The Batman, Matt Reeves: “Ecco perchè ho scelto Robert Pattinson”

The Batman, Matt Reeves: "Ecco perchè ho scelto Robert Pattinson"

La collaborazione tra Matