Django, le nuove dichiarazioni di Will Smith: “Ho rifiutato il ruolo a causa di mia figlia”

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Di recente, a causa dell’introduzione del film Django all’interno della popolare piattaforma di streaming Netflix, si è tornati a parlare preponderantemente del film di Quentin Tarantino, che ha ottenuto un grandissimo successo e, soprattutto, un riconoscimento agli Academy Awards, soprattutto attraverso il prestigioso Premio Oscar a Christopher Waltz, per il suo ruolo da migliore attore non protagonista. Il film in questione è stato particolarmente discusso, attraverso recensioni, curiosità e aneddoti di qualsiasi tipo punto a parlare, inoltre, di questo film stesso è stato Will Smith, che ha avuto modo di spiegare per quale motivo non avesse fatto parte del cast, nonostante un desiderio iniziale di Quentin Tarantino, che voleva scritturarlo per il ruolo di protagonista, poi interpretato successivamente da Jamie Foxx. Se in un primo momento Will Smith aveva offerto delle parziali spiegazioni relative al suo rifiuto, di recente è tornato a parlare della questione, spiegando quale sia stata la complicità di sua figlia nel voler rifiutare un ruolo di così tanto grande prestigio, oltre che di prospettiva attoriale. Ecco quali sono state le dichiarazioni di Will Smith.

Filmografia di Will Smith

Al fine di inquadrare il personaggio di Will Smith dal punto di vista prettamente attoriale, è bene sottolineare quali siano stati i ruoli di maggiore importanza che ha avuto modo di interpretare nella sua carriera, soprattutto al cinema.

Will Smith film migliori: i ruoli più importanti interpretati dall’attore statunitense

  • I dannati di Hollywood (Where the Day Takes You), regia di Marc Rocco (1992)
  • Made in America, regia di Richard Benjamin (1993)
  • 6 gradi di separazione (Six Degrees of Separation), regia di Fred Schepisi (1993)
  • Bad Boys, regia di Michael Bay (1995)
  • Independence Day, regia di Roland Emmerich (1996)
  • Men in Black, regia di Barry Sonnenfeld (1997)
  • Nemico pubblico (Enemy of the State), regia di Tony Scott (1998)
  • Wild Wild West, regia di Barry Sonnenfeld (1999)
  • La leggenda di Bagger Vance (Bagger Vance), regia di Robert Redford (2000)
  • Alì, regia di Michael Mann (2001)
  • Men in Black II, regia di Barry Sonnenfeld (2002)
  • Bad Boys II, regia di Michael Bay (2003)
  • Io, Robot (I, Robot), regia di Alex Proyas (2004)
  • Jersey Girl, regia di Kevin Smith (2004) – cameo
  • Hitch – Lui sì che capisce le donne (Hitch), regia di Andy Tennant (2005)
  • La ricerca della felicità (The Pursuit of Happyness), regia di Gabriele Muccino (2006)
  • Io sono leggenda (I Am Legend), regia di Francis Lawrence (2007)
  • Hancock, regia di Peter Berg (2008)
  • Sette anime (Seven Pounds), regia di Gabriele Muccino (2008)
  • Men in Black 3, regia di Barry Sonnenfeld (2012)
  • After Earth, regia di M. Night Shyamalan (2013)
  • Anchorman 2 – Fotti la notizia (Anchorman 2: The Legend Continues), regia di Adam McKay (2013) – cameo
  • Storia d’inverno (Winter’s Tale), regia di Akiva Goldsman (2014) – cameo
  • Focus – Niente è come sembra (Focus), regia di Glenn Ficarra e John Requa (2015)
  • Zona d’ombra (Concussion), regia di Peter Landesman (2015)
  • Suicide Squad, regia di David Ayer (2016)
  • Collateral Beauty, regia di David Frankel (2016)
  • Bright, regia di David Ayer (2017)
  • Aladdin, regia di Guy Ritchie (2019)
  • Gemini Man, regia di Ang Lee (2019)
  • Bad Boys for Life, regia di Adil El Arbi e Bilall Fallah (2020)

Le dichiarazioni di Will Smith su Django e il ruolo di sua figlia

Il ruolo di Django sarebbe stato particolarmente importante all’interno della carriera di Will Smith, che, a seguito dei numerosi successi ottenuti nell’ambito della cinematografia, avrebbe ottenuto una vera e propria consacrazione all’interno del film di Quentin Tarantino, il cui ruolo è stato poi interpretato da Jamie Foxx. Eppure, interpretare un ruolo come quello di Django, il protagonista dell’omonimo film, sarebbe stato piuttosto difficile, soprattutto dal punto di vista prettamente psicologico, dato il contesto di schiavitù all’interno del quale ci si sarebbe dovuti calare. Per questo motivo, se in un primo momento Will Smith aveva affermato che il motivo del suo rifiuto era relativo al fatto che non si trattasse del vero e proprio protagonista, successivamente ha spiegato che la causa del suo rifiuto è stata rappresentata da una frase che sua figlia gli ha detto, relativa proprio all’evitare quel aopra citato contesto.

Ecco quali sono state le dichiarazioni di Willy Smith a proposito: “Ci sono posti in cui potresti non voler andare. Sai, stavo per fare Django. A causa del contesto psicologico in cui avrei dovuto vivere, Willow mi disse ‘Papà, per favore non farlo’. Recitare è compiere un’azione. Impari a simulare in modo autentico la reazione alle circostanze fantastiche che si presentano. Quindi, per farlo, presti attenzione agli esseri umani, impari a relazionarti. Impari ad avere compassione per qualcuno che crede in cose in cui tu non credi. Devi scartare completamente la tua opinione e aprirti alla comprensione emotiva della situazione di qualcun altro, non importa quanto sciocca possa essere per te”.

 

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.