L’Esorcista: ecco la vera storia che ha ispirato l’horror cult

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Diretto da William Friedkin, L’Esorcista è un vero e proprio simbolo del grande cinema Horror. La pellicola, tratta dal romanzo omonimo di William Peter Blatty che, fu anche sceneggiatore del film, uscì nel 1973 e, a dispetto delle non poche vicissitudini affrontate con la censura, riscosse un successo straordinario, che portò a ben due sequel: uno nel 1977 e l’altro nel 1990. Il film non è solo l’adattamento cinematografico del romanzo sopracitato. L’Esorcista, infatti, si basa su una vera storia particolarmente inquietante; tanto da destare l’attenzione di Hollywood. Sono molti i film Horror ispirati a storie di possessione. Quella de L’Esorcista, si verificò nel Maryland e, Blatty, ne venne a conoscenza mentre studiava presso l’università di Georgetown. In quest’articolo, la vera storia che ispirò L’Esorcista.

La vera storia de L’Esorcista

Erano gli anni ’40 quando i quotidiani del Maryland cominciarono a parlare del caso di Roland Doe. Trattasi di un ragazzo di soli quindici anni che, improvvisamente, cominciò a manifestare i chiari segni di una possessione demoniaca. La vicenda del ragazzo ispirò Blatty a scrivere il libro e, successivamente, a sceneggiare la pellicola. Pare che Roland fosse un adolescente diverso dai suoi coetanei, che preferiva trascorrere del tempo con persone adulte piuttosto che con ragazzi della sua età.

Il giovane Roland era molto legato a sua zia. Sembrerebbe, dunque, che dopo la morte della donna, il ragazzo avesse provato a mettersi in contatto con lei servendosi di una tavola Ouija: strumento esoterico con il quale si comunicherebbe coi defunti. Pare che a seguito di questa scelta, la vita di Roland fosse cambiata drasticamente. La famiglia di Roland si rivolse immediatamente a degli specialisti. Il parapsicologo J.B. Rhine che, addirittura, trascorse una notte con il giovane, consigliò ai genitori del ragazzo di rivolgersi ad un prete cattolico.

Il crudo epilogo della vicenda

La vera storia de L’Esorcista, ovviamente, non ha un lieto fine. Le cose si aggravarono dopo la visita dello specialista. I genitori del giovane erano convinti che il loro figlio fosse posseduto da un’entità demoniaca. Per questo, si rivolsero ad un esorcista. Storia vorrebbe che, durante uno dei rituali d’espiazione, Roland fosse riuscito a liberarsi dal letto a cui era costretto e che, dopo aver staccato una molla dal materasso, se ne fosse servito come corpo contundente per ferire un prete. Quando Blatty venne al corrente della storia del giovane Roland, rimase profondamente colpito da quanto gli fosse accaduto. Lo scrittore portò avanti lunghi studi del soprannaturale e, a trent’anni dalle vicende che lo ispirarono, diede alle stampe il controverso bestseller che fu successivamente adattato per il grande schermo dalla cinepresa di Friedkin, il cult dell’Horror, L’Esorcista.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.