Paolo Sorrentino in lacrime sul palco di Venezia 78: i suoi ringraziamenti e le scene non presenti in E’ stata la mano di Dio

Paolo Sorrentino Venezia 78 discorso

E’ stata la mano di Dio ha caratterizzato, naturalmente, un grandissimo successo nel contesto di Venezia 78, così come ci si poteva aspettare alla vigilia della distribuzione del lavoro cinematografico che sarà presente anche su Netflix. Il celebre regista, vincitore del Premio Oscar per il capolavoro La grande bellezza, ha replicato il suo incredibile lavoro attraverso una realizzazione intima, personale e introspettiva. E’ stata la mano di Dio con Toni Servillo ha conquistato la giuria di Venezia 78, che gli ha per questo destinato il Leone d’argento per la regia, a dimostrazione di un lavoro eccezionale che naturalmente ha trovato la via della premiazione. Sul palco di Venezia 78 un Paolo Sorrentino commosso, emozionato e visibilmente in lacrime si è lasciato andare a un discorso confuso, quasi sussurrato, ma emblematico della grande anima del regista italiano. Ecco quali sono stati i ringraziamenti del regista e le scene che non ha potuto inserire all’interno del suo film.

Il discorso di Paolo Sorrentino sul palco di Venezia 78

Quando Paolo Sorrentino ha avuto modo di ricevere la statuetta d’oro dell’Academy Awards per il miglior film straniero con La grande bellezza, gli sono stati destinati 45 secondi per il discorso di ringraziamento e dedica. In quei pochi attimi, Paolo Sorrentino ha sfoggiato certamente un’italianità che ha fatto sorridere il pubblico presente, attraverso le dediche a personaggi caratteristici della propria vita, oltre che a vere e proprie icone della sua vita, tra cui Diego Armando Maradona. Se nel contesto degli Oscar il regista si era contenuto nelle sue emozioni, sul palco di Venezia 78 il tenore è stato naturalmente differente, sia per il maggiore spazio concesso, sia per la possibilità di rivolgersi ad un pubblico che poteva comprendere molto della sua arte e della sua introspezione.

Paolo Sorrentino ha esordito scusandosi per la lista dei nomi che avrebbe offerto e a cui sarebbe stata destinata una serie di ringraziamenti. Una lista confusa, apparentemente senza un’ordine logico, che contiene tutti coloro che hanno permesso a E’ la mano di Dio di esistere: dai produttori del lavoro cinematografico ai lavoratori di Netflix, piattaforma di streaming all’interno della quale il film vedrà la sua luce per tutti coloro che non lo vedranno all’interno delle sale cinematografiche; e ancora, oggetto del ringraziamento di Paolo Sorrentino è stata sua moglie, che lo sopporta da vent’anni, oltre che i suoi figli. Grandi amici, storici collaboratori e l’intramontabile Maradona sono stati parte del discorso di Paolo Sorrentino, che si è lasciato andare ad un turbine di emozioni coinvolgendo i presenti e sapendo andare oltre la figura del regista, su un palco certamente prestigiosissimo.

La dedica di Paolo Sorrentino a Toni Servillo

Per Toni Servillo i giorni di Venezia 78 sono stati sicuramente ricchi di grandissima emozione, oltre che di una serie di impegni certamente importanti e degni di considerazione nel contesto della sua carriera. Dalla presenza dell’attore napoletano con tre film a Venezia – tra cui proprio E’ stata la mano di Dio, oltre che Qui rido io di Mario Martone – fino all’inizio delle riprese di un ulteriore lavoro cinematografico dell’attore, come da consuetudine della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, che permette a diversi registi di utilizzare la stessa come set di film in lavorazione durante gli ultimi giorni della manifestazione.

E ancora, la polemica con Gianfranco Gallo, che ha parlato di sconfitta del cinema napoletano data la presenza di Servillo con tre film, per poi culminare con la dedica di Paolo Sorrentino. Poche ma significative parole sono quelle pronunciate dal regista italiano che ha sottolineato quanto segue: “A chi mi dice, fai un altro film con Servillo, rispondo ‘guardate dove sono arrivato facendo film con lui'”.

Le scene che Paolo Sorrentino non ha inserito nel suo film

Paolo Sorrentino ha terminato il suo discorso di ringraziamento parlando di due scene che non ha potuto inserire all’interno del film ma che, allo stesso tempo, sono state significative per la sua infanzia e crescita, così come da introspezione che il prodotto cinematografico vuole portare avanti attraverso la realizzazione del regista italiano. La prima scena, ha spiegato Paolo Sorrentino, è “un sogno che non ho fatto, un uomo alto 1,60 metri in un campo di calcio che vi ringrazia. E si chiama Maradona”.

Dopo il grande onore di essere ringraziati da un uomo come Maradona, come spiegato dallo stesso regista, la seconda scena, che per quanto potesse sembrare triste – avverte – in realtà è addirittura allegra: in occasione del funerale dei suoi genitori, il preside della sua scuola ha permesso soltanto a quattro ragazzi della sua classe di raggiungerlo in chiesa, e questo lo rese incredibilmente triste. Ad anni di distanza, può dimenticare quella tristezza, perchè la sua classe è finalmente di fronte a lui: si tratta dei presenti, che gli hanno dedicato un lungo applauso.

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Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.