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Golden Globe 2021 e il premio alla carriera per Jane Fonda: il suo splendido discorso di ringraziamento

Tra i tantissimi premi che sono stati assegnati nel contesto dei Golden Globe 2021, di sicuro il più emozionante è stato quello alla carriera per Jane Fonda. C’è bisogno di chiarirsi: la manifestazione cinematografica ha il suo peso dal punto di vista critico, e ogni premio risulta essere particolarmente ambito; tuttavia, ottenere un premio alla carriera in una cornice così importante rappresenta un sogno che non tutti gli attori possono permettersi. Ad essere stata premiata nel contesto è Jane Fonda, che ha vinto l’Oscar come migliore attrice in due occasioni, nel 1972 e nel 1979. L’attrice, produttrice televisiva, attivista e modella statunitense ha accolto il suo premio con uno splendido discorso, che merita di essere considerato.

Chi è Jane Fonda, la vincitrice del Cecil B. Demille alla carriera

Presentatasi al Beverly Hilton con un look invidiabile, Jane Fonda ha fatto parlare la sua sensibilità e non la sua immagine. L’attrice statunitense ha ottenuto il Cecil B. Demille, premio alla carriera per le sue notevoli interpretazioni avvenute nel corso degli anni. La statunitense non è certamente nuova a premi simili: nel corso della sua carriera ha vinto due Oscar, sette Golden Globe, due Premi BAFTA, un Premio Emmy e un David di Donatello. Inoltre, nel 2017 ha ottenuto il Leone d’oro alla carriera alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Filmografia di Jane Fonda

A proposito della sua carriera, vale la pena citare la sua filmografia, a proposito dei successi che l’hanno riguardata nel corso degli anni. Attraverso un impegno cinematografico iniziato nel 1960, la statunitense ha saputo regalare grandi interpretazioni nel corso degli anni. Da Una squillo per l’ispettore Klute a Tornando a casa, ecco qual è la filmografia di Jane Fonda:

