House of Gucci, Jared Leto: “Per la mia parte ho dovuto sniffare sugo all’arrabbiata”

House of Gucci, Jared Leto: "Per la mia parte ho dovuto sniffare sugo all'arrabbiata"

House of Gucci rappresenta uno dei film dell’anno, sulla base delle diverse indiscrezioni e delle anticipazioni che sono state fornite a proposito del prodotto cinematografico. Il film di Ridley Scott, che approfondisce tutte le dinamiche che hanno portato alla morte di Maurizio Gucci, avvenuta da parte della Vedova Nera Patrizia Reggiani; gli elementi che permettono di parlare del film in modo approfondito sono notevoli: basti pensare alla presenza di attori di grandissimo livello come Lady Gaga, Adam Driver, Jared Leto e Al Pacino, oltre che all’impianto di trama che domina all’interno del prodotto cinematografico. Le dichiarazioni degli attori, che hanno offerto una prospettiva delle riprese e del lavoro per ottenere il film in uscita il 16 dicembre del 2021, rappresentano un elemento ulteriore di grandissimo valore che non può non essere considerato. Tra le dichiarazioni che hanno fatto sicuramente riflettere ci sono quelle di Jared Leto, che ha parlato di quanto complessa sia stata la preparazione per ottenere il personaggio di Paolo Gucci.

Jared Leto e la preparazione del personaggio di Paolo Gucci

Per ottenere il personaggio di Paolo Gucci e, soprattutto, una personalità incline all’eccesso sotto ogni punto di vista, Jared Leto non si è risparmiato in nessuna delle sue componenti, come sottolineato da alcune delle sue dichiarazioni che sono state offerte a proposito della preparazione del personaggio in sede di riprese sul set. L’attore di Fight Club e Mr. Nobody ha spiegato quali siano stati gli eccessi che ha vissuto sul set: “Dare vita a Paolo è stato come far nascere una palla da bowling dal mio sfintere. Continuo a dire che il mio sedere tremava come due ossi di pollo su quel set. È stata una performance molto fisica. C’è qualcosa nel velluto a coste, credo: quando lo indossi è come se prendessi fuoco.”

E ancora, l’attore ha sottolineato nel dettaglio quali siano state le prove attoriali che l’hanno visto protagonista: “Ho fatto di tutto. Sniffando strisce di sugo all’arrabbiata a metà delle riprese. Avevo l’olio d’oliva al posto del sangue. Ecco quanto sono andato a fondo. Se mi facessi una biopsia della pelle, verrebbe fuori che è parmigiano. Questa è la mia lettera d’amore all’Italia. C’è stato tanto lavoro e preparazione e sì, avevo un accento italiano e mi sono divertito, l’ho accolto, e ho vissuto in quello spazio il più possibile e il più a lungo possibile. Ho scalato quella grotta creativa e sono uscito attraverso le viscere e gli intestini nell’esofago dell’unico e solo Paolo Gucci.

Lady Gaga e le sue immedesimazioni nel personaggio di Patrizia Reggiani

A partire dal cambio di colore dei capelli, diventati castani per l’interpretazione del ruolo, fino alle abitudini da adottare sul set e non solo, anche Lady Gaga ha risentito della personalizzazione del suo personaggio di Patrizia Reggiani, che progressivamente l’ha interessata sempre di più fino a incarnare completamente le determinazioni della Vedova Nera, responsabile e mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci. Lady Gaga si è spiegata nei termini che seguono, offrendo una chiara prospettiva delle immedesimazioni nel personaggio di Patrizia Reggiani: “Finisci per sembrare il personaggio stesso. Non è un’imitazione, è una trasformazione. Ricordo che quando abbiamo iniziato le riprese, sapevo che la sfida più grande sarebbe stata essere sconveniente. Ho avuto qualche difficoltà psicologica ad un certo punto verso la fine della produzione. O ero nella mia stanza d’albergo, vivendo e parlando come Patrizia Reggiani, o ero sul set ad interpretare lei. Ricordo che un giorno sono uscita con un cappello addosso per fare una passeggiata, non ne facevo una da circa due mesi, e sono andata nel panico. Pensavo di essere sul set.

E ancora, la popstar, cantante e attrice ha spiegato quanto segue: “Ho avvertito che avrei potuto davvero rendere giustizia a questa storia solo se mi ci fossi avvicinata con l’occhio di una donna curiosa, quasi con uno spirito giornalistico, così da poter leggere tra le righe ciò che accadeva nelle scene del film. Il che significa che nessuno mi avrebbe detto chi fosse Patrizia Gucci, nemmeno Patrizia Gucci stessa.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.