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I 5 film preferiti del regista Guillermo del Toro

Guillermo del Toro Gómez  nasce a Guadalajara il 9 ottobre 1964 ed è un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e scrittore messicano. Nella sua lunga e proficua carriera di regista, del Toro ha alternato il proprio lavoro tra opere incentrate su temi dark fantasy, per il quale è stato candidato per due Oscar e classici film d’azione americani. Il film fantasy The Shape of Water (2017) ha ricevuto innumerevoli lodi della critica e ha vinto il Leone d’oro alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, facendo ricevere a del Toro due Oscar come miglior regista e anche per il miglior film. In numerose interviste è stato più volte chiesto al regista quali fossero i suoi film preferiti, e quali tra questi lo abbiano ispirato nella sua lunga produzione cinematografica; qui di seguito sono elencati 5 tra i suoi film preferiti.

Occhi senza volto (1960), di Georges Franju

Immagini sublimi, quasi eteree, che sembrano rimandano a un inevitabile destino di perdita dei protagonisti. Per del Toro, è qui che sta la potenza di un amore che, folle e disperato, si aggrappa senza sosta alla vita, persino nelle più terribili tempeste di oscurità.  Un film incantevole e che rimane addosso, sulla pelle, e ti entra dentro. Per non parlare poi, aggiunge il regista, dell’incredibile colonna sonora del film

Le avventure di Oliver Twist (1948), di David Lean

È possibile, afferma del Toro, che l’ opera di David Lean  Le avventure di Oliver Twist sia una tra le sue opere più poetiche e precise. Avventura dello spirito, un film che offre momenti di grande magia e composizioni incantevoli, dal mostrare la sofferenza della madre di Oliver al fermarsi amorevolmente sull’ eterna bellezza di Miss Havisham.

Orizzonti di gloria, di Stanley Kubrick

Orizzonti di gloria è «una profonda messa in accusa della micidiale macchina della guerra», che sa incredibilmente passare il suo messaggio sia come tanto allora che ai lontani  giorni nostri. Il sospetto di del Toro è che Kubrick fosse un regista istintivo, e che cacciasse le inquadrature solamente per appostamento. del Toro ricorda inoltre un aneddoto interessante: si dice che Kubrick abbia pregato Kirk Douglas di riposarsi , in modo tale da avere il tempo di mettersi a capire ed interpretare al meglio il film che stavano facendo.

La stregoneria attraverso i secoli (1922), di Benjamin Christensen

Secondo del toro terrore e poesia al massimo grado, ma entrambi derivanti da due distinte tradizioni medievali. La stregoneria attraverso i secoli  per il regista è l’equivalente di un disegno infernale di Bruegel o di un dipinto di Bosch. Un film, per del Toro, che funziona come austero promemoria sulla morte come fine della liberazione spirituale. Il film è una celebrazione di immagini perverse e piene di sottintesi, anche se ciò è per del Toro, massimizzazione dell’impatto delle bellissime e quasi intangibili scene finali. 

Brazil (1985), di Terry Gilliam

Per il regista, Terry Gilliam è una vera e propria miniera d’oro vivente e per ogni suo film che non entra nelle sale siamo solo noi a perderci. Il nostro mondo sembra troppo povero in fantasia per la mente di Gilliam. Il suo mondo secondo del toro può essere coerente solo se ci diamo pienamente alla favola che ci sta raccontando. Brazil è, ancora oggi per il regista, uno dei film che gli stanno più a cuore.

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