Il bacio non consensuale di Biancaneve e non solo: tutte le (a volte assurde) polemiche che hanno riguardato la Disney

Il bacio non consensuale di Biancaneve e non solo: tutte le (a volte assurde) polemiche che hanno riguardato la Disney

E’ rimbalzata in modo incredibilmente veloce la polemica che ha riguardato Biancaneve, uno dei prodotti più celebri di sempre che siano stati realizzati dalla Disney. La celebre fiaba, che ha fatto la storia e che nella sua trattazione cinematografica ha appassionato migliaia, milioni di persone, è finita nell’occhio del ciclone a causa di una delle scene finali: quella in cui il Principe bacia la donna, credendola morta, e annulla l’incantesimo che l’aveva portata a un sonno eterno. Il San Francisco Gate, attraverso la voce di due giornaliste, ha sollevato la polemica: se la donna dorme, il bacio può ritenersi consensuale? Secondo quanto esposto dalle due figure, non c’è consenso e il film risulta essere diseducativo nei suoi contenuti. Si tratta soltanto di una delle ultime (e a volte assurde) polemiche che hanno riguardato Walt Disney, spesso accurata nella sua storia di essere razzista, sessista e non solo. Vale la pena considerare la maggior parte delle stesse.

La polemica del San Francisco Gate e il bacio non consensuale presente in Biancaneve

A far scoppiare una miccia che ha avuto subitanea e larga diffusione mondiale è stato il San Francisco Gate, che ha inaugurato una polemica senza dubbio inaspettata. Nella stessa si legge, in sintesi, quanto segue: il bacio che il Principe dà a Biancaneve non conosce consenso, dunque il messaggio è altamente diseducativo e da non far passare per i bambini che osservano il film. Per quanto nel prodotto cinematografico la volontà di Biancaneve sia più volte espressa, il bacio è “rubato” – secondo il San Francisco Gate – e il Principe non poteva sapere dell’incantesimo che aveva portato Biancaneve a un sonno profondo, dunque il suo bacio non ha motivo di esistere, non con queste modalità. 

Così recita l’articolo polemico: “Il nuovo gran finale de “Snow White’s Scary Adventure” è il momento in cui il principe trova Biancaneve addormentata sotto l’incantesimo della Regina Cattiva e le dà il” bacio del vero amore “per liberarla dall’incanto”. Un bacio che lui le dà senza il suo consenso, mentre lei dorme, un bacio che può essere di vero amore solo una persona sa che sta succedendo.”

E ancora: “Non siamo già d’accordo sul fatto che il consenso nei primi film Disney sia una questione importante? Che insegnare ai bambini a baciarsi, quando non è stato stabilito se entrambe le parti sono disposte a impegnarsi, non va bene? [..] È difficile capire perché la Disneyland del 2021 scelga di aggiungere una scena con idee così antiquate su ciò che un uomo può fare a una donna, soprattutto considerando l’attuale enfasi della società sulla rimozione di scene problematiche da giostre come Jungle Cruise e Splash Montagna. Perché non reimmaginare un finale in linea con lo spirito del film e il posto di Biancaneve nel canone Disney, ma questo evita questo problema?”

Le altre polemiche che hanno riguardato la Disney nella sua storia

A questo punto, vale la pena considerare una tendenza che ha riguardato la Disney e che, negli ultimi anni, si è fatta sempre più intensa, riguardando diversi prodotti cinematografici e portando alla richiesta di riqualificazione di grandi classici della storia del cinema animato. Da polemiche sul razzismo a polemiche di natura sessista, vale la pena considerare alcune delle più celebri.

Le polemiche per razzismo per Peter Pan, Aristogatti e non solo

Nella maggior parte dei casi, le polemiche che hanno riguardato la Disney hanno avuto sfondo razziale, sia per messaggi che sono stati equivocati, sia per immagini e scelte stilistiche che sono state certamente stereotipate. E’ opportuno chiarire, in prima battuta, che in tante occasioni queste polemiche sono giustificatissime ma che – in altri – queste stesse sono sembrate quanto meno esagerate; si racconta, proprio a proposito di Biancaneve, che la scena in cui i nani si mettono uno sopra l’altro fu bollata con l’espressione “una pila di ne**i”; e ancora, un’analoga espressione razzista è stata utilizzata nell’ambito dei casting per il film Song of the South. 

In Peter Pan gli abitanti dell’Isola che non C’è hanno le fattezze dei nativi americani, mentre in Lilli e il Vagabondo le gatte siamesi sono rappresentate con connotazioni negative. E non è ancora finita qui: in Fantasia è stata rimossa la scena in cui Sunflower, centaura nera, è costretta a pulire gli zoccoli ad altre centaure, mentre in Dumbo i corvi sono rappresentati con le fattezze e con il vestiario degli afroamericani degli anni ’30 e ’40, oltre che con una volontà ironica che si rifà direttamente alle leggi di segregazione razziale Jim Crow, data l’ambientazione del prodotto cinematografico.

Infine, il film Aladdin è sempre stato accusato di essere promotore di messaggi razziali nei confronti degli arabi, soprattutto per il verso iniziale della canzone Notti d’Oriente, successivamente cambiato a seguito delle polemiche: “Dove ti tagliano l’orecchio se non gli piace la tua faccia/È una barbarie, ma ehi, è casa”.

Polemiche sessiste

Altre polemiche che hanno riguardato la Disney hanno avuto una natura differente, basata su un comportamento della casa di produzione ritenuto – giustamente – sessista. A tal proposito, vale la pena sottolineare la lettera del 1938 in cui la Walt Disney rispondeva a Mary Ford con un messaggio, nel quale sottolineava che “le donne non erano prese in considerazione” per posizioni di natura creativa da ricercare dal punto di vista aziendale. La lettera, ritrovata nel 2014, generò grandissime polemiche che hanno portato diverse attrici a schierarsi contro la nota multinazionale.

Critiche animaliste e relative alla rappresentazione della società

Un ultimo punto, relativo alle grosse polemiche che hanno riguardato la Disney, si rifà ad alcune critiche mosse alla casa di produzione a causa di messaggi sbagliati trapelati dai propri prodotti cinematografici. In particolar modo, le critiche animaliste hanno riguardato due film nello specifico, tra cui La carica dei 101 e Alla ricerca di Nemo. Il primo portò ad aumento incredibilmente elevato di richieste di adozioni di dalmata, molto spesso da parte di un pubblico impreparato a gestire gli animali: il risultato fu un numero di abbandoni particolarmente alto, che portò la Disney ad essere bersaglio di polemiche a causa del messaggio sbagliato che fosse relativo alla gestione e cura dell’animale.

Quanto al secondo film, invece, esso fu criticato a causa di un aumento delle richieste di acquisto di pesci pagliaccio, che portò la Disney a giustificare la propria posizione, spiegando che il film non si esponesse assolutamente in tal senso. Infine, è ancora una volta Biancaneve ad essere stato oggetto di polemica, a causa di una trattazione del tema lavorativo attraverso i nani che, soprattutto nelle loro canzoni, si dicono felici di lavorare nonostante condizioni che – nel film – risultano essere palesemente precarie. Ciò, secondo gli studi effettuati in tal senso, potrebbe aver offerto una rappresentazione sbagliata del mondo del lavoro e delle condizioni sociali ad esso connesse.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.