La recensione del film Netflix I figli del mare

figli del mare

Del 2019, I figli del mare è un film d’animazione diretto da Ayumu Watanabe e tratto dal manga omonimo creato da Daisuke Igarashi. Distribuito nelle sale cinematografiche giapponesi il 7 giugno del 2019 e, in Italia, nel dicembre dello stesso anno, I figli del mare è ora disponibile alla visione sulla piattaforma di streaming online di Netflix. Il lungometraggio distribuito nel Bel Paese da Nexo Digital è realizzato dallo Studio 4° C presenta innumerevoli sfaccettature; racchiudendo in sé molteplici verità e nessuna morale assoluta. Alla base di questo concept c’è la volontà di lasciare che sia lo spettatore a trarre il meglio dall’esperienza di visione di un prodotto che, per la sua realizzazione, ha impiegato ben cinque anni e centinaia di maestri dell’animazione. In quest’articolo, vi proponiamo una recensione del film I figli del mare.

La recensione di I figli del mare, trama

La trama de I figli del mare offre una serie di spunti di riflessione particolarmente variegata. Seguendo un arco narrativo decisamente criptico, l’anime segue le vicende di Ruka, una studentesse delle medie problematica. La giovane viene esclusa dal suo club scolastico come conseguenza di un incidente causato da lei e da un’altra compagna di studi e, a quel punto, si vedrà costretta a dover decidere come trascorrere le sue vacanze estive. L’obiettivo di Ruka è tornare a casa il meno possibile, a causa della situazione familiare particolarmente complicata in cui verte. Quasi d’impulso la giovane si dirigerà all’acquario dove lavora suo padre; facendo la conoscenza di uno strano ragazzo.

Umi è un nuotatore provetto che sembra essere più vicino ad una creatura marina che ad un essere umano. Di lì a poco la giovane incrocerà i passi con Sora, il fratello maggiore di Umi che, con lui, condivide le stesse attitudini per il mare. Dopo l’incontro coi due giovani, Ruka sarà travolta da una serie di avvenimenti ben lontani dalla sua comprensione, pur essendo vicini a Sora e Umi. I tre giovani accompagneranno, a partire da questo momento, lo spettatore attraverso un’avventura per mare e per terra, apparentemente poco comprensibile. I figli del mare è un’esperienza empatica, capace di lasciare qualcosa in chiunque lo guardi. Un profondo senso di meraviglia ed innocenza contraddistingue gli scenari maestosi e suggestivi che si susseguono scena dopo scena, rendendo il prodotto ancor più incantevole.

Qual è il fulcro delle vicende?

Come detto, I figli del mare è un racconto enigmatico, madido di un profondo significato emozionale da scoprire a poco a poco. Lo spettatore non può non rimanere rapito innanzi alla potenza delle immagini mostrate che lo guidano con profondo trasporto verso una storia ricca di colpi di scena. A un certo punto, infatti, I figli del mare comincia ad eseguire virate imprevedibili, seguendo una narrazione volutamente destrutturata, ma incentrata sulla crescita personale di Ruka, dopo aver perso ogni certezza che la teneva legata all’infanzia. Si tratterà di un periodo di profonda crescita emotiva per la giovane che, scena dopo scena, maturerà sempre più consapevolezza.

Sebbene I figli del mare, come moltissimi adattamenti anime di manga risenta di alcune incongruenze, la storia risulta comunque affascinante, appassionando lo spettatore sin dai primi istanti. Come già accennato in precedenza, la pellicola oggetto della nostra recensione, I figli del mare, non segue un filo logico concreto, né tanto meno vira verso un’interpretazione universale. Ognuno di noi avrà modo di trarre qualcosa dall’esperienza visiva di questo prodotto, attribuendogli una miriade di significati emotivi, senza mai sentirsi nel giusto o cadere nell’errore. I figli del mare non vuole elargire una morale fatta e finita, ma far riflettere lo spettatore anche ad opera terminata.

La recensione de I figli del mare, conclusioni

Giunti alla fine della nostra recensione dell’anime I figli del mare che, ricordiamo essere disponibile alla visione per tutti gli abbonati alla piattaforma streaming di Netflix, è tempo di tirare le somme su un’opera appassionata ed appassionante; sicuramente intensa ed efficace nel messaggio di crescita ed indipendenza che vuole trasmettere. I figli del mare riesce a trasmettere una moltitudine di stati d’animo differenti nello spettatore, capitolando con discrezione nei lati più reconditi delle sue emozioni; a patto che si abbassino le barriere dello scetticismo e si scenda a compromessi con la tecnica che, in ogni caso, risulta impeccabile nella pellicola in oggetto.

Insomma, I figli del mare non è per tutti. Il lungometraggio non assicura affatto una facile visione e, per questo, a dispetto della sua natura d’animazione, va visto con consapevolezza per godere a pieno dell’esperienza. Per il resto, le immagini meravigliose proposte nell’opera riflettono con minuziosità la crescita emotiva e spirituale della protagonista, a cui è impossibile non affezionarsi. Il viaggio criptico intrapreso da Ruka, poi, non può non sorprendere ed appassionare lo spettatore. Insomma. I figli del mare è un prodotto suggestivo che lascia innumerevoli spunti di riflessione che non abbandonano lo spettatore nemmeno al termine dell’opera. Ci sentiamo sicuramente di consigliarne la visione, a dispetto delle incongruenze tipiche di ogni riadattamento precedentemente citate.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.