Recensione – The Last of Us 1×09: “Look For The Light”

La recensione di The Last of Us 1x09

La serie TV del momento è The Last of Us, prodotta e distribuita da HBO Max che ha prontamente pubblicato i dati del successo. In Italia, la serie basata sull’omonimo videogioco, è stata mandata in onda contemporaneamente con gli Stati Uniti su Sky Atlantic ogni settimana alle 3 del mattino di lunedì, mentre in America è ancora domenica. Nonostante la cerimonia degli Oscar è stata in diretta televisiva proprio domenica, sui canali di HBO è stato mandato in onda il delicato finale di stagione di The Last of Us, il nono ed ultimo episodio della serie. Scritta dal creatore Neil Druckmann e con la supervisione di Craig Mazin, produttore della mini serie Chernobyl sempre su HBO, The Last of Us ha appassionato numerosi videogiocatori e soprattutto è riuscita a coinvolgere un nuovo pubblico che non conosceva i personaggi prima della serie. Ecco la trama e la recensione di The Last of Us 1×09: “Look For The Light”.

SEGUE SPOILER!!!

La trama del finale di stagione di The Last of Us

Il finale di stagione di The Last of Us è stato atteso con particolare trepidazione. Dopo gli eventi accaduto nella scorsa puntata dove Ellie ha dovuto affrontare Padre David, ma nello stesso tempo ha ritrovato la paternità di Joel. Nel nono ed ultimo episodio della prima stagione, la ragazzina è visibilmente segnata da ciò che le è accaduto nel corso delle vicende narrate, esposte anche con il flashback del settimo episodio e DLC del videogioco. Ellie ha perso tutti quelli che ha amato, sin dalla sua nascita. Infatti, l’incipit del finale di stagione parte raccontando le origini della bambina neonata. Il parto della madre è stato parecchio travaglio, e in quanto facente parte delle Luci doveva trovarsi in situazioni pericolo. Si vede la donna che corre in preda al panico mantenendosi il pancione, e dietro di lei c’è un infetto “runner” che in lei vede una preda, forse doppia dato ciò che ha in grembo. Trovata una struttura abbandonata, la madre di Ellie vi entra e riesce a rallentare la corsa dello zombie, che comunque la raggiunge e si trovano a doversi fronteggiare.

La donna riesce ad avere la meglio accoltellando l’infetto, ma viene morsa. Allattando la figlia, il Cordyceps cresce con Ellie da quando era neonata sviluppandosi nel cervello. Marlene entra in stanza e durante una conversazione tenuta con la donna, prende con sé Ellie. Questi due personaggi si conoscono da una vita a detta loro, e dunque Marlene si fida ciecamente e decide di crescere la neonata uccidendo la madre prima che si trasformi. La stessa madre che ha chiesto all’amica di custodire il coltello con la quale è riuscita ad uccidere l’infetto, salvando Ellie. Infatti, Marlene dovrà poi darlo alla bambina una volta cresciuta. Nel frattempo si torna alla narrazione presente, dove Joel si è ormai ripreso del tutto e tenta caparbiamente di parlare con Ellie, che però è sovrappensiero costantemente. Dopo il trauma vissuto a causa di Padre David, la ragazzina è decisa a terminare la missione e non vuole tornare indietro per vivere nella comunità di Tommy. I due hanno un momento catartico mentre passeggiano recandosi a destinazione, e ammettono la propria definitiva verità: Joel voleva uccidersi dopo aver perso Sarah, ma istintivamente ha scostato la testa quando ha premuto il grilletto per suicidarsi; allo stesso tempo Ellie ha dovuto uccidere Riley, la persona che amava poiché trasformatasi in un infetto.

