Mank, il film di David Fincher che ha conquistato i Golden Globes 2021

Mank golden globes 2021

Gloria e trionfo, disfatta e tragedia. Il Mank di David Fincher lascia trasparire questo e molto di più; mettendo in luce il lato più oscuro della grande Hollywood di un tempo remoto. A metà tra un biopic ed un estratto sociologico dello Star System che fu, il film si basa sulla tormentata esistenza dello sceneggiatore Herman J. Mankiewicz, tra gli anni ’30 ed il periodo della stesura di quella che, ormai all’unanimità, viene considerata la più grande pellicola cinematografica di tutti i tempi. Parliamo del celeberrimo Quarto Potere diretto da Orson Welles. Nell’opera, è chiarissimo lo schieramento ideologico di Fincher. Il regista, infatti, ha incentrato la pellicola sulla tesi di Pauline Kael, avanzata nell’articolo Raising Kane del 1971, che attribuirebbe la totale paternità dello script del film a Mankiewicz, estromettendo Welles. Mank ha conquistato i Golden Globes 2021 con ben 6 nomination. Scopriamone, di seguito, i punti di forza.

La trama di Mank ha strabiliato i Golden Globes 2021

Mank si è rivelata un’opera poliedrica, totale nelle intenzioni. Uno spaccato sociologico della potenza dei grandi media audiovisivi, negli anni del loro massimo sviluppo. Nel film, universi di sconfinata ricchezza materialista si scontrano con forza contro i drammi della Grande Depressione, dando luogo ad accese digressioni sulla spietatezza e l’assenza di valori insiti in un paradigma culturale dominato dalla sete di potere e dalle più feroci smanie di denaro. In un tale tripudio emozionale, la figura di Manikiewicz ha modo di affermarsi come quella di un antieroe ben poco convenzionale. Un dissacrante sabotatore pronto a mettere a repentaglio la sua carriera per amore della libertà.

Gli intrecci nella trama di Mank si diramano con straordinaria eleganza, con dinamici riferimenti allo stile cinematografico di quegli anni e, in particolare, all’avanguardia visuale Wellesiana. È il 1940 quando una RKO in crisi si rivolge al geniale drammaturgo appena ventiquattrenne Orson Welles, offrendogli un contratto dalle fattezze straordinarie. Totali libertà espressive ed organizzative fanno da baluardi per la proposta senza precedenti dell’azienda. Welles si rivolgerà all’ormai finito Herman J. Mankiewicz, intanto costretto a letto per un incidente d’auto, per la sceneggiatura di un film assolutamente fuori dagli schemi. Una pellicola avanguardistica di pura denuncia sociale che trova nel suo principale ispiratore la figura del magnate dell’editoria William Randolph Hearst, trasposto su pellicola nel personaggio di Charles Foster Kane.

Il tormento di Mankiewicz, chiave di Volta per la pellicola

La figura di Mankiewicz è enigmatica, distruttiva, madida di sfaccettature nichiliste. Fincher traspone pedissequamente il tormento interiore di Mank; specie nel periodo di stesura dello script di Quarto Potere, suo capolavoro assoluto. Herman: uomo finito a cui l’amatissimo Welles offre una seconda possibilità ed Orson, altro volto della medaglia che ammalia il pubblico e piega al suo volere le più grandi case di produzione, che immediatamente si rivolge a Mankiewicz nonostante gli eccessi ed il suo carattere forte l’avessero reso un reietto dello show-business. Welles offrirà solo due mesi allo sceneggiatore per portare a termine il suo lavoro.

L’uomo riuscirà a consegnare un’opera eterea; un manifesto anticonformista che si oppone a spada tratta contro l’universo in cui per moltissimi anni egli stesso aveva vissuto. Con Quarto Potere, Mank metterà a nudo Hearst, ma anche la giovane Marion Davies, compagna di vita del magnate e grande amica di Mankiewicz, dal cuore buono e l’animo nobile. L’amore per la verità e la devozione agli ideali, però, spingeranno Mank ad andare fino in fondo e, in ultimo, a spogliarsi del suo ruolo di ghost writer, vestendo malvolentieri i panni di co-sceneggiatore insieme a Welles.

Il cast di Mank, punto di forza del film ai Golden Globes 2021

Mank è stato un successone, una pellicola eccelsa che ha conquistato, come detto, ben sei candidature ai Golden Globes 2021. La pellicola con cui Fincher ha proiettato la filmografia su piattaforma streaming su un livello completamente nuovo, ha potuto vantare un cast assolutamente d’eccezione. Partendo da un Gary Oldman, semplicemente sublime nei panni del protagonista; tanto ipnotico nelle scene climax quanto capace di legare immediatamente con il pubblico guadagnando da subito la sua ammirazione, anche negli istanti più bui nella vita di Mank. L’attore ha contribuito ampiamente ad impreziosire la pellicola, nonostante il suo slancio eclettico, non sia stato l’unico degno di nota.

