Recensione – The Last of Us 1×08: “When We Are in Need”

La recensione di The Last of Us 1x08

The Last of Us è una serie TV prodotta da HBO Max e distribuita sull’omonima piattaforma, mentre in Italia viene rilasciato un episodio a settimana, in contemporanea con gli Stati Uniti, su Sky Atlantic. Giunti all’ottavo episodio, penultimo appuntamento della prima stagione, ci si avvia verso il finale della nona puntata. L’ottavo episodio è diretto dal regista iraniano Ali Abbasi, il cui film più recente intitolato Holy Spider è da poco approdato in sala in Italia. Ecco la trama e la recensione di The Last of Us 1×08: “When We Are in Need”, serie basata sull’omonimo videogioco, scritta dallo stesso sceneggiatore Neil Druckmann e prodotta da Craig Mazin (Chernobyl).

SEGUE SPOILER!!!

La trama di The Last of Us 1×08: ci si avvicina al finale di stagione

Joel è ancora fuori dai gioca come si evince dall’inizio dell’episodio, essendo in preda alla febbre per via della ferita rimediata durante il corso della sesta puntata. Ellie, dopo aver presentato il suo passato agli spettatori nell’episodio precedente, è ancora la protagonista. In uno scenario innevato nei pressi di una comunità popolata da fedeli che seguono le decisioni prese dal loro leader, un prete di nome David. Ellie incontra quest’ultimo e un altro uomo mentre sono tutti a caccia per fame, e quando la bambina riesce a catturare un cervo, cambia tutto. Ellie sorprende i due che si erano avvicinati al cadavere dell’animale e riesce a tenerli sotto tiro invitandoli ad andare via. Ma Padre David non demorde e offre la penicillina in cambio di una parte del cervo ad Ellie, che dopo vari tentennamenti accetta l’equa proposta. Siccome l’uomo che è con Padre David si allontana per andare a prendere i medicinali al villaggio, Ellie e il prete restano da soli davanti ad un fuoco in un edificio.

Qui l’uomo riesce a comprendere che la ragazzina che ha di fronte è la stessa che viaggiava insieme all’uomo che ha commesso un brutale omicidio. Infatti Joel ha ucciso il padre di una bambina della comunità religiosa, ossia l’uomo che lo ha accoltellato nel sesto episodio. Per vendetta Padre David ed altri uomini decidono di seguire le tracce di Ellie, che nel frattempo è tornata ad iniettare la penicillina a Joel, sperando si riprenda il prima possibile. Ma nel frattempo gli uomini si stanno recando nei pressi del nascondiglio dei due protagonisti, e così Ellie decide di uscire a cavallo per distrarre il gruppo. La bambina viene catturata e chiusa in una gabbia per volere di David, che prova una inquietante pulsione sessuale per la bambina e decide di farla risparmiare dagli altri che, invece, avrebbero voluto sparare ad Ellie. Coloro che sono rimasti alla ricerca di Joel, incorrono nella furia dell’uomo che si è ripreso e massacra tutti, ottenendo anche l’informazione necessaria per trovare Ellie.

Una volta venuto a conoscenza del luogo esatto in cui si trova la bambina, Joel si appresta ad andare a salvarla. Ma parallelamente Ellie si ribella alle avance del prete, scoprendo anche un segreto su di lui: offre carne umana ai suoi seguaci fedeli, spacciandola per carne di cervo. Ellie è doppiamente disgustata dall’uomo che ha di fronte, e quando viene tirata fuori dalla gabbia per essere uccisa, con un impeto riesce a liberarsi e pianta la mannaia in gola all’accompagnatore di David. Ellie si dimostra furba, poiché per far ciò ha innestato in loro un dubbio: mordendo il prete fa presente di essere infetta. In un attimo di indecisione, agisce e scappa. Mentre David va alla sua ricerca, la bambina si nasconde nell’edificio a cui ha dato fuoco, scivolando silenziosamente tra una copertura e l’altra. Ma il prete riesce a scovare Ellie, e mentre tenta di abusare di lei, la ragazzina lo uccide con violenza accoltellandolo ripetutamente. Nel finale dell’ottavo episodio, Joel ritrova Ellie e dopo un lungo abbraccio si incamminano insieme, entrambi zoppicanti.

