Marvel Cinematic Universe: la classifica della fase 2

Ecco la classifica della fase 2 del MCU

Il Marvel Cinematic Universe è sin dagli albori Iron Man dipendente, e lo annuncia cominciando le prime due fasi con un film sul personaggio; nella fase 2 conclude addirittura la trilogia dopo le precedenti pellicole su Tony Stark. Distribuiti in un arco temporale di tre anni, i sei film del MCU interni alla fase 2 sono fondamentali dato che si presentano le prime gemme dell’infinito, mostrando anche la Galassia esterna alla Terra, tramite i personaggi dei Guardiani. In ogni fase c’è una qualità eterogenea che è dipesa dai produttori, dai registi, dagli interpreti e dalla circolazione delle buone idee. Si cerca allora di dare un ordine qualitativo alle fasi del MCU, ed ecco la classifica dei film della fase 2 dal meno al più riuscito.

MCU: classifica della fase 2

Per tracciare un percorso sensato per ciò che concerne la qualità dei film prodotti e distribuiti in sala dalla Disney-Marvel, è necessario andare indietro nel tempo e ripensare ai vecchi titoli, tentando di stilare una classifica in ordine dal film meno riuscito a quello che lo è stato maggiormente. Ecco la classifica dei film della fase 2 del MCU.

Thor: The Dark World (2013) – Alan Taylor

Thor è ingabbiato in un seguito che riesce nell’impresa di contraddire le sue stesse regole nel giro di pochi minuti, annunciando l’inesorabile declino del Dio del tuono. Nonostante dei momenti abbastanza toccanti e ben messi in scena come la morte di Frida, e così come tutte le spiegazioni e brevi scene date da una Jane bloccata su Asgard. La donna amata da Thor è stata infatti colpita da una gemma dell’infinito e le conseguenze sembrano molto simili a quelle di una malattia degenerativa.

Il sequel di Thor non è altro che un racconto sfilacciato: Thor: The Dark World è confuso nelle intenzioni e soprattutto nell’azione, quasi incomprensibile per quanto “sporcata” dalle inquadrature maldestre. La comicità è perennemente fuori luogo, scelta azzardata che banalizza le scene fantasy distogliendo l’elemento urbano dal buon Thor.

Christopher Eccleston è il villain, ma è sommerso dal trucco di Malekith tanto da essere goffo sia nelle espressioni vocali che negli scontri fisici con l’eroe nato dalla mitologia. Troppo “dimenticabile” il combattimento finale e pedantemente catastrofico. Loki è ridondante ed irritante nel tentare invano la fuga. Il sequel di Thor è uno dei peggiori film del MCU.

Iron Man 3 (2013) – Shane Black

Tony Stark qui soffre di disturbi da stress post-traumatico a seguito dell’invasione aliena e lo scontro a New York avvenuto durante il primo Avengers. Ma la trilogia su Iron Man è uno dei rari prodotti della Marvel a non avere una vera e propria anima, scadente a tal punto da non venire più citato nella continuità narrativa del MCU.

Robert Downey Jr. è annoiato dal terzo film in poco tempo pare, e durante questo capitolo sembra non sappia più recitare, non risultando credibile. Infatti, è sopra le righe quando deve simulare i continui attacchi di panico, ma anche quando c’è da essere più seriosi, sembra maldestro. Il villain Killian (Guy Pearce) rende complicata la vita al miliardario in armatura, tentando di arrivare alla vendetta.

Il Mandarino (Ben Kingsley) si rivela un fantoccio, è in realtà un attore che lo interpreta per coprire le tracce del vero cattivone di turno. Il ragazzino orfano è complice di battute demenziali con annessi momenti imbarazzanti. Stark non è un mentore, tanto meno una guida, e alla fine si pestano i piedi a vicenda. Il combattimento finale è eccessivamente lungo ed inutilmente colmo di armature.

Ant-Man (2015) – Peyton Reed

Una piacevole  commedia questa origin story di Scott Lang (Paul Rudd), più o meno concentrato ad addestrarsi grazie ai consigli del vecchio Ant-Man, il dottor Henry Pym (Michael Douglas). Film che sprigiona una certa leggerezza ma non non spicca mai nell’azione, come se mancassero le idee per sfruttare le piccole capacità dell’eroe in questione.

