Recensione − Fino all’ultimo indizio: thriller della Warner con Denzel Washington, Rami Malek e Jared Leto

La recensione di Fino All'ultimo indizio, con Denzel Washington

Fino all’ultimo indizio è un film che, in Italia, è stato rilasciato dalla Warner Bros. il 5 marzo 2021 a noleggio (ad esempio su Chili). Scritto e diretto da John Lee Hankock (The Blind Side), con un ottimo cast che include Denzel Washington che interpreta il vice sceriffo Joe “Deke” Deacon, Rami Malek nel ruolo del sergente Jim Baxter e Jared Leto che nel film interpreta Albert Sparma. La prima bozza della sceneggiatura è stata scritta nel 1993, ma Steven Spielberg si rifiutò di dirigere il film all’epoca perché lo riteneva troppo oscuro. Ecco la recensione di Fino all’ultimo indizio, film con Denzel Washington, Rami Malek e Jared Leto.

La trama di Fino all’ultimo indizio, thriller della Warner

Ci si trova nella Los Angeles degli anni 90’, il vice sceriffo Joe Deacon viene incaricato di andare a raccogliere delle prove al distretto di polizia in cui precedentemente lavorava come detective. Lì incontra il sergente Jim Baxter, e i due andranno insieme sulla scena di un nuovo omicidio che farà riaffiorare in “Deke” vecchi fantasmi, poiché le caratteristiche del serial Killer con cui hanno a che fare adesso coincidono con un caso già affrontato in passato dall’attuale vice sceriffo. Nel frattempo tra di loro si viene a creare un rapporto di “maestro e allievo”, ma questo basterà per risolvere l’arduo caso?

Un omicidio involontario sembra essere un peso troppo grande per la coscienza di “Deke”, e non riesce a fidarsi più di sé stesso, e nemmeno di chi lo circonda. Ogni persona è un possibile sospetto per un crimine che ancora non ha commesso. Il vice sceriffo si è concesso una vita più tranquilla appositamente per distrarsi da quel chiodo fisso, ma la minaccia incombe e dovrà collaborare con sé stesso oltre che con il sergente Baxter.

La recensione di Fino all’ultimo indizio, film con David Washington, Rami Malek e Jared Leto

La storia è figlia degli anni 90’ e si sente perché presenta sfumature noir che si sono già viste in diversi thriller di quell’epoca, uno su tutti Sev7n di David Fincher, ma ricorda anche il più recente Zodiac per alcuni aspetti riconducibili al finale di tutti i film sopracitati. Sembra di rivedere i personaggi di Morgan Freeman (il tormentato maestro nero) e Brad Pitt (il volenteroso allievo bianco), con un rapporto fatto di amore ed odio ma che alla fine si fonderà sempre di più sulla fiducia e la stima, e la cooperazione tra di loro sarà fondamentale per la crescita di entrambi. La vera domanda allora è “Ma come sarebbe andata se fosse uscito nel 1993”? Purtroppo non è dato saperlo, ma probabilmente a differenza di oggi avrebbe potuto essere un successo sia per la critica che al botteghino. Guardandolo oggi, risulta essere un bel thriller con dei bei personaggi, ma nulla di più. Il cast alza l’asticella, anche se Rami Malek come poliziotto non funziona completamente, e a questo punto ci si dovrebbe interrogare su quali siano i ruoli in cui realmente l’attore possa esprimersi al meglio; mentre Denzel Washington e soprattutto Jared Leto sono in parte in maniera eccezionale, con il primo più ingrassato per diventare Joe Deacon ed il secondo che ha avuto modifiche fisiche in protesi (pancia, lineamenti, colore degli occhi).

Interessante il gioco di inquadrature con gli specchietti delle vetture, a volte seguite da stacchi di montaggio funzionali alla narrazione che cerca di presentare sottotrame ingarbugliate con la storyline principale, giocando anche con la percezione soggettiva del protagonista interpretato da Washington in modo semplice ma efficace. In originale il film si intitola The Little Things, proprio per sottolineare l’importanza delle piccole cose che fanno la differenza sia per risolvere un crimine sia per la vita più in generale, e per i nostri protagonisti saranno i dettagli ad essere decisivi (per loro stessi e per il caso). Per quanto riguarda l’Albert Sparma di Jared Leto, sicuramente è un personaggio fondamentale per la chiave di lettura del film, ed è a mani basse il più interessante dei tre. Molto interessante è il passaggio continuo di ruolo che assume agli occhi dello spettatore, anche nelle atmosfere, tramite dettagli: sembra carnefice, ma subito dopo diventa vittima; poi torna carnefice, ma ecco che torna vittima indiscussa. Le piccole cose indicano i passati oscuri di ciascuno dei personaggi, alle prese con i fantasmi delle loro vite che ancora incombono sul presente, rappresentando ben più di una minaccia psicologica.

In conclusione, il film sa come intrattenere e regala bei momenti di tensione, ma non spicca certo per originalità e non ha tratti registici particolari (anche se le riprese dall’alto meritano attenzione). Non ha certo l’intensità e la sceneggiatura di Sev7n e di altri grandi thriller, però il suo compito lo fa discretamente e alla fine risulta essere un buon prodotto, senza infamia e senza lode. Consigliato per il noleggio? Anche solo per guardare una nuova uscita, si; se si ama particolarmente il genere si passeranno 2 ore lasciandosi intrigare.

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Christian D'Avanzo
Cinefilo dalla nascita e scrittore appassionato. Credo fermamente nel potere dell'informazione e della consapevolezza. Da un anno caporedattore della redazione online di Quart4 Parete, tra una recensione e l'altro. Recente laureato in scienze della comunicazione - cinema e televisione presso l'università degli Studi Suor Orsola Benincasa.