After Life 3 è davvero necessario? Che cosa aspettarsi da una nuova stagione della serie di Ricky Gervais

After Life 3 è davvero necessario? Che cosa aspettarsi da una nuova stagione della serie di Ricky Gervais

Buona norma, spesso taciuta per ragioni di carattere strutturale, è quella che porta un qualsiasi tipo di prodotto artistico a riconoscere il momento di massima espressione, si direbbe quasi di apogeo. Nella storia dell’arte ci sono stati diversi artisti che hanno capito quando fermarsi, per evitare quegli inevitabili declini dettati dal tempo e dalla mancanza di una espressione precisa; The Smiths, in campo musicale, è l’esempio più emblematico che possa essere offerto, mentre dal punto di vista cinematografico e televisivo sono esistiti tanti esempi di serie tv finite nel momento giusto, di prodotti che “era meglio finissero prima”, di produttori e registi che rinnovano una realtà già conclusa, grazie al più piccolo spiraglio che potesse offrire un’occasione per farlo.

Le logiche di mercato incontrano spesso quelle morali ed estetiche e, in alcuni casi, hanno anche la meglio: After Life 3 potrebbe essere la giusta sintesi di questo discorso o, precludersi la possibilità prima di osservarla, un esperimento riuscito e portato al termine nel migliore dei modi. La serie tv scritta, diretta, prodotta e interpretata da Ricky Gervais ha ottenuto un grandissimo successo nell’ambito della piattaforma di streaming Netflix, così tanto da portare il desiderio dei fan ad essere assecondato, come da ammissione dello stesso stand-up comedian. Tra polemiche e perplessità, tra gioia degli spettatori di After Life e uno sguardo critico meno propenso alla felicità, la terza stagione del prodotto televisivo porta con sé una serie di dubbi che si insidiano tutti nella stessa domanda: After Life 3 è davvero necessario? Vale la pena cercare di capirlo guardando a diversi elementi.

Il senso di After Life in 12 puntate totali, tra ironia e caratterizzazione della realtà

Chi ha osservato After Life per la prima volta l’ha fatto con una consapevolezza: ridere o sorridere, almeno in qualche occasione. Non si tratta certamente di un presupposto sbagliato, se si pensa che la serie tv è stata scritta, diretta, prodotta e interpretata da Ricky Gervais, che fa della comicità e della satira il motivo stesso della sua carriera. Ovviamente, gli stessi che hanno approcciato la prima volta a un prodotto televisivo simile sapevano quale potesse essere – per sommi capi – il carattere di una serie tv che cerca di distaccarsi da una caratterizzazione solo ironica, affrontando una realtà diametralmente opposta alle corde del comico e attore, in grado di reinventarsi ed eccellere anche in un contesto che naturalmente gli sarebbe lontano.

After Life non è profonda depressione osservata sul piccolo schermo, sia chiaro: è una delle più lucide caratterizzazioni della realtà che possano essere osservate in un contesto posticcio, macchiettistico quasi, dominato da poche scene, ancor più pochi personaggi e tanto altro. Tra gli stereotipi di una realtà quasi cartonata emerge il vero valore della serie tv in 12 puntate: saper superare, qualora sia possibile, il momento più difficile della propria esistenza, affrontando ogni naturale processo evolutivo del proprio dolore. Dalla rabbia all’odio, passando per il pianto e la disperazione, incontrando l’euforia della novità e la disillusione, poi la nuova illusione e tanto altro. After Life potrebbe calarsi in ogni contesto della realtà e, in ogni caso, sarebbe ricoprirne perfettamente i contorni, grazie ad uno splendido lavoro realizzativo di Ricky Gervais, che ha saputo come creare un prodotto circolare attraverso la volontaria scelta di un numero esiguo di qualsiasi tipo di elemento.

Perchè una nuova stagione di After Life?

La risposta all’interrogativo relativo al perchè di una nuova stagione di After Life è molto semplice, e non vale la pena dilungarsi più di tanto nello spiegare quali siano le logiche che animano prodotti televisivi e cinematografici; After Life è presente su Netflix che, osservando un’attenzione particolarmente elevata per la serie tv di Ricky Gervais, ha richiesto la lavorazione di una nuova stagione. Il traguardo è certamente positivo per il comico e attore, in grado di ottenere un grandissimo successo anche al di là della stand-up comedy, per la quale è celebre.

Che cosa aspettarsi da After Life 3?

A questo punto, date le doverose premesse, risulterebbe essere sbagliato demolire il prodotto televisivo semplicemente perchè si rinnova, pur seguendo delle esigenze mediatiche che animano carriere, al di là di quanto gli spettatori possano percepire. Nascendo da un bisogno, After Life 3 cercherà sicuramente di accontentare questa necessità stessa, attraverso delle chiavi narrative che potrebbero far storcere il naso, ma che ritroverebbero comunque una via di risoluzione seguendo – si spera – lo stesso filone che ha caratterizzato le prime 12 puntate di After Life. 

Se nelle prime due stagioni del prodotto televisivo Ricky Gervais aveva creato un piccolo dramma plautino autoconclusivo, adesso dovrà servirsi di qualsiasi spiraglio, elemento per riuscire a prolungare un qualcosa che sembrava aver già conosciuto la sua fine. Non che gli elementi manchino: l’evoluzione della nuova vita di Tony, le sue nuove consapevolezze, la voglia di andare oltre il suo dolore possono caratterizzare una nuova base da cui ripartire, non si sa se con la prospettiva di un nuovo dolore o di una definitiva liberazione. Insomma, anticipare quelle che per ora sono soltanto bozze è particolarmente ambizioso ma, confidando nel talento di Ricky Gervais, non si può che essere curiosi rispetto ad un qualcosa che – pur non essendo inizialmente previsto – potrebbe essere perfettamente sensato nel suo contesto.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.