Il discorso del re è una storia vera? La trama del film di Tom Hooper e le differenze con la realtà

Il discorso del re è una storia vera? La trama del film di Tom Hooper e le differenze con la realtà

Il discorso del re è un film particolarmente importante che, diretto da Tom Hooper, ha fatto il suo esordio, all’interno delle sale cinematografiche britanniche e globali, nel 2010, ottenendo un successo incredibile. L’importanza della pellicola in questione si evidenzia non soltanto all’interno della materia storica trattata, ma anche nell’ambito della cura strutturale e perfezionista di ogni possibile dettaglio, che abbia una qualche aderenza con la realtà dei fatti. In effetti, il film si propone come storia vera, e ruota intorno ai problemi di balbuzie che hanno attanagliato il Re Giorgio VI, padre della futura Regina Elisabetta II. L’altro protagonista del film, personaggio fondamentale nella vita del re, è il logopedista Lionel Logue, che lo ebbe in cura e che portò a migliorare particolarmente la sua condizione.

Il film in questione ha ottenuto 4 Oscar su 12 candidature, nelle categorie di miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e migliore sceneggiatura originale, a cui si aggiungono il premio del pubblico al Toronto International Film Festival, 5 British Independent Film Awards del 2010 , 7 candidature ai Golden Globe (con la vittoria per il miglior attore in un film drammatico) e 7 BAFTA. Insomma, un successo acclamato sia dal punto di vista della critica e degli addetti ai lavori, sia dai fan, che però ha lasciato spazio a un interrogativo che si è ripetuto nel corso degli anni: il discorso del re tratta di una storia al 100% o ci sono dettagli, all’interno del film, che sono stati eccessivamente romanzati? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito di questa realizzazione cinematografica particolarmente celebre.

La trama de Il discorso del re

Al fine di comprendere se la materia trattata all’interno del film Il discorso del re sia reale bisogna, in primo luogo, conoscere la trama trattata all’interno del prodotto cinematografico. Il film prende le mosse nel 1925, in cui il principe Albert, secondo figlio del re Giorgio V, tiene il discorso di chiusura all’interno dell’evento del British Empire Exhibition, nello stadio Wembley di Londra. Tuttavia, i suoi evidenti problemi di balbuzie lo porteranno a una difficile e triste condizione, dettata dalla vergogna provata sul palco. Per questo motivo, il principe decide di non parlare più in pubblico.

Successivamente, il film mostra la vita felice a cui lo stesso va incontro, con la moglie Elizabeth e le due figlie Margaret ed Elizabeth, la futura regina d’Inghilterra. La situazione viene sconvolta quando il principe dovrà diventare re, a seguito della morte di Giorgio V e dell’abdicazione di Edoardo VIII, perché intenzionato a sposare Wallis Simpson, statunitense già due volte divorziata. Intanto, La Duchessa di York si era diretta presso lo studio di Lionel Logue, logoterapeuta di origine australiana esperto nei problemi di linguaggio, che sarebbe stato in grado di migliorare la condizione di Albert, attraverso una serie di tecniche anche abbastanza bizzarre ed eccentriche, come leggere ad alta voce un passo dell’Amleto, ascoltare musica ad alto volume, danzare mentre parlava e tante altre ancora.

A seguito dell’incarico e dell’incoronazione, il rapporto tra Giorgio VI e Lionel Logue diventerà sempre più confidenziale, e il logopedista cercherà di indagare all’interno di una profonda questione psicologica del re, cercando di correggere il problema della balbuzie nel modo migliore possibile; la grande prova a cui Giorgio VI sarà sottoposto è il discorso alla nazione che dovrà compiere in occasione della dichiarazione di guerra alla Germania del 1939, nella sede del Buckingham Palace. Il discorso, trasmesso via radio a tutta la nazione, riesce a essere quasi perfettamente realizzato dal re, nonostante qualche incertezza iniziale, grazie al pronto intervento del logopedista, che rimarrà in sua compagnia durante tutto il discorso. A seguito del successo dello stesso, il re si affaccia al balcone di Buckingham Palace con moglie e figlie, per salutare la nazione che lo applaude.

Le differenze del film Il discorso del re con la realtà storica

Come precedentemente detto, il film cerca di cliccare perfettamente la realtà storica dei fatti che vengono trattati, pur con qualche licenza letteraria che permette di romanzare particolarmente la storia che ha riguardato il re Giorgio VI. In effetti, così come mostrato all’interno del film, e come raccontato dalla BBC, fu nel 1925 che si palesarono e grandi difficoltà di Albert, il principe che dovete tenere il discorso di chiusura al Wembley Stadium e che ottenne un insuccesso a causa della sua triste condizione.

Tuttavia, per il principe, quello che sembrava essere il suo ultimo comunicato rappresentò soltanto il primo passo di una vita all’interno della quale la necessità di rivolgersi alla nazione sarebbe stata più volte palesata. Per questo motivo, la collaborazione con il logopedista fu necessaria ma, a differenza di quanto viene mostrato all’interno del film, che descrive gli eventi in un arco temporale piuttosto ristretto di qualche mese, essa durò per più di 13 anni, permettendo un lavoro completo che curò quasi definitivamente i problemi del re inglese. La cura storica dei dettagli, che permette al film di essere perfettamente realizzato in tal senso, è stata dovuta a un nipote di Lionel Logue ancora in vita a Londra, all’inizio delle riprese, che ha conservato tutti i documenti del logopedista e che ha saputo raccontare la storia nel modo migliore possibile, permettendo una realizzazione reale in quasi tutti i suoi aspetti.

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Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.