Ellie evidenzia come coloro che ha incontrato durante il suo percorso, sono state vittime di un mondo malato e incurabile, e per questo si mostra ottimista nel voler fornire lei stessa la cura. Quando l’esercito delle Luci non riconosce i due, li attaccano prendendoli alla sprovvista e li portano con loro in ospedale, dove ad accoglierli c’è Marlene. La donna parla con Joel una volta risvegliatosi, e gli dice che i medici stanno preparando Ellie per l’intervento: avendo sviluppato il fungo e crescendo quest’ultimo nel cervello, devono poter accedere all’organo della bambina per poter asportare le cellule e riprodurle, ricavando così una cura per l’umanità. Joel non riesce ad accettare quello che sta per accadere, a seguito del suo sfogo personale e di aver praticamente fatto presente ad Ellie di vederla come una figlia, decide così di impedire che le Luci potessero ucciderlo per fare di lei un siero.

In una sequenza Joel uccide i soldati e i medici, riprendendo con sé la ragazzina, che nel frattempo è addormentata sotto sedativi. Quando in macchina rinviene, e mentre i due sono in cammino verso la comunità di Tommy, Ellie si mostra dubbiosa per quanto avvenuto: Joel le ha raccontato che ci sono tantissimi altri casi di persone immuni come lei e che non è stato possibile trovare una cura. Nel frattempo, sempre a detta dell’uomo, i banditi hanno attacco l’ospedale in cui si trovavano le Luci, uccidendo anche Marlene. Ellie sembra non credere a questa versione, e con le lacrime agli occhi chiede a Joel la verità, ma l’uomo le giura che quanto raccontato è la verità. Sul primo piano di Ellie, si conclude così la prima stagione di The Last of Us, dopo nove episodi.

La recensione del finale di stagione di The Last of Us: occasione mancata?

Il finale di stagione di The Last of Us evidenzia i grandi pregi districati durante tutto l’arco narrativo partito dal primo episodio fino all’ultimo. Tuttavia, negli ultimi tre sono stati fatti dei passi indietro e, soprattutto, sono fuoriuscite delle incertezze che hanno purtroppo abbasso la qualità del prodotto. The Last of Us resta comunque un’ottima serie e una, se non la, migliore trasposizione videoludica mai fatta. Questo sia in termini di rispetto dello spirito della serie che nella riproposizione tecnica di certe dinamiche presenti nel videogioco, mescolando i diversi linguaggi quali quello cinematografico, videoludico e seriale. Non ci sono dubbi sull’enorme qualità di questo prodotto targato HBO Max, ma a deludere sono state alcune dinamiche degli ultimi tre episodi. La sensazione è come quella di essere partiti a razzo per cinque episodi, mantenendo con costanza alta l’asticella della scrittura, quindi dei tempi, e dell’estetica. La tensione è sempre stata costruita con grande consapevolezza di mezzi e contenuti, ma purtroppo quest’ultima è venuta a mancare dal settimo fino al nono episodio.

Va chiarito che si tratta di tre episodi di alta qualità, nonostante tutto, ma non raggiungono l’eccellenza mostrata in precedenza negli altri cinque. Cosa è mancato? La gestione del ritmo, senza troppi giri di parole. In sostanza, molte delle dinamiche presenti sono meravigliose per il ritratto psicologico dei personaggi e per la relazione imbastita tra Joel ed Ellie, ormai straripata e soprattutto veicolata con sana arguzia e saggezza. A mancare quasi totalmente, o comunque si tratta di un minutaggio piuttosto scarso complessivamente, è l’azione. Se l’uso narrativo delle immagini e degli elementi in scena sono fondamentali per il proseguo e per gli sviluppi dei protagonisti, la mancanza d’azione ridotta a qualche sequenza (a causa del budget?) non rende giustizia al prodotto distribuito. Si tratta pur sempre di un’opera televisiva, eppure la sensazione è che si poteva dare di più. Gli infetti sono usati col contagocce e in maniera piuttosto furba qua e là durante il corso degli episodi, ed evidentemente è stato sacrificato tutto il climax d’azione dell’ultimo episodio. Joel uccide i soldati delle Luci in maniera cinica e spietata, ma la sequenza di montaggio con dissolvenze e colonna sonora melensa in sottofondo è un taglio in termini di epica e di minutaggio, giusto perché si deve arrivare a quella conclusione per far contenti tutti.

