Charile Says: la vera storia che si cela dietro il film

Charlie Says

Film drammatico del 2018, Charlie Says è diretto da Mary Harron e vede l’attore Matt Smith nei panni del famigerato assassino psicopatico Charles Manson. La pellicola ha riscosso una buona dose di consensi all’uscita, nonostante abbia incassato una cifra davvero irrisoria al botteghino, e si incentra su quanto accaduto negli anni ’60 per mano della setta di Manson. Sono diverse le testimonianze cinematografiche dei sanguinosi avvenimenti verificatesi negli Stati Uniti a causa sua e della sua dottrina. Tra film biografici come Charlie Says e rivisitazioni originali come l’ultimo lavoro di Quentin Tarantino, C’era una volta a… Hollywood, è chiaro che i fatti di Cielo Drive siano entrati a far parte dell’immaginario cinematografico a gamba tesa, come un vero e proprio trauma da esorcizzare. Ma qual è la storia vera che si cela dietro Charlie Says? La scopriremo nel dettaglio in quest’articolo.

Charlie Says: la trama del film

La trama del film si basa, come detto, su una storia vera. Nella fattispecie, però, la pellicola segue le vicende di Karlene Faith, una ricercatrice che lavora al fianco di tre giovani donne della Famiglia Manson. Le tre entrano a far parte della setta dopo essere state indottrinate dal suo fondatore. Saranno, poi, condannate alla pena di morte per il coinvolgimento nei crimini durante i quali videro la morte cruenta ben nove persone, tra cui Sharon Tate, brillante diva di Hollywood.

La loro pena sarebbe stata, poi, convertita in un ergastolo. Karlene Faith si imbatterà in loro proprio in carcere, essendo una docente universitaria impegnata in un progetto di rieducazione dei detenuti. Qualcuno vedrà le tre assassine di buon occhio e le proporrà di inserirsi nel programma dove comprenderanno i deprecabili atti di cui si sono macchiate.

Col tempo, la Faith scoprirà le diverse sfaccettature delle menzogne costruite da Manson per fare il lavaggio del cervello alle giovani. Le prediche dello psicopatico cominceranno a vivere nella mente della donna come veri e propri flashback. Grazie a questi, poi, lo spettatore ha modo di vivere i punti salienti della vita nella setta, fino all’assassinio di Sharon Tate. Alla fine del film, una delle tre ragazze comprenderà la gravità di quanto accaduto e rifiuterà pubblicamente Manson e la sua dottrina violenta.

La storia vera che si cela dietro la pellicola

Il film del 2018, Charlie Says si ispira, come già precedentemente accennato, ad una storia vera, ossia quella del famigerato criminale statunitense Charles Manson. Le sceneggiature della pellicola traggono libera ispirazione dai libri The Family, firmato da Ed Sanders e da The Long Prison Journey of Leslie Van Houten, di Karlene Faith. Come detto nel paragrafo dedicato alla trama, Charlie Says si incentra proprio sulle vicende di quest’ultima e sul suo lavoro con Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Leslie Van Houten presso la California Institution for Women, a metà degli anni ’70.

Nel film vediamo come, all’inizio della sua carriera, la dottoressa sia riuscita ad aiutare le tre donne a comprendere a pieno l’entità dei loro crimini. Charles Manson viene ricordato per il suo passato di killer psicotico. Il criminale si è, infatti, macchiato di essere il mandante di due degli eventi più sanguinari nella storia degli Stati Uniti d’America, l’eccidio di Cielo Drive, in cui morirono Sharon Tate e altri quattro suoi amici e quello di Leno LaBianca e sua moglie.

Chi era Charles Manson?

Charles Manson nacque a Cincinnati, nello stato americano dell’Ohio nell’ormai lontano 12 novembre del 1934. Visse in un contesto molto difficile. Sua madre, Kathleen Maddox, aveva appena sedici anni quando lo diede alla luce, mentre suo padre era un colonnello. Nonostante ciò, lui prese il cognome di William Manson, un uomo con cui la madre aveva vissuto per qualche mese. Kathleen si prostituiva e passò diverso tempo in carcere per reati minori, mentre Charles venne affidato prima ai vicini di casa e, in seguito, ad amici o parenti della madre.

Già in tenera età, Charles subì molti atti di violenza in un istituto per l’infanzia in Indiana. Nel ’67, poi, dopo essere stato in prigione, decise di diventare un musicista e attrarre giovani col suo carisma. La sua “Famiglia” crebbe a vista d’occhio, al punto da cominciare a girare per l’America a bordo di un pulmino, per poi stabilirsi in California. Charles si affermò, in breve tempo, come un vero e proprio leader religioso.

Il potere acquisito lo spinse a vendicarsi di Terry Melcher, un produttore che lo aveva illuso senza scritturarlo, per poi decidere di togliere la vita ai coniugi Polanski. Era il 9 agosto del 1969 quando Manson incaricò i suoi adepti di compiere gli omicidi. Lui, intanto, rimase nel ranch dove risiedeva la setta. La notte seguente, gli assassini avrebbero ucciso anche l’imprenditore Leno LaBianca e sua moglie Rosemary. Charles Manson venne arrestato nel 1970. Dopo che lo stato della California abolì la pena di morte, l’assassino fu condannato all’ergastolo, così come gli adepti della sua setta. Il killer morì in carcere il 19 novembre del 2017.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.