  • In punta di piedi (Tall Story), regia di Joshua Logan (1960)
  • Anime sporche (Walk on the Wild Side), regia di Edward Dmytryk (1962)
  • Sessualità (The Chapman Report), regia di George Cukor (1962)
  • Rodaggio matrimoniale (Period of Adjustment), regia di George Roy Hill (1962)
  • Amori proibiti (In the Cool of the Day), regia di Robert Stevens (1963)
  • Una domenica a New York (Sunday in New York), regia di Peter Tewksbury (1963)
  • Crisantemi per un delitto (Les félins), regia di René Clément (1964)
  • Il piacere e l’amore (La ronde), regia di Roger Vadim (1964)
  • Cat Ballou, regia di Elliot Silverstein (1965)
  • La caccia (The Chase), regia di Arthur Penn (1966)
  • La calda preda (La curée), regia di Roger Vadim (1966)
  • Tutti i mercoledì (Any Wednesday), regia di Robert Ellis Miller (1966)
  • E venne la notte (Hurry Sundown), regia di Otto Preminger (1967)
  • A piedi nudi nel parco (Barefoot in the Park), regia di Gene Saks (1967)
  • Tre passi nel delirio, episodio “Metzengerstein”, regia di Roger Vadim (1968)
  • Barbarella, regia di Roger Vadim (1968)
  • Non si uccidono così anche i cavalli? (They Shoot Horse, Don’t They?), regia di Sydney Pollack (1969)
  • Una squillo per l’ispettore Klute (Klute), regia di Alan J. Pakula (1972)
  • Crepa padrone, tutto va bene (Tout va bien), regia di Jean-Luc Godard e Jean-Pierre Gorin (1972)
  • Una squillo per quattro svitati (Steelyard Blues), regia di Alan Myerson (1973)
  • Casa di bambola (A Doll’s House), regia di Joseph Losey (1973)
  • Il giardino della felicità (The Blue Bird), regia di George Cukor (1976)
  • Non rubare… se non è strettamente necessario (Fun with Dick and Jane), regia di Ted Kotcheff (1977)
  • Giulia (Julia), regia di Fred Zinnemann (1977)
  • Tornando a casa (Coming Home), regia di Hal Ashby (1978)
  • Arriva un cavaliere libero e selvaggio (Comes a Horseman), regia di Alan J. Pakula (1978)
  • California Suite, regia di Herbert Ross (1978)
  • Sindrome cinese, regia di James Bridges (1979)
  • Il cavaliere elettrico (The Electric Horseman), regia di Sydney Pollack (1979)
  • Dalle 9 alle 5… orario continuato (Nine to Five), regia di Colin Higgins (1980)
  • Sul lago dorato (On Golden Pond), regia di Mark Rydell (1981)
  • Il volto dei potenti (Rollover), regia di Alan J. Pakula (1981)
  • Terrore in sala (Terror in the Aisles), regia di Andrew J. Kuehn (1984)
  • Agnese di Dio (Agnes of God), regia di Norman Jewison (1985)
  • Il mattino dopo (The Morning After), regia di Sidney Lumet (1986)
  • Old Gringo – Il vecchio gringo (Old Gringo), regia di Luis Puenzo (1989)
  • Lettere d’amore (Stanley & Iris), regia di Martin Ritt (1990)
  • V-Day: Until the Violence Stops, regia di Abby Epstein (2003)
  • Quel mostro di suocera (Monster-in-Law), regia di Robert Luketic (2005)
  • Donne, regole… e tanti guai! (Georgia Rule), regia di Garry Marshall (2007)
  • Peace, Love & Misunderstanding, regia di Bruce Beresford (2011)
  • E se vivessimo tutti insieme? (Et si on vivait tous ensemble?), regia di Stéphane Robelin (2011)
  • The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (The Butler), regia di Lee Daniels (2013)
  • La formula della felicità (Better Living Through Chemistry), regia di Geoff Moore e David Posamentier (2014)
  • This Is Where I Leave You, regia di Shawn Levy (2014)
  • Youth – La giovinezza, regia di Paolo Sorrentino (2015)
  • Padri e figlie (Fathers and Daughters), regia di Gabriele Muccino (2015)
  • Le nostre anime di notte (Our Souls at Night), regia di Ritesh Batra (2017)
  • Book Club – Tutto può succedere (Book Club), regia di Bill Holderman (2018)

Il discorso di Jane Fonda per il suo premio alla carriera ai Golden Globe 2021

Il più grande regalo che Jane Fonda ha saputo offrire nel contesto dei Golden Globe 2021 non è rappresentato soltanto dal premio alla carriera, ma anche e soprattutto dal suo splendido discorso. In una manifestazione che ha offerto una rappresentazione certamente inedita, le parole dell’attrice hanno riportato ad uno stato di cose completamente differente, grazie ad un’attenzione per ogni dettaglio che merita di essere considerata. Ovviamente, come era previsto, il discorso ha saputo lasciare il segno; l’attenzione per la diversità, la lotta sociale che caratterizza la contemporaneità del cinema e della cultura, sono tutti temi trattati da Jane Fonda. 

Nello specifico, ecco quali sono state le parole dell’attrice: “Siamo una comunità di narratori e in momenti di crisi e turbolenza è sempre stata essenziale la capacità di raccontare per cambiare la nostra mente e vivere l’empatia – Con le nostre diversità siamo tutti esseri umani, nella mia vita ho visto tanta differenze ma con cuore aperto e andando sotto la superficie. Gesù e Maometto ci hanno parlato attraverso la poesia perché le forme di narrazione non lineare come l’arte sono quelle che parlano ad un’altra frequenza e penetrano le nostre difese.”

E ancora: “Tanti film quest’anno, da Nomadland a Minari, mi hanno aperto all’amore e ricordato quanto è fracile la nostra democrazia e quando piccolo e fragile il nostro pianeta. C’è una storia che abbiamo paura di vedere e sentire e riguarda le voci all’interno della nostra comunità che prende decisioni e attribuisce premi; portiamo avanti senza paura la diversità. In passato abbiamo marciato, è di nuovo ora di prendere il bastone e rimetterci in marcia”.

Bruno Santini: Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.