Squid Game: come la serie tv coreana è diventata un successo mondiale?

Squid Game come ha ottenuto un grande successo

Riuscire a sfuggire al fascino di una serie tv come Squid Game risulta essere, in un momento storico come quello attuale, assolutamente impossibile; se si apre Netflix la serie è assolutamente consigliata e, nella maggior parte dei casi, mostra un indice di compatibilità altissimo. Nel caso in cui si navighi su un social come Tik Tok appaiono diversi piccoli video che mostrano immagini della serie o piccole parti della stessa, talvolta anche riproposti in chiave ironica; chiunque ne parla, superando lo scoglio della lingua originale che molto spesso frena la fruizione dei contenuti. Squid Game è, insomma, protagonista della maggior parte dei discorsi realizzati in materia di serie tv, e ciò sta ad indicare un successo senza pari. In pochissimo tempo, la serie tv coreana è diventata una delle più viste di sempre all’interno della piattaforma di streaming Netflix e, per quanto si possa pensare che la casa di produzione scelga autonomamente i prodotti su cui puntare e pubblicizzare, un successo di questo tipo non può essere assolutamente casuale. Ma quali sono i meccanismi che hanno determinato un successo così tanto largo per una serie tv di questo genere? Vale la pena analizzare nel dettaglio ogni componente di Squid Game.

La trama di Squid Game e i meccanismi di coinvolgimento degli spettatori

Il primo parametro che merita di essere analizzato a proposito del successo di Squid Game riguarda sicuramente la sua trama. A sostegno di questa tesi, basti considerare una tesi relativa alle produzioni del mercato asiatico: le realizzazioni in stile survival games sono molteplici all’interno del mercato nipponico e coreano, in piena aderenza ad uno stile di vita che premia il videogame, l’alta tecnologia e – in generale – il gioco di ruolo. A voler identificare un corrispettivo, la frequenza con cui vengono realizzati prodotti televisivi e cinematografici di questo genere è la stessa che porta, in Italia, a ottenere e fruire di prodotti che trattano di criminalità organizzata.

Appurato che la trama di Squid Game non sia assolutamente originale (si è parlato addirittura di plagio di un film, As the Gods Will), si torna al punto della questione: in che modo questa stessa ha permesso un successo così tanto largo, non essendo assolutamente portatrice di novità? La risposta è nella domanda, e riguarda l’atteggiamento contenutistico di una trama che, pur non essendo originale, allo stesso tempo ripropone dei dettami in una chiave finalmente più esistenzialistica. I protagonisti di Squid Game non sono degli esseri umani che si ritrovano automaticamente in un mondo vuoto; non vedono la loro vita cambiata improvvisamente, come se avessero fatto accesso ad un arcade; in definitiva, per quanto proponga una materia certamente fantasiosa, Squid Game non rinuncia mai alla sottolineatura della difficoltà di esistere. I protagonisti della serie tv coreana scelgono volontariamente di aderire ad un gioco che promette loro un ingente premio in denaro e vi fanno ritorno, accettando una seconda volta le condizioni e le regole dello Squid Game, anche quando sono consci dell’unico modo con cui potranno vincere.

Le loro difficoltà economiche sono soltanto la base di un’analisi molto più approfondita dell’esistenza umana: come sottolineato dal giocatore 001 in una delle puntate, è lecito chiedersi se il vero inferno si trovi all’interno del gioco o nella vita umana, così tanto piena di difficoltà da portare alla rinuncia di se stessi. Per questo motivo, i 456 giocatori che accettano di far parte del gioco sono disillusi e speranzosi di cambiare radicalmente la propria vita, in un equilibrio perfetto che restituisce grande umanità a quanto osservato.

Come Squid Game sa catturare i suoi spettatori attraverso la tensione costante

Non c’è dubbio che, accanto ai meccanismi della trama, siano altri gli elementi che sono stati in grado di determinare il grandissimo successo di una serie tv come Squid Game, per cui si chiede a gran voce una seconda stagione che non è stata ancora pensata. Le nove puntate della serie televisiva potrebbero essere tranquillamente osservate in una sola sessione, grazie alla capacità di attirare lo spettatore che il prodotto televisivo ha; ovviamente, la scelta di guardare la serie in modo dilazionato permette di godere meglio di atteggiamenti e anche di quella naturale tensione determinata dai meccanismi della suspance, perfettamente resi all’interno del prodotto televisivo.

La tensione di cui si parla non è determinata soltanto dai cliffhanger presenti all’interno delle diverse puntate o dalla sospensione della trama in alcuni suoi punti, ma anche da una realizzazione che – integralmente – sa mettere ansia e tensione nello spettatore; il bilanciamento perfetto tra i picchi di tensione e quelli di liberazione (che molto spesso coincidono con le morti, accompagnate da affascinanti melodie allegre, volte a stemperare il dramma che si osserva), permette di essere continuamente sull’attenti; in altre parole, la serie televisiva porta a sviluppare degli atteggiamenti di ricezione e risposta che sono assolutamente pilotati e indotti nello spettatore, come nelle migliori realizzazioni televisive e cinematografiche: si ride quando è concesso, si smorza la tensione quando c’è troppa violenza, si stringe il cuscino per paura e tensione nelle scene catartiche. Tutte queste reazioni non sono assolutamente casuali, ma frutto di una realizzazione ottimale che permette di rendere il prodotto osservato memorabile e costante, anche quando non lo si sta osservando.

Il pregio tecnico di una regia impeccabile

Un ultimo elemento considerevole, nonché tra i maggiormente determinati nell’ambito del successo di Squid Game, è rappresentato dal pregio tecnico di una regia impeccabile; non si parla di un impianto di regia perfetto al 100%, dal momento che piccoli ma significativi errori esistono all’interno della trama, come si può notare dai molteplici video che sono stati mostrati a proposito, ma di una regia che riesce a offrire perfettamente il prodotto precedentemente descritto, attraverso una cura dei dettagli che risulta essere assolutamente non banale e che permette – in definitiva – di godere di un prodotto televisivo mai banale in ognuna delle sue componenti.

Il discorso è semplice: se la trama di un film o di una serie tv fosse perfetta e intrigante al massimo, ma quel prodotto fosse tecnicamente scarso, il successo non avverrebbe senza ombra di dubbio. Le risorse che Netflix ha avuto a disposizione per la produzione e la realizzazione di una serie tv di questo genere erano sicuramente elevatissime, e ciò si riflette in un tasso tecnico molto alto che sussiste all’interno del prodotto televisivo; a partire da una fotografia molto spesso intrigante, soprattutto nell’ambito della realizzazione delle scene in notturna, fino alle scenografie incredibilmente evocative e rappresentative, passando per una colonna sonora perfetta e adatta a tutte le possibili occasioni. Il cast, non da meno, riesce sempre nei suoi intenti: si sa perfettamente quale personaggio amare, quale osteggiare e di quale fidarsi; eppure, i colpi di scena non mancano mai, anche tra i buoni.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.