Sebbene l’attore sia riuscito a trasporre perfettamente la personalità contraddittoria e sconfinata di Mank, Oldman ha avuto modo di collaborare con attori di gran livello come Amanda Seyfried. La giovane e brillante attrice ha vestito con grande maestria i panni della suadente Marion Davies, portando su schermo una delle sue migliori performance in assoluto. La sfida per alcuni ruoli in Mank è stata quella di rimanere impressi nell’immaginario del pubblico, a dispetto dello scarso minutaggio di presenza in scena.

Si è trattato, sicuramente, di un’impresa ardua, eppure portata a compimento con grande eleganza da Amanda, così come da uno spettacolare Tom Burke; interprete del brillante Welles. L’attore si lancia in una recitazione istrionica ed immedesimata nelle ultime scene del film, catturando lo spettatore fino all’ultimo secondo. Eccellenti le performance di Charles Dance in qualità del magnate della stampa Hearst e di Lily Collins, nei panni della giovane Rita Alexander; assistente di Mank alla scrittura nel suo periodo di convalescenza.

Le conclusioni

Giunti alla fine di questo nostro excursus riguardo Mank, uno dei principali highlight dei Golden Globes 2021, possiamo sicuramente affermare che, la pellicola di David Fincher, sia un vero e proprio masterpiece della cinematografia moderna. Parliamo di un lavoro ricco di sfumature. Il regista ha svolto un compito magistrale nel portare innanzi al suo pubblico una sceneggiatura scritta da suo padre, Jack Fincher, negli anni ’90. In Mank traspare chiaramente il desiderio del cineasta di proporre un lavoro dettagliato più che nostalgico sul meglio e il peggio del cinema come mezzo di comunicazione e della sua mecca creativa: Hollywood.

Così come Quarto Potere volle rappresentare con audacia la potenza del media a stampa; Mank ha voluto riflettere sulla profondissima influenza del cinema in quanto plasmatore d’idee ed opinioni politiche, riflettendo su tematiche delicatissime come il suicidio, la propaganda e la povertà attraverso fatti di vita vissuta negli Studio che hanno fatto la storia del grande schermo. Fincher pone davanti al suo pubblico i tratti distintivi della prima società che si affacciava al paradigma dell’industria culturale globalizzata, mostrando il lato oscuro del loisir attraverso la figura di un uomo profondamente segnato dalla vita e dalle scelte che l’hanno caratterizzata.

Non solo, il lavoro fotografico in Mank è tanto eccezionale quanto la trama, tributando il cinema di primo Novecento attraverso bruciature di sigaretta e sfarfallii musicali di una colonna sonora magistrale ad opera di Trent Reznor. “Non si può cogliere l’intera vita di un uomo in sole due ore. Il massimo che puoi sperare è dare l’impressione d’averlo fatto”. In questo modo, Herman Mankiewicz si congeda dai suoi spettatori, rivelando il vero gap celato dietro la cinematografia. In Mank, abbiamo assistito all’esistenza di un uomo discutibile, sì, ma soprattutto ammirevole, finendo per convincerci di conoscerlo da una vita.

Dove vedere Mank e tutte le nomination ai Golden Globes 2021

Dopo essere stato distribuito limitatamente nelle sale cinematografiche negli Stati Uniti a partire dal 13 novembre del 2020, Mank è arrivato in streaming globale su Netflix, dal 4 dicembre del 2020. Mank ha conquistato i Golden Globes 2021, raccogliendo sei nomination: per il miglior film drammatico, il miglior regista, il miglior attore in un film drammatico a Gary Oldman, la miglior attrice non protagonista in un film ad Amanda Seyfried, per la miglior sceneggiatura a Jack Fincher, per la miglior colonna sonora a Trent Reznor ed Atticus Ross.

Va detto, comunque, che Mank non ha catturato l’attenzione soltanto ai Golden Globes 2021. Il film è stato premiato ai Chicago Film Critics Association Awards per la miglior fotografia, la miglior attrice non protagonista e la miglior colonna sonora originale. I Los Angeles Film Critics Association Awards hanno voluto premiare la miglior scenografia, così come i San Diego Film Critics Society. Sono state diverse, inoltre, le candidature conquistate da Mank ai Satellite Awards 2021.

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Claudio Pezzella
Studente in culture digitali e della comunicazione. Articolista specializzato in contenuti a tema culturale. Appassionato di cinema, serie TV, musica ed arte in ogni sua forma.