Alan Moore e le feroci dichiarazioni contro i film sui supereroi

Alan Moore contro i film sui supereroi, dichiarazioni dello scrittore e fumettista

Negli ultimi anni, osservare critiche – da parte degli addetti ai lavori – mosse nei confronti dei film sui supereroi o, molto più concretamente, nei confronti dei prodotti Marvel, è stato tutt’altro che raro. In molti, tra registi, sceneggiatori, attori e addetti ai lavori, hanno avuto modo di parlare e contestare queste pellicole, a partire da Martin Scorsese che è stato poi seguito da tanti altri, in ultimo Francis Ford Coppola. Una delle dichiarazioni più feroci, in merito ai film sui supereroi (pur senza quella precisazione di prodotti Marvel che, dunque, sostanzialmente include anche prodotti DC e di altre case di produzione cinematografica), è stata quella di Alan Moore, che è tornato a parlare di questi prodotti, ritenendoli come la rovina del cinema.

Alan Moore e le sue considerazioni suo film di supereroi

Che il rapporto tra il padre di Watchmen e V per Vendetta, con i film sui supereroi, non fosse particolarmente felice, lo si era già compreso dalle dichiarazioni passate che Alan Moore aveva tenuto a proposito di queste tipologie di prodotto; in particolar modo, lo scrittore e fumettista britannico, aveva invitato i suoi fan a non vedere alcuni film sui supereroi a partire dal primo Batman di Tim Burton che rappresenta, a suo dire, l’inizio di una discesa culturale che ha investito il cinema, provocando il suo declino.

In particolar modo, secondo Alan Moore, i film sui supereroi hanno comportato non soltanto una rovina del cinema ma anche una rovina della cultura che, come spiegato dalle dichiarazioni più recenti, può essere ritenuta come una mossa fascista. In particolar modo, il britannico si è anche espresso a proposito delle produzioni di Hollywood, che hanno spesso rubato idee e personaggi ai propri autori. Chi conosce Alan Moore sapeva, dunque, delle posizioni politiche e culturali del personaggio a proposito di queste tipologie di film, ma le recenti dichiarazioni da parte del britannico hanno portato a un ampliamento ancor più considerevole delle sue idee a tal proposito.

Le nuove dichiarazioni di Alan Moore sui film di supereroi

A seguito delle precisazioni a proposito di quali fossero le considerazioni di Alan Moore, a proposito dei film di supereroi, vale la pena sottolineare quali siano state le nuove parole del fumettista e scrittore britannico, che ha spiegato quanto segue:

Centinaia di migliaia di adulti si mettono in fila per guardare personaggi e situazioni che sono stati creati per intrattenere dei dodicenni di sesso maschile di 50 anni fa. Non pensavo davvero che i supereroi fossero una cosa da adulti. Un fraintendimento nato da quello che è accaduto negli anni ottanta – per cui devo assumermi una buona parte di colpa anche se è stato qualcosa che ho fatto in maniera non intenzionale – quando opere come Watchmen sono apparse per la prima volta. C’è stato un aberrante quantitativo di titoli strillati che sostenevano “I fumetti sono cresciuti”. Ma tendo a ritenere che no, i fumetti non sono cresciuti. C’era qualche titolo che tendeva ad essere più adulto del solito. Ma la maggior parte di essi… era la stessa roba di sempre. Non erano i fumetti che stavano crescendo. Si è trattato più dell’incontro fra i fumetti che incontravano l’età emotiva del pubblico che andava in direzione opposta. Ho già detto nel 2011 che pensavo che avrebbe avuto delle implicazioni serie e preoccupanti per il futuro il fatto che milioni di adulti si mettessero in fila per vedere i film di Batman. Perché quel genere d’infantilizzazione – quella spinta verso tempi e realtà più semplici – può spesso essere una precorritrice del fascismo.

A proposito della maschera di V per Vendetta, utilizzata come simbolo di protesta, l’anarchico britannico si è espresso con simpatia: “Non posso approvare tutto quello che le persone che vedono un’icona in quella maschera potrebbero fare in futuro, questo è chiaro. Ma sono rincuorato che sia stata adottata in lungo e in largo dai movimenti di protesta in tutto il mondo. Perché oggi più che mai abbiamo bisogno di movimenti di protesta.”

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.