La sensazione, in fin dei conti, è quella scritta negli appuntamenti precedenti: aggiungere minuti o episodi avrebbe avvalorato ancora di più una serie TV che si dimostra ottima, ma che non riesce a spiccare il volo. Si nota che il budget è stato proporzionato in base al racconto, e si è scelto di sacrificare la presenza massiccia degli infetti e dell’azione, apice del videogioco. Al contrario, viene evidenziata ed espansa la psicologia dei personaggi attraverso un sapiente uso della semina e della raccolta delle informazioni, sempre utili e mai ridondanti. Tra i picchi c’è sicuramente l’emotività di questo finale, siccome Ellie è visibilmente scossa e contrariata a vivere una vita così, ricca di insidie e con le persone che ami in perenne pericolo. Quindi la ragazzina ha deciso, sacrificherebbe sé stessa pur di mettere fine alle atrocità portate dalla pandemia nell’ormai lontano 2003. Joel dalla sua percezione ha compreso che vivere vale la pena quando si ama qualcuno, e una volta che con Ellie ha legato a tal punto da considerarla sua figlia, non vuole privarsene più. Si tratta di due punti di vista che, anche e soprattutto grazie alle capacità attoriali dei due protagonisti, riescono ad emergere con maggiore convinzione anche rispetto al videogioco. In questo senso la serie TV supera la materia base da cui trae linfa, ma pecca per i restanti elementi sopracitati.

The Last of Us 1×09: Ellie o Joel? Questione di punti di vista

La consapevolezza narrativa di The Last of Us e la lungimiranza in termini di scrittura si è avvertita anche nel finale di stagione. I punti di vista sono sempre stati esibiti nei diversi episodi, sia nell’ottavo e precedente, che nel quinto con la contrapposizione tra le ragioni personali di Harry e di Kathleen. Anche in questo caso c’è una differente percezione: Ellie non ci sta a vivere in un mondo alla deriva, vuole fare qualcosa per dare un senso a tutto questo e si intuisce che sacrificherebbe anche sé stessa per questo. Joel, invece, conosce l’umanità da prima della pandemia e sa che ciò che era intrinseco negli individui è stato soltanto accentuato dalla propagazione del virus. Inoltre, ha trovato l’amore nuovamente in Ellie, e non vuole privarsene. Tuttavia, Ellie quando incontra la giraffa sembra essere attaccata alla vita, ma in realtà è soltanto un modo per comunicare quanto potesse essere splendida la vera vita (e non la mera sopravvivenza), prima della pandemia. La bambina farebbe di tutto pur di restituire questo all’umanità.

Qui più che nel videogioco, conta questa contrapposizione anche in scala emotiva. Siccome si lascia allo spettatore un dettaglio, ovvero il come Ellie sia diventata immune, si sa che la bambina è l’unica speranza per l’umanità. Nel gioco, infatti, ci può ancora essere questa speranza e Joel poteva essere in qualche modo giustificato. Al contrario, nella serie TV viene rimarcato questo sentimento che l’uomo ha nei confronti di Ellie, ed empaticamente chi sta osservando sa che Joel non vuole perdere un’altra figlia, per nessuna ragione al mondo, nemmeno per salvare le persone ancora in vita. Questione di punti di vista, è vero, ma se Joel può essere compreso, Ellie dà la sensazione di non fidarsi delle parole del padre putativo e, grazie alla splendida recitazione di Bella Ramsey, questo dubbio la tormenta sin dal momento in macchina fino al primo piano finale con il quale si conclude questa prima stagione.

C’è ancora tanto da scoprire, le storie da raccontare non finisco qui e non si può far altro che attendere la seconda stagione, pur restando soddisfatti (non pienamente, purtroppo) della prima. Ellie (spettatore) perdonerà e comprenderà Joel? Entrambi lo hanno già fatto perché nel profondo ne sono consapevoli? Le risposte possono essere varie.

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Christian D'Avanzo
Cinefilo dalla nascita e scrittore appassionato. Credo fermamente nel potere dell'informazione e della consapevolezza. Da un anno caporedattore della redazione online di Quart4 Parete, tra una recensione e l'altro. Recente laureato in scienze della comunicazione - cinema e televisione presso l'università degli Studi Suor Orsola Benincasa.