5 film nati come esperimenti

Non è un segreto che creare un film, anche il più semplice, richieda uno sforzo immane, sia in termini economici che di energie. Si tratta di qualcosa di cui i registi non tengono spesso conto, nonostante, poi, le difficoltà da affrontare si rivelino, talvolta, insormontabili. Questo, ovviamente, non significa che un artista debba evitare di approcciarsi a pellicole elaborate o di natura sperimentale. Testare i propri limiti, è la chiave per un lavoro eclettico che, spesso, ha dato vita a veri e propri cult. Ci sono film, poi, che nascono come sfide per i registi e gli addetti ai lavori, qualcosa che i cineasti decidono di creare per scoprire ogni sfaccettatura della loro creatività.

Da remake sacrileghi di classici intramontabili a pellicole in grado di distruggere ogni barriera stilistica e narrativa. Ci sono film nati come esperimenti che, a dispetto del successo che riscuotono, nascono come provocazioni d’impatto per il panorama di riferimento, dove il talento di chi vi lavora risulta, in ogni caso, innegabile. In questa classifica, vi presentiamo 5 film ad alto rischio, nati come esperimenti, ben lontani dalle comfort zone della grande distribuzione cinematografica.

Psycho Shot-For-Shot (1998)

Da poco uscito dal successo agli Oscar di Good Will Hunting, il genio dell’indie Gus Van Sant rivolse il proprio interesse verso nuove frontiere del cinema, allontanandosi dai prodotti più facili da proporre per cimentarsi in un remake del classico horror di Hitchcock del 1960, Psycho. Stavolta filmato a colori, coi tratti caratteristici delle pellicole dei secondi anni ’90, con Vince Vaughn nel ruolo di Norman Bates. L’esperimento di Van Sant intendeva testare sé stesso, se fosse stato capace di ricreare un cult, per una platea moderna, riscuotendo la medesima dose di consensi al box office, se non superiore. Le cose, ovviamente, non andarono come sperato.

A Van Sant andò il plauso di aver tentato un’impresa ardua e coraggiosa, nel tentativo di riproporre un’opera praticamente perfetta, fallendo. Con un budget incredibile di 60 milioni di dollari, il film non arrivò nemmeno a 40 milioni di incassi in tutto il mondo. Oggi, il remake Shot-For-Shot di Psycho incuriosisce i cinefili più incalliti, attenti alle differenze tecniche riscontrabili tra le due opere, pur consapevoli che la vera essenza di Psycho stia nella cupezza del bianco e nero. Per Van Sant si tratta, a tutt’oggi, di un lavoro sperimentale, vivo nella sua natura fallimentare.

The Fan – Il Mito (1996)

Quando Tony Scott accettò di dirigere The Fan nel 1996, con Robert De Niro e Wesley Snipes nel cast, il cineasta aveva già messo insieme l’opera immediatamente successiva, Enemy Of The State. Per lui, il thriller del 1996 si rivelò, dunque, un banco di prova per testare un nuovo approccio stilistico che avrebbe desiderato utilizzare nella pellicola che avrebbe diretto in un secondo momento. Scott non fece segreto del fatto che stesse “usando” The Fan per testare nuove tecniche cinematografiche, specialmente, nel campo dell’editing, utili a dare atmosfere più realistiche ed “edgy” alla pellicola.

Su tutto, Scott si concentrò sulla riduzione della lunghezza media delle sue sequenze; qualcosa che, in The Fan, risulta immediatamente visibile. Da una parte, The Fan non fu percepito come un buon prodotto. Molti critici accusarono i tagli considerevoli a cui le sequenze furono sottoposte. Ciò nonostante, nel tempo le scelte audaci di Scott in questo senso, furono encomiate, rendendo Il Mito un film memorabile che, altrimenti, sarebbe finito nel dimenticatoio, etichettato come blando thriller anonimo. L’affondamento di The Fan permise, comunque, al regista di perfezionare Enemy Of The State che divenne in poco tempo un successo solido, sia dal punto di vista critico che commerciale.

Lost In London (2017)

Tra i film nati come esperimenti, Lost In London spicca per la sua natura assolutamente visionaria. Il regista Woody Harrelson decise di proporre un drama girato in un’unica scena, trasmesso dal vivo in diverse sale cinematografiche in giro per il mondo. La pellicola si basa su una storia vera vissuta dal film-maker in prima persona. Lost In London vede ben 30 attori impegnati nel cast, tra cui Owen Wilson e Willie Nelson. Furono 14 le location impiegate, sia interne che esterne, tra le strade di Londra.

Teoricamente, nessuno avrebbe potuto interrompere la broadcast. Era il 19 gennaio del 2017 quando Harrelson si lanciò nell’impresa. Il regista chiarì in diverse occasioni che, il suo, fosse un gesto nato dall’amore per la sperimentazione, per il quale non avrebbe badato ad un eventuale fallimento. A dispetto delle limitazioni cui un concept del genere è soggetto, il coraggio di Harrelson finì per essere premiato. Ciò nonostante, Lost In London si rivelò un disastro dal punto di vista tecnico, proprio a causa della sua natura live.

Russian Ark (2002)

Eclettico ed altamente rischioso, Russian Ark rappresentò l’epitome creativa di Alexander Sokurov. Un progetto artistico, di matrice storica, filmato in un’unica scena che ripercorre la storia di San Pietroburgo, con oltre 2000 attori e tre orchestre coinvolte. Il risultato finale fu a dir poco sensazionale. Russian Ark potrebbe non ispirare gli storici, ma la bravura di Sokurov e del suo team risulta innegabile, rendendo il prodotto godibile proprio per la sua estrema ricercatezza e per i movimenti di camera fuori dal comune per quanto fluidi.

Boyhood (2014)

Nel 2001, Richard Linklater decise di iniziare un film che si sarebbe esteso lungo un arco temporale di 12 anni, sia nelle ambientazioni che nell’effettiva durata del set. Il regista non era sicuro di come l’opera si sarebbe sviluppata, vista la lunghezza disumana che avrebbe impiegato e la natura mutevole della vita stessa. Il risultato finale si rivelò sorprendente, venendo acclamato internazionalmente, diventando uno dei più grandi successi al box office di quell’anno.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.