Il montaggio con Luis protagonista a raccontare aneddoti è semplicemente esilarante; Evangeline Lily è Hope, figlia di Henry “Hank” Pym, riesce a catturare l’interesse degli spettatori: è forte, seducente e soprattutto guidata da una feroce determinazione. Scott è assalito dai problemi familiari oltre che penali, ma è arrivato il momento del riscatto per lui. Gli effetti speciali per i ridimensionamenti del protagonista e del villain, chiamato il Calabrone, ma anche gli oggetti.

Ci sono delle lungaggini di troppo, delle contraddizioni logiche e delle scene d’azione che lasciano parecchio a desiderare. Peccato per quest’ultimo elemento, altrimenti ne sarebbe uscito fuori un film potenzialmente tra i migliori di questa fase.

Avengers: Age of Ultron (2015) – Joss Wheddon

Ultron è un’intelligenza artificiale che vuole distruggere la razza umana perché comprende la volontà autodistruttiva degli umani, nocivi anche per l’ambiente. Ultron è un villain tra i più carismatici della Saga dell’Infinito.

Hulk perde il controllo e va sedato; l’incipit ed il finale su Sokovia  sono sequenze action molto gradite che aumentano l’intrattenimento della pellicola, con poche inserzioni comiche ben inserite. Peccato per alcune sottotrame sacrificate in favore di altre. Ma è tutto troppo, in effetti: CGI, personaggi, storie secondarie. Nonostante i limiti, Age of Ultron è un film di intrattenimento che alterna momenti comici ad altri drammatici senza indugi.

Guardiani della Galassia (2014) – James Gunn

Il gruppo dei Guardiani della Galassia si contraddistingue da subito per un humour che galleggia sul filo del rasoio: unpolitically correct sì, ma con consapevolezza. James Gunn realizza un film sfaccettato, bello da vedere e di intrattenimento assoluto.

L’origin story dei Guardiani è convincente, dispiegata tra le battute e i background costruiti a pennello con dialoghi drammatici ma anche più leggeri e spensierati. Espedienti semplici ed efficaci, ed attraverso il film, lo spettatore conosce i dettagli (non tutti) dell’Universo oltre la Terra. Il villain Thanos è presentato come una minaccia, una mina pronta ad esplodere. La colonna sonora non originale è un montaggio perfetto di classici anni ’80, introdotta da Peter Quill, umano rapito da Ravagers.

Il villain Ronan l’accusatore è lineare ma funzionale: un bambino che fai caprici con una forza sopra la media, persino per gli alieni. Si ribella a Thanos per provare a strappargli l’eredità; i comprimari, tra cui la sorella di Gamora conosciuta come Nebula, sono interessanti e verranno mantenuti anche in futuro. Visivamente le intuizioni e la fluidità delle azioni sono rese in maniera convinta ed elegante.

Captain America: The Winter Soldier (2014) di Anthony e Joe Russo

Il miglior film della fase 2 del MCU è confezionato dai fratelli Russo, che qui avvolorano come mai prima la continuità editoriale della Marvel, indovinando tutti i colpi di scena immessi in una pellicola di spionaggio ad alto budget. La chimica tra i personaggi è irresistibile, funzionale.

Tutti i segreti sullo Shield vengono scovati e portati alla luce da Captain America e la Vedova Nera, qui amici infaticabili ed inseparabili. Le scene d’azione sono estremamente pulite e chiare; c’è un grande utilizzo di effetti speciali e di comparse. Anche leggeri talvolta gli scontri verbali tra Cap e gli agenti dell’Hydra, nascosti però dietro il simbolo dello Shield, una mera facciata. L’eterna lotta del bene al male non ha fine nemmeno dopo tutti questi anni. Gli umani sono i veri villain, altro che alieni provenienti da altri pianeti.

Steve Roger ritrova Bucky, che sembra inizialmente il villain. Ma il soldato d’inverno ha subito il lavaggio del cervello per essere sfruttato come super soldato per la missione portata avanti dall’Hydra. La tensione è data anche dall’emotività degli incontri-scontri tra Captain America e Bucky, amici da tutta una vita che qui si rincontrano.

About the Author

Christian D'Avanzo
Cinefilo dalla nascita e scrittore appassionato. Credo fermamente nel potere dell'informazione e della consapevolezza. Da un anno caporedattore della redazione online di Quart4 Parete, tra una recensione e l'altro. Recente laureato in scienze della comunicazione - cinema e televisione presso l'università degli Studi Suor Orsola Benincasa.