Il miglior ruolo nella carriera di Neil Patrick Harris (e non è quello di Barney Stinson in How I Met Your Mother)

Il miglior ruolo nella carriera di Neil Patrick Harris (e non è quello di Barney Stinson in How I Met Your Mother)

Gli appassionati di How I Met Your Mother sanno che il ruolo di Neil Patrick Harris sia tra i più importanti all’interno del contesto seriale. Addirittura, in alcuni casi si azzarda nel dire che Barney Stinson sia il personaggio più caratterizzato, dinamico e contestualizzato della serie tv statunitense. Il merito è anche di un attore certamente molto importante dal punto di vista cinematografico e televisivo, in grado di interpretare perfettamente i suoi personaggi e di dettare un perfetto carattere ad ognuno degli stessi. A guardare bene la carriera dell’attore statunitense, soprattutto se si considerano i contesti televisivi che hanno interessato lo stesso, esiste un ruolo che risulta essere perfettamente reso e che potrebbe essere considerato come il migliore. Il ruolo in questione è quello del Conte Olaf in Una serie di Sfortunati Eventi e, per una serie di motivazioni, merita di essere sottolineato. Vale la pena considerarne i motivi.

Il personaggio del Conte Olaf e le sue caratteristiche fondamentali

Al fine di identificare quale sia stata la prestazione attoriale di Neil Patrick Harris nel suo ruolo del Conte Olaf, vale la pena effettuare una considerazione a proposito del personaggio stesso, che risulta essere perfettamente caratterizzato all’interno della serie e dell’opera da cui la stessa è generata. Ovviamente, la descrizione del Conte Olaf potrebbe apparire come piuttosto stereotipata a tratti; tuttavia, Una serie di Sfortunati Eventi vive non soltanto di invenzioni narrative che risultano essere piuttosto apprezzate, ma anche di categorizzazioni e stereotipizzazioni tipiche del meccanismo della fiaba.

In tal senso, il Conte Olaf funziona come principale antagonista della serie: continuamente arrabbiato e corrucciato, amante del fuoco e piromane, avido, fallito professionalmente e incredibilmente megalomane (crede di essere un grande artista pur essendo nel tramonto della sua carriera), vive in una dimora fatiscente e a lui vengono affidati gli orfani della famiglia Baudelaire. I due fratelli si ritrovano di fronte ad un uomo che li maltratta in ogni momento e che risulta essere interessato soltanto all’eredità familiare.

Il Conte Olaf è riconoscibile per una capigliatura eccentrica, per il monociglio e per un tatuaggio dell’occhio sulla caviglia, che ricorda la sua permanenza all’interno della V.F. Insieme ad altri personaggi sinistri, il Conte Olaf ha contribuito a creare un grande scisma tra i membri, distruggendo una collaborazione di grandissima importanza e, soprattutto, uccidendo e rovinando le sorti di tutti coloro che militavano all’interno della stessa. Non si sa molto altro a proposito della vita dell’antagonista della serie, in quanto il racconto di Lemony Snicket non si concentra particolarmente sulla biografia o sul passato del personaggio, indicando soltanto il motivo della morte dei suoi genitori (dardi avvelenati che sono stati inferti dai coniugi Baudelaire) e il lavoro di insegnante di recitazione svolto prima delle sue missioni per la V.F., e che l’ha portato a conoscere l’alunna Esmè Squalor. 

L’interpretazione di Neil Patrick Harris e il grande successo del personaggio

A questo punto, si può considerare con maggiore importanza quanto incredibile sia stata l’interpretazione di Neil Patrick Harrison, che ha saputo rendere perfettamente nel personaggio del Conte Olaf. Di sicuro, per riuscire in un’impresa simile sul piccolo schermo è stato necessario richiamare ogni conoscenza pregressa dal punto di vista teatrale, dal momento che il personaggio si presta ad un’interpretazione molto più macchiettistica, oltre che non realizzabile in poco tempo o in modo semplice.

Neil Patrick Harris riesce in un’impresa che lo vedeva costantemente in confronto con Jim Carrey, che rappresenta un mostro sacro per il grande schermo. Per questo motivo, non era certamente semplice emergere nell’interpretazione di un personaggio simile, soprattutto dato lo sguardo di tutti coloro che conoscevano già l’antecedente; l’attore statunitense è riuscito in ogni campo e in ogni richiesta specifica che gli venisse mossa: nei movimenti, nelle battute, nel rendere la dinamicità del personaggio e nel cercare di staccarsi da una tipica rappresentazione fiabesca, pur essendo presenti elementi di fantasia che dominano all’interno della serie televisiva. 

Il personaggio del Conte Olaf non è “l’antagonista per bambini”, dunque non avrebbe senso realizzare passi troppo lunghi, smorfie decontestualizzate o altri artifici stilistici di questo tipo; nei travestimenti, che rappresentano uno dei marchi di fabbrica del personaggio nella serie, Neil Patrick Harris non ha mai sfigurato dimostrando grandi capacità interpretative e sapendo rendere in una grande moltitudine di personaggi. Insomma, complessivamente parlando non si può non apprezzare una tale realizzazione, che non si fa fatica a definire come la migliore nella carriera dello statunitense.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.