Io non sono qui, la recensione del film ispirato a Bob Dylan disponibile su Prime Video

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Raccontare la vita degli artisti che hanno fatto la storia nel loro ambito, può essere un compito particolarmente arduo anche per il miglior regista. Quando si parla di un animo tormentato e poliedrico come quello di Bob Dylan, poi, il discorso non può che amplificarsi ai massimi termini. Ebbene, con il suo Io non sono qui del 2007, il regista Todd Haynes è riuscito ad osservare un tributo più che lodevole al leggendario Menestrello del Rock. Bob Dylan è un istrione assoluto. Un artista immenso per il quale il tipico format del Biopic, dall’ascesa al declino di una Star, fino al suo eventuale riscatto non sarebbe di certo stato in grado di rendergli giustizia. È per questo che la pellicola in oggetto si presenta come un’opera eclettica ed estremamente concettuale. In quest’articolo, la nostra recensione di Io non sono qui, attualmente disponibile gratuitamente su Prime Video.

La trama di Io non sono qui, disponibile su Prime Video

Come racchiudere in circa 120 minuti la vita, l’opera e l’indole ardente di un artista straordinario come Bob Dylan? La risposta non può essere più semplice: non è possibile! Io non sono qui ce lo dimostra perfettamente. Todd Haynes sapeva perfettamente di non poter catturare il genio sfuggente del più grande cantautore di tutti i tempi su pellicola. Per questo, il cineasta ha scelto di cogliere gli aspetti fondamentali del tripudiante istrionismo di Bob Dylan incarnandoli in sei personaggi e nelle loro appassionanti storie di vita. È così che, sulle note delle pietre miliari firmate dal cantautore, prende vita il suo omaggio che, già dalla primissima scena si presenta come un film “ispirato dalla musica e alle molte vite di Bob Dylan”, prende vita.

Ad intervallare le scene, dinamiche e visivamente scomposte, un elegante fil rouge costituito dalla narrazione onnisciente del Poeta; figura sacra, costante nella vita di Bob Dylan che caratterizzerà le visioni estrose dell’artista sin dall’inizio. Prende il nome di Arthur Rimbaud, il giovane diciannovenne che, processato con profonda estenuazione da un aspro tribunale, serve ai suoi inquisitori risposte criptiche, intrise di un profondissimo carico emozionale.

La storia si apre, comunque, con le vicende del giovanissimo Woodie Guthrie; preadolescente afroamericano che utilizza questo pseudonimo per vagabondare in giro per gli States con la sua chitarra con sé. Il giovane incarna la nascita artistica di Bob Dylan, sotto la buona stella dell’omonima leggenda del Folk a cui l’artista si ispirò. Sulla custodia del suo strumento, Woodie ha scritto “Quest’aggeggio uccide i fascisti”, così come gli iconici strumenti imbracciati dal vero Guthrie che, dopo varie peripezie, sarà fatto visita proprio dal giovane nell’ospedale in cui è convalescente.

I vari personaggi che compongono la psiche di Bob Dylan

Io non sono qui è una pellicola straordinaria, riemersa con grande stile su Amazon Prime Video, riconfermando il suo status di evergreen assoluto. Si tratta di una pellicola magistrale che, attraverso salti temporali dinamici e cambi di fotografia ancor più estrosi, riesce a giustificare l’audacia dei cambi improvvisi tra un personaggio e l’altro. Da Guthrie, quindi, passiamo a Jack Rollins, il musicista Folk in rapidissima ascesa, la cui storia, è raccontata nel film per mezzo di un interessante documentario che ricalca lo stile tipico dei programmi d’informazione a tema musicale.

Sono le parole della cantante Folk e attivista Alice Fabian, che altri non è che Joan Baez, relazione più significativa per Bob Dylan, ad attraversare come un ago appuntito, i fili dell’esistenza martoriata di Rollins. Il cantante affronta un grave tracollo emotivo quando si rende conto che la sua musica non sia riuscita a cambiare il mondo, soggiogato dalla ferocia del conflitto in Vietnam e dall’assassinio di John F. Kennedy. L’artista riuscirà a sopravvivere al baratro rinnegando il suo percorso artistico, ma non la musica, rifugiandosi nella fede Cristiana, diventando un ministro ordinato.

Robbie Clark e Jude Quinn vestono i panni del tormento interiore con cui il genio sconfinato dell’artista ha avuto modo di riversarsi nel panorama socioculturale del secondo Novecento. Il primo, la Stella Elettrica, è un attore di fama internazionale che, consumato dal successo, perde l’amore della sua vita; la giovane artista francese Claire e la custodia delle figlie. Il secondo, il Giuda della svolta Rock, è un personaggio poliedrico, cinico, potente e dal fascino androgino, caratterizzato da una tempesta emotiva distruttiva che raggiungerà il culmine con l’autodistruzione. Il Giuda risponderà con malizia ed immancabile charme alle proteste del pubblico, disarmando puntualmente le domande scomode dei giornalisti, pur bruciando dentro per essersi immolato a martire della sua arte.

La saggezza riflessa nelle ultime scene di Io non sono qui, il film dedicato a Bob Dylan disponibile su Prime Video

È il fuorilegge Billy McCarty ad impersonare l’animo selvaggio e lo spirito indomito con cui Bob Dylan ha consacrato il suo nome all’eternità in Io non sono qui, il film di Todd Haynes disponibile su Amazon Prime Video gratuitamente. Il bandito inscena la sua morte, per vivere nascosto dagli abitanti della piccola contea di Enigma, nello stato del Missouri, così come Dylan si ritirò per lungo tempo a vita privata a seguito di un grave incidente in modo. La demolizione prevista della cittadina che lo ospita genera un aumento esponenziale dei suicidi nel luogo.

Billy si scontrerà con le istituzioni per questo, rivelando la sua identità per amore della verità. Arrestato, l’outlaw evaderà di prigione dopo una sola notte, aiutato da un amico del luogo. Durante la sua folle corsa verso la libertà, il fuorilegge ritrova la chitarra del giovanissimo Guthrie; riscoprendo sé stesso e le radici di una parte fondamentale della sua vita. Io non sono qui si chiude con la consapevolezza potentissima di quanto importante sia conoscere e comprendere sé stessi per conquistare saggezza e stabilità.

Le conclusioni

Io non sono qui che, ricordiamo essere disponibile su Prime Video, è una pellicola estremamente affascinante. Un lavoro magistrale che dimostra, in primis, una passione smisurata del regista nei confronti degli argomenti trattati. Un cast di stelle impreziosisce ulteriormente un film già di per sé meraviglioso. Il giovane Marcus Carl Franklin genera immediatamente un legame empatico tra spettatore e protagonisti, nel suo ruolo di Woody. Un Christian Bale inquieto prima e, redento dopo, veste i panni di Jack Rollins, mentre un impeccabile Heath Ledger interpreta la stella elettrica Robbie Clark.

Richard Gere è appassionate ed intenso nel suo ruolo di Billy the Kid; mentre Ben Whishlaw è sprezzante e magnetico nei panni del poeta maledetto Rimbaud. Infine, il plauso maggiore, spetta alla straordinaria Cate Blanchett che fa suo il ruolo complicatissimo del martire del Rock N’Roll, Jude Quinn; catturando sin dal primissimo ingresso in scena, l’attenzione del pubblico più esigente. Insomma, Io non sono qui non lascia dubbi, avendo conquistato anche l’approvazione dello stesso Dylan; famigerato per i suoi brutali quanto sinceri giudizi.

About the Author

Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.