L’Attacco dei Giganti: l’episodio 80 (4×21) chiude un cerchio di 2000 anni

L'Attacco dei Giganti: l'episodio 80 (4x21) chiude un cerchio di 2000 anni

Da te, duemila anni fa. E’ il titolo dell’ottantesimo episodio di Attack on Titan, nonché 21esimo della quarta – e ultima – stagione del prodotto seriale. L’episodio in questione, fin dal suo titolo, pone in essere un interessante parallelismo con il primo dell’anime, sottovalutato per la sua intera portata e, soprattutto, per l’insieme di messaggi che solo a posteriori possono essere compresi. Che si sia trattata di una scelta realizzata in corso d’opera o di una decisione presa a priori, il risultato è maestoso e pregevole, degno delle migliori regie e, soprattutto, ennesimo quanto necessario indicatore di una cura strutturale del prodotto che ha pochi pari nel mondo degli anime e della serialità. Cercando di analizzare nel dettaglio tutto ciò che l’episodio 80 di L’Attacco dei Giganti ha mostrato, è importante definire quella che appare come una vera chiusura del cerchio. Un cerchio che, come suggerito dal titolo dell’episodio in questione, dura da ben 2000 anni.

La trama di Da te, duemila anni fa, episodio 80 di Attack on Titan

I conoscitori di Attack on Titan e tutti coloro che hanno osservato l’anime con attenzione avranno sicuramente notato che il titolo dell’episodio 80 della serie mostra tutti i parallelismi con il titolo del primo episodio de L’Attacco dei Giganti. Il titolo in questione era “A te, tra duemila anni” e – non avendo una conoscenza completa di tutto ciò che sarebbe stato osservato sul piccolo schermo – non si poteva comprendere fino in fondo la ragione di tale scelta; in virtù dell’80esimo episodio, che sembra chiudere idealmente un cerchio durato duemila anni, tutte le risposte arrivano, ancora una volta grazie al parallelismo necessario tra la realtà del presente e quella in cui, invece, il tempo è presente, passato e futuro. La coordinata, il luogo mistico ed etereo in cui Eren e Zeke vengono a contatto con la fondatrice Ymir, si rivela essere finalmente oggetto di degna spiegazione e di risoluzione di una trama molto intricata, ma non per questo impossibile da definire nel dettaglio.

Dopo aver visto tutti i ricordi di Grisha Jaeger, padre di Zeke ed Eren, e aver scoperto che il Gigante d’Attacco tramandato da Grisha ad Eren può trascendere il tempo, mostrando i ricordi del passato e del futuro, i due fratelli si ritrovano nella coordinata, in cui la fondatrice Ymir – dato l’ordine di Zeke, in grado di comandarla perchè di sangue reale – sta per ultimare il suo compito: donare l’infertilità agli eldiani, per permettere che il destino dei giganti si compia nel modo più drammatico possibile, attraverso la loro estinzione. Tuttavia, Eren riesce ad andare oltre uno dei limiti imposti dalla coordinata, limitandosi dei vincoli ai quali era incatenato e, soprattutto, riuscendo a parlare a Ymir, dissuadendola dall’ordine che le era stato dato precedentemente da Zeke.

E’ in quel momento che l’episodio mostra una grande digressione nella vita di Ymir, la fondatrice dell’impero dei giganti; la donna, una schiava che era stata condannata a morte per aver lasciato fuggire un maiale, era stata liberata dal suo re al solo fine di vivere la tortura fino alla fine della sua vita ma, riuscendo a fuggire, è venuta a contatto con una strana creatura che – legandosi al suo midollo spinale – ha provocato la sua trasformazione in gigante. Avendo compreso il suo grande potere, il re ha deciso di legarsi a Ymir, al fine di avere diversi figli da lei e, soprattutto, potendo dominare il mondo attraverso la forza sovrumana dei giganti. Dopo la morte della fondatrice, che si è sacrificata per salvare il suo re da un agguato, i figli di Ymir si sono cibati della madre, assumendo il suo liquido spinale e dando inizio all’incredibile catena di eventi che ha portato fino a Eren e al mondo in cui il giovane Jaeger esiste. Basandosi su questi ricordi, che Eren possiede essendo venuto a contatto con il Gigante Fondatore, il giovane è riuscito così a convincere Ymir e a dissuaderla dal suo comando primario. In questo modo, la fusione definitiva tra la fondatrice ed Eren (idealmente rappresentata dal midollo spinale che collega la testa decapitata di Eren al suo corpo) ha provocato, per la prima volta, il “boato della terra” che tanto spaventava il popolo di Marley. E’ lo stesso Eren a parlare al mondo e a comunicare quanto accaduto: l’effetto dell’indurimento è svanito e tutti i giganti intrappolati nelle mura sono stati liberati, con il solo obiettivo di distruggere il mondo e ogni possibile oppositore di Eldia.

Recensione dell’episodio 80 di L’Attacco dei Giganti

Attack on Titan ha già ampiamente dimostrato, prima del suo importantissimo 80esimo episodio, di vivere attraverso una ideale crescita estetica, contenutistica e narrativa, che di discosta dalle naturali rappresentazioni di anime in cui, invece, si va molto spesso verso un naturale calando dopo le impressioni positive e le sorprese delle prime stagioni. Riuscire a tenere un’asticella costantemente elevata è sintomo di un impegno di regia costantemente elevato e, soprattutto, di una completa adesione alle atmosfere del manga di L’Attacco dei Giganti, particolarmente amato dai fan del genere.

Idealmente, la grandissima attesa che ha accompagnato gli spettatori per ben 80 episodi, prima di scoprire tutta la verità e di avere le risposte a tutti i propri interrogativi, è la stessa che ha interessato l’intero popolo di Eldia, voglioso di conoscere l’origine e l’esito del proprio destino. In questa tipologia di rappresentazione sovrapposta, in cui anche l’assenza di azione non è assolutamente noiosa o pesante ma carica di una tensione crescente e costante, spicca tutta la grandissima qualità dello Studio MAPPA, in grado di ottenere un prodotto in grado di appassionare ogni tipologia di spettatore, accompagnandolo con mano verso l’esito dell’anime e non lasciandolo mai spaesato di fronte alle sue maestose rappresentazione. Relativamente all’episodio, ad esempio, è straordinaria la rappresentazione dei personaggi del passato – tra cui la fondatrice Ymir -, ottenuta attraverso un tratto meno netto rispetto a tutti gli altri del presente e, soprattutto, in virtù della totale assenza di occhi. Occhi che, nel caso di Ymir, possono finalmente osservarsi dopo il racconto dell’episodio e dopo le parole di Eren, che sono state in grado di convincerla a cambiare il suo destino. In un turbine di emozioni, che permettono di non guardare mai ogni personaggio con la stessa opera di giudizio, si è idealmente chiuso un cerchio durato 2000 anni, e l’attesa dei fan nell’osservare il destino di Eldia è altissima.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.