezza. Da un anno caporedattore della redazione online di Quart4 Parete, tra una recensione e l'altro. Recente laureato in scienze della comunicazione - cinema e televisione presso l'università degli Studi Suor Orsola Benincasa.