Recensione – Lamborghini: The Man Behind The Legend, il film di Robert Moresco su Prime Video

Recensione di Lamborghini The Man Behind The Legend

Lamborghini: The Man Behind The Legend è un film di Robert Moresco, distribuito il 18 novembre 2022 negli Stati Uniti e incluso nella piattaforma di streaming Amazon Prime Video a partire dal gennaio 2023. Il prodotto, che tenta di ricostruire il grande successo di Ferruccio Lamborghini, sulla base della sua idea rivoluzionaria di vettura e guardando anche alla vita personale dell’imprenditore, rappresenta un tentativo fallito su tutta la linea, che restituisce sicuramente uno dei peggiori film del 2023 – benché ci si trovi soltanto nelle prime fasi dell’anno – e che non soltanto disattende le aspettative di fan e addetti ai lavori, deludendo per le sue caratteristiche, ma rappresenta il modo peggiore di realizzare un biopic o, per essere ancor più generici, un film. Di seguito, viene indicato tutto ciò che c’è da sapere a proposito della trama e della recensione di Lamborghini: The Man Behind The Legend.

La trama di Lamborghini: The Man Behind The Legend

Lamborghini: The Man Behind The Legend rappresenta il libero adattamento del romanzo biografico Ferruccio Lamborghini, la storia ufficiale, scritta da Tonino, il figlio di Ferruccio Lamborghini. All’interno del film, diviso idealmente in due sequenze, si racconta della genesi del successo dell’imprenditore, oltre che della sua storica rivalità con Enzo Ferrari, che viene idealmente rappresentata sullo schermo per mezzo della gara che i due imprenditori effettuano in auto. Ferruccio è un giovane di ritorno dalla guerra e, dopo aver agito come meccanico durante i difficili anni, decide di seguire il suo sogno opponendosi al padre, che vorrebbe per lui un futuro da contadino. Gli ideali di Ferruccio Lamborghini si scontrano con la dura realtà, rappresentata dalla povertà e dalla difficoltà di mettere a punto sistemi meccanici altamente funzionali alla richiesta del mercato del dopoguerra.

A seguito di una lunga crescita, finalmente Ferruccio riesce ad avere successo, investendo tutti gli averi del padre e sperimentando un nuovo modello di trattore, più compatto ed economico, che crea il primo grande successo per l’imprenditore. Accanto al successo, però, c’è il dramma: la moglie riesce a partorire ma, per un’emorragia, perde la vita, lasciando Ferruccio da solo con suo figlio Tonino. La scelta dell’imprenditore, di accettare l’amore di Annita, tradisce sia l’amicizia del suo storico compagno e collaboratore, sia gli ideali morali a cui era stato sempre abituato fino a quel momento. La seconda parte del film racconta del successo di Lamborghini che, però, anelando a qualcosa di più decide di investire nel mercato automobilistico, dando vita alla Lamborghini GT 350 e coinvolgendo una serie di addetti ai lavori, ex operatori e ingegneri di altre realtà automobilistiche. Da qui, inizierà una difficoltà e un declino economico che investirà anche Ferruccio, pur nella sua ricchezza.

Recensione di Lamborghini, il film di Robert Moresco su Amazon Prime Video

Lamborghini: The Man Behind The Legend è uno dei rari casi di film per cui appare francamente difficile identificare anche un solo elemento positivo a seguito della visione del prodotto stesso. La trattazione cinematografica degli ultimi anni ha portato spesso a rapportarsi a prodotti che, per motivi di natura morale o per pessima scrittura, non fossero in grado di soddisfare le aspettative del pubblico, apparendo piuttosto deludenti sotto tutti i punti di vista. Guardando a posteriori questi prodotti, però, ci si rende conto che esiste almeno un solo elemento (che si tratti dell’interpretazione di un attore, della fotografia, della capacità di scrittura o di approfondire una sotto-trama) “salvabile” o, nella peggiore delle ipotesi, capace di dare l’idea di professionalità. Il film di Robert Moresco su Amazon Prime Video, purtroppo per numerosi fan e addetti ai lavori, riesce a non essere neanche questo, per mezzo di una serie di errori concettuali, morali, ideologici e di scrittura perpetuati per tutta la durata del film.

Il risultato è un prodotto che, nella sua integrità, è assolutamente da dimenticare: riuscire ad elencare i difetti di Lamborghini: The Man Behind The Legend apparirebbe anche una sterile ricerca di sparare sulla croce rossa, sperando di identificare alcuni elementi ulteriori che non funzionano in un intero sistema totalmente fallace per le sue caratteristiche. Per questo motivo, l’obiettivo di chi scrive non è certo quello di soffermarsi su un’incapacità di scrittura che appare francamente evidente anche ad uno sguardo più attento, men che meno quello di sottolineare una scarsa attitudine interpretativa da parte degli attori, che si immergono all’interno di scenografie posticce, una fotografia scadente e un insieme di errori su tutta la linea. Piuttosto, appare necessario riflettere su un elemento che si accomuna necessariamente a quelle dichiarazioni – spesso anche molto catastrofiste – secondo cui il cinema stia attraversando una fase di declino: in che modo prodotti di questo genere, cocenti errori palesi per qualsiasi tipologia di spettatore, dovrebbero in grado di invertire la tendenza o di introdursi all’interno di un discorso più generale di cinematografica e di idea di linguaggio? Qual è l’obiettivo alla base di una creazione di questo genere e quale vuole essere la novità, o il racconto, su cui fondare l’intero film? Come si può anche banalmente pensare di dar vita a prodotti di questo tipo, che passano attraverso una serie di approvazioni e di impegni professionali?

La risposta, purtroppo, trova spazio in un’interpretazione del problema che poco ha a che fare con la materia cinematografica e che condivide degli elementi, invece, con movimenti e misure economiche che hanno ben poco interesse delle creazioni e dei risultati prodotti. La presenza di Clementino all’interno del cast, a cui viene affidato anche il macchiettistico ruolo di parodia di se stesso (lo scambio “vafancul”, “e vafancul tu” resta comunque l’unico momento decente del film, e questo dice molto della qualità complessiva del prodotto), rappresenta l’emblema di un errore costante, che sì restituisce l’idea di declino di cui si tende spesso a parlare, ma per motivi differenti: il cinema, trattato solo ed esclusivamente in quanto macchina per produrre, spostare e ottenere denaro, non può far altro che proporre materiale scadente. È evidente che alla base di Lamborghini: The Man Behind The Legend non ci sia nessuna idea: non un linguaggio che vuole essere condiviso, non una critica che vuole essere mossa, neanche – in ultima analisi – la volontà di dipingere o raccontare un determinato personaggio; il film, nella sua integrità, è la rappresentazione fedele dei suoi reali intenti: una spettacolarizzazione oscena, pacchiana e goffa del capitalismo, del denaro, del profumo dei soldi, delle dinamiche di potere e della mercificazione dell’altro, da cui scaturisce solo ed esclusivamente una sincera pena.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.