Le migliori curiosità su Blade Runner 2049

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Era l’ottobre del 2017 quando Blade Runner 2049 uscì nelle sale cinematografiche. La pellicola fantascientifica d’azione fu più che superba. 2049 fu un progetto particolarmente audace. Un film rischioso, sequel di uno dei progetti appartenenti al genere di maggior successo in assoluto. Blade Runner 2049 presentava diversi punti di forza, tra cui una sceneggiatura straordinaria ed un cast stellare in cui erano presenti interpreti del calibro di Harrison Ford.

Invece di rispondere alle domande rimaste senza risposta per un trentennio, 2049 ha voluto aprire nuovi orizzonti al prodotto; espandendo il già interessante universo di Blade Runner. L’ufficiale K di Ryan Gosling è un nuovo tipo di Blade Runner; un replicante che dà la caccia ad altri replicanti. K comincia a sospettare che i suoi ricordi sintetici siano effettivamente reali e che la scoperta di una riproduzione tra replicanti e umani potrebbe cambiare il mondo per sempre. In quest’articolo, le migliori curiosità su Blade Runner 2049.

David Bowie sarebbe potuto entrare in Blade Runner 2049

Gli appassionati di musica, e non solo, sono a conoscenza delle doti artistiche istrioniche del leggendario cantante David Bowie. L’artista, nel corso della sua carriera, ha ricoperto ruoli di spicco in importanti opere cinematografiche e teatrali. Attore, performer a 360°, produttore e musicista immenso, David Bowie non ha sempre accettato ciò che gli veniva proposto. Blade Runner 2049 rientra tra i film in cui il Duca Bianco avrebbe potuto recitare. Come i fan sapranno, purtroppo, David Bowie si è spento nel 2016 e, le sue condizioni di salute, non erano certo delle migliori. 2049 si annovera tra i titoli in cui David Bowie avrebbe ottenuto un ruolo, accanto al Signore degli anelli, Watchmen, A view to kill e, a quanto pare una parte per il Joker.

Il regista Denis Villeneuve aveva pensato di lavorare con Bowie per il personaggio di Niander Wallace, industriale dalle fortissime smanie di potere. In merito alla questione, il regista dichiarò quanto segue: “Il nostro primo pensiero per Wallace fu David Bowie. L’artista ha influenzato in modi diversi il film. Purtroppo, quando abbiamo saputo della sua morte, abbiamo dovuto guardarci intorno per cercare una valida alternativa“. Alla fine, fu Jared Leto a ottenere la parte pensata per Il Duca Bianco.

I tre cortometraggi animati prequel di 2049

Quando viene ripreso un franchise dopo trent’anni, alcuni chiarimenti sono d’obbligo e, forse, un solo film non basta per sanare i dubbi e le lacune più evidenti degli spettatori. Il materiale spin off utile ad espandere gli universi nel genere fantascientifico può essere un valido alleato per concretizzare e dare un senso agli scenari di una nuova pellicola in uscita. Per questo, all’uscita di Blade Runner 2049, fu accompagnato il rilascio di tre cortometraggi animati, in grado di chiarire i punti più importanti sul mutevole universo dei replicanti.

Il primo film animato, intitolato Black Out 2022, è di stampo cyberpunk neo-noir e racconta dell’ottenimento dei dati globali da parte dei replicanti ribelli. Il secondo film, intitolato 2036: Nexus Dawn e il terzo, 2048: Nowhere to run, sono dei veri e propri prequel in grado di fornire importanti informazioni riguardo il mondo di Blade Runner. Non solo, i titoli sopracitati si presentano come dei veri e propri live action con Jared Leto e Dave Bautista nel cast.

La maledizione del film

Gli appassionati occasionali non saranno sicuramente a conoscenza della maledizione del film. Tra le migliori curiosità su Blade Runner 2049, spicca quella riguardo le corporazioni presenti nella prima pellicola. La teoria vorrebbe che le multinazionali nominate all’interno del primo film: Pan Am, Bell Telephone e Atari, siano tutte finite per fallire dopo l’uscita del film. A onor del vero, anche Coca Cola viene nominata più volte in entrambe le pellicole. Ovviamente, però, la storica azienda è rimasta una delle più potenti multinazionali al mondo. Nel sequel di Denis Villeneuve, 2049, viene fatto il nome di altre compagnie, tra cui Peugeot. Stando a quanto accaduto negli anni ’80, se non si trattasse di una semplice coincidenza, il colosso dell’automotive potrebbe subire un picco negativo da un momento all’altro.

Blade Runner 2079?

Sono passati quasi quattro anni, ormai, dall’uscita di Blade Runner 2049. Al tempo, visto il successo della pellicola, si parlò di un eventuale sequel che, sicuramente, non avrebbe visto la luce dopo trent’anni. Con lo scoppio della pandemia e, dopo che i piani della produzione cambiarono drasticamente, un eventuale sequel di Blade Runner divenne un’ipotesi remota nel tempo. Recentemente, però, si è tornato a parlare di un possibile nuovo film appartenente al franchise. 2049 è una delle opere più evocative di Denis Villeneuve. Per questo, è chiaro che l’ambito fantascientifico rappresenti una sorta di comfort zone per il regista.

Nel corso di un’intervista che Villeneuve rilasciò nel 2020 a Empire, questi dichiarò quanto segue: “Se mi chiedi se mi piacerebbe rivisitare l’universo di Blade Runner in modo diverso, risponderei sicuramente di sì. Avrebbe bisogno di essere un progetto a sé stante; lontano dalle opere passate”. Le parole di Villeneuve hanno fatto pensare ad un possibile film sulla ribellione dei replicanti e, come abbiamo visto nei cortometraggi sopracitati, l’universo di Blade Runner è tanto vasto da poter essere una vera e propria tela bianca; facilmente adattabile a progetti standalone. Quella di un possibile sequel del film è, sicuramente, una delle migliori curiosità su Blade Runner 2049.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.