Strade Perdute, la spaventosa storia vera dietro il film di David Lynch

strade perdute

Del 1997, Strade Perdute è una delle opere più evocative di David Lynch. Il film, il cui titolo originale è Lost Highway, viene considerato da critica ed appassionati come un esempio lampante di film noir moderno. Lynch è stato anche sceneggiatore della pellicola, accanto a Barry Gifford. La trama di Strade Perdute è intensa, avvincente e particolarmente cruda. Lo stile surreale di Davide Lynch è assolutamente incontestabile. Il cineasta esplora lo spazio etereo tra sogni e realtà in quasi ogni suo film. Strade Perdute non è da meno. Lynch esplora le innumerevoli sfaccettature della psiche umana, attraversando realtà disturbanti che, forse, non sono del tutto finte. In quest’articolo, riportiamo la spaventosa storia vera che ha ispirato David Lynch per Strade Perdute.

Le scene migliori di Strade Perdute di David Lynch

Sono moltissime le scene famose che hanno reso Strade Perdute un cult del cinema contemporaneo. Una delle sequenze più forti, però, resta quella dell’uomo misterioso. Si tratta della scena dove, un uomo dal pallore disturbante si avvicina al Fred Madison di Bill Pullman, durante una festa. L’uomo lo informa che si trova in casa sua, Madison chiama quindi il suo numero di casa, per vedere il pallido individuo rispondere. Il concept dietro questo personaggio sarebbe giunto dalla sensazione di un uomo che, reale o meno, desse l’impressione di avere attitudini sovrannaturali. Fu in questo modo, infatti, che il cineasta descrisse il processo di creazione dell’uomo del mistero.

Questa appena citata è solo una delle scene disturbanti presenti all’interno dello Strade Perdute di David Lynch, la cui trama gira intorno alle vicende di un musicista preoccupato che sua moglie lo tradisca e di un meccanico legato ad una donna che tradisce il marito. Attraverso una commistione a dir poco enigmatica, Lynch esplora la vita delle persone che gravitano intorno al personaggio di Fred Madison; servendosi di una lente particolarmente spaventosa e terrificante per codificare determinate sezioni dell’opera.

Una delle sequenze climax del film, infatti, vede Madison intento a rispondere ad uno strano messaggio al citofono, che declama: “Dick Laurent è morto”. L’uomo controlla la strada fuori, lanciando sguardi spasmodici alla finestra, per non vedere mai nulla; malgrado la sua attenzione. Chi o cosa aveva mandato quel messaggio? Questo pensiero inquietante si sposa perfettamente con le atmosfere agghiaccianti della pellicola, provenienti dalla paura dell’ignoto.

La vera storia di questa scena

Come detto, questa è una delle scene più affascinanti ed intense all’interno di Strade Perdute di David Lynch. Pare che il cineasta abbia concepito la sequenza ispirandosi a dei fatti di vita vissuta. In particolare, a un equivoco da lui vissuto in prima persona. Un giorno, infatti, uno sconosciuto bussò al citofono di casa sua, proferendo le medesime parole espresse all’interno della scena. Dopo aver visto fuori dalla finestra, Lynch non vide nessuno. Il disturbante evento lo ispirò a concludere alla perfezione il momento più pietrificante all’interno della sua straordinaria pellicola noir. In ogni caso, la storia appena citata non funse da unica fonte d’ispirazione per il cineasta. Pare, infatti, che Strade Perdute sia il frutto di una variegata commistione di avvenimenti, opere e importanti casi d’attualità che colpirono Lynch nel profondo.

Le altre fonti d’ispirazione di David Lynch per Strade Perdute

David Lynch si lasciò influenzare da molte cose nel processo di creazione del suo Strade Perdute. Da affascinanti storie vere al caso di O. J. Simpson; accusato di omicidio e, apparentemente, incastrato, siccome innocente. Inoltre, il cineasta trasse ispirazione da un libro: Night People, firmato da Barry Gifford. L’uomo fu anche autore del precedentemente adattato per il grande schermo. Wild At Heart. Alla fine, Gifford e Lynch si accordarono per sceneggiare insieme Strade Perdute; scendendo a compromessi a dispetto delle numerose idee differenti riguardo la direzione della pellicola neo-noir.

Un cult poco riconosciuto

Ad opera finita, la colonna sonora arricchita dai brani di artisti immensi come David Bowie, Marilyn Manson, Nine Inch Nails, Rammstein e Smashing Pumpkins, contribuì ampiamente a rendere il prodotto più eclettico e proiettato verso l’avanguardia. Trent Reznor dei Nine Inch Nails la produsse personalmente, per poi pubblicarla sotto etichetta Interscope Records, dando alla luce una piccola gemma frutto del connubio sublime tra musica e cinema d’autore.

Sebbene si tratti di una pellicola innovativa, intensa ed appassionante, Strade Perdute non riscontra la medesima mole di consensi e lo stesso successo di altre opere firmate da David Lynch. Si tratta, in vero, di un piccolo cult, purtroppo sottovalutato spesso. Con Strade Perdute, in effetti, Lynch diede prova di essere capace di creare praticamente di tutto nel suo stile; per quanto illogico e disturbante potesse apparire.

Gli appassionati più meticolosi, purtroppo, non possono mettere le mani sulla sceneggiatura della pellicola; o meglio, non facilmente. Si tratta, infatti, di un vero oggetto da collezione; inizialmente pubblicata da Bompiani e andata fuori catalogo in pochissimi anni. Insomma, Strade Perdute di David Lynch non è solo un film appassionante e madido di sfaccettature, ma anche un’opera interessante per tutta la storia che c’è dietro la sua creazione.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.