La recensione di The Last of Us 1×08: un piccolo passo falso o semplicemente un ottimo episodio?

L’ottavo episodio di The Last of Us riprende la narrazione rallentata nello scorso appuntamento poiché si è fatta la scelta di concentrarsi sul background di Ellie. Proprio la bambina è ancora una volta protagonista assoluta siccome Joel è fuori da giochi fino ad un certo punto del racconto, e nell’arco temporale di circa 50 minuti, Ellie aggiunge altri tasselli al difficile percorso della sua crescita. Infatti, il titolo di ogni episodio è sempre evocativo, e anche in questo caso “il bisogno” individuale è il filo conduttore vero di questo ottavo appuntamento. C’è una chiara dicotomia all’interno di “When We Are in Need”, ovvero la fame e la necessità di credere in qualcosa o in qualcuno pur di aggrapparsi ad una flebile quanto flessibile speranza. Ancora una volta, la penultima prima di terminare la prima stagione della serie TV, si riflette sull’umanità in quanto organizzazione: sotto la lente di ingrandimento ci va quella religiosa, in questa occasione. Infatti, Padre David è il “cattivo” dal punto di vista di Ellie ma viene anche smascherato dalla bambina in quanto imbroglione. Il prete dà da mangiare la carne umana ai suoi fedeli e non quella di cerve, che presumibilmente tiene per sé.

Nel mondo di The Last of Us ogni individuo deve fare i conti con il nuovo inizio, dato che la vita passata è stata cancellata dal virus, e i vari personaggi presentano precisamente una caratterizzazione di spicco. Padre David è una guida per la sua comunità, ma in una delle scene dell’episodio si presenta come un uomo che ha colto la balla al balzo per diventare qualcuno, mentre nella vita precedente era un’identità avvolta nell’anonimato come tante altre. Inoltre, è anche violento: prende a schiaffi la bambina che ha subito il lutto e prontamente la invita a rialzarsi ponendole la mano in aiuto. Un gesto che contiene in sé un alto valore simbolico quale la contraddizione della violenza e la giustificata assunzione di quest’ultima, fatta propria dal padre in un’azione mossa dall’ira ma celata furbamente attraverso la “rieducazione”. La religione, in fondo, nell’ottavo episodio di The Last of Us significa proprio aggressività, fedeltà ipocrita e finto perbenismo, due elementi messi in mostra dagli uomini che circondano il prete, con cui in realtà non sono sempre d’accordo e le cui decisioni dovrebbero (vorrebbero) essere messe in discussione dagli altri (democrazia opposta all’impostazione autarchica del pastore).

Parallelamente Ellie ormai ha preso le sembianze di una vera e propria donna che ha dovuto subire torti e aggressioni già in passato, ma qui la violenza viene evidenziata con inquietudine. Infatti, nella scena clou del videogioco, la bambina tenta di scappare da un David intento a voler abusare sessualmente di lei. Si tratta di un momento ad alta tensione, tra i più ricchi di pathos di tutto il gioco, e la modalità stealth diventa fondamentale per sopravvivere. Nella serie TV viene ampiamente rispettato questo aspetto, anche se forse si sarebbe potuto insistere di più sulla graduale tensione, mostrando magari per più tempo Ellie in preda al panico che girovaga tra un nascondiglio e l’altro mentre David la chiama subdolamente. Ma comunque la sequenza è decisamente riuscita sin da quando la ragazzina è stata rinchiusa in una gabbia ed è iniziato il dialogo (avance) di Padre David. Il modo in cui viene chiamato un prete, ossia Padre, viene opposto al modo più dolce in cui Ellie ricerca quello che ormai è realmente suo padre a tutti gli effetti: Joel. Mentre il primo è il villain, un uomo che fa i propri interessi senza alcuno scrupolo, il secondo è una guida ed un protettore per la bambina.

L’abbraccio finale dice tutto, anche la camminata. Entrambi zoppicano (avendo le proprie ferite in quanto trascorsi) verso l’orizzonte dopo che l’edificio, in cui Ellie ha ucciso il prete, sta cadendo a pezzi tra le fiamme. Peccato per il modo in cui Joel riesce in maniera forzata a riprendere i sensi, proprio nel momento del bisogno (come da titolo) ma messo in scena con troppa foga e rapidità. In generale sembra che questo episodio corra troppo dopo la prima mezz’ora, accelerando artificiosamente il ritmo negli ultimi venti minuti pur di arrivare al nocciolo della questione. Si tratta della prima volta in assoluto in cui degli espedienti narrativi in The Last of Us sembrano, anche solo leggermente, forzati per necessità narrative e produttive. Il senso di comunità viene ridimensionato a pochissimi personaggi, e i fedeli in realtà restano sullo sfondo dei primi minuti dell’episodio. Mostrare qualche passaggio in più sulla burocrazia e gli stili di vita di questo gruppo di umani, così come è stato fatto per gli altri nelle scorse puntate, avrebbe sicuramente giovato. Anche perché l’episodio parla di bisogni individuali, quelli che in realtà sono i cattivi, si rivelano essere delle semplici persone che hanno subito un lutto per mano di Joel, in un mondo dove nessuno riesce più a fidarsi dell’altro. Nell’episodio sono mossi dalla vendetta e dalla fama. Nessuno è innocente, nessuno è colpevole. Tranne Padre David, personaggio decisamente negativo nella sua parabola in discesa.

L’arco narrativo di Ellie è finalmente compiuto

Di forte impatto in The Last of Us 1×08 è il modo in cui Ellie con grande rabbia riesce a sottrarsi da David, che nel frattempo sta provando ad abusare sessualmente di lei, accoltellandolo ripetutamente. La macchina da presa mossa sapientemente da Ali Abbasi per tutto l’episodio, resta in realtà statica e “subisce” gli schizzi di sangue dovuti alla rabbia senza freni della bambina. Pur di difendersi, Ellie compie per l’ennesima volta il gesto dell’omicidio, e ancora una volta senza una vera e propria scelta. L’unica morte che Ellie ha inflitto senza obblighi, è stata quella dell’infetto trovato nel terzo episodio. In quel caso, le coltellate erano mosse dalla rabbia e dalla curiosità prima, ma i sentimenti interni alla ragazzina protagonista sono stati mostrati gradualmente sin dall’inizio della serie. Ellie era partita come una quattordicenne dai toni leggeri e per certi versi fastidiosi, ora agli occhi degli spettatori è diventata una vera e propria protagonista, anche tragica in alcuni tratti.

Bilanciando gli episodi e dedicando gli iniziali a Joel, quelli finali pendono tutti per Ellie. I due, così facendo, si ritrovano perfettamente caratterizzati, a 360 gradi, e il loro rapporto è culminato in questo “bisognoso” quanto necessario abbraccio. Ellie ha subito tutto quello che ha subito in questo episodio per amore verso Joel, e Joel in passato ha preso decisioni drastiche per proteggere la bambina, ormai sua figlia. I due si sono sintonizzati definitivamente, e chi conosce il finale del videogioco sa perfettamente cosa aspettarsi nell’ultimo episodio. Ormai è giunto il momento di attendere, forse troppo presto, il finale di stagione in cui gli spettatore probabilmente verseranno parecchie lacrime. Ma prima, ci si aspetta una grande sequenza d’azione come poche volte si è vista in The Last of Us.

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Christian D'Avanzo
Cinefilo dalla nascita e scrittore appassionato. Credo fermamente nel potere dell'informazione e della consapevolezza. Da un anno caporedattore della redazione online di Quart4 Parete, tra una recensione e l'altro. Recente laureato in scienze della comunicazione - cinema e televisione presso l'università degli Studi Suor Orsola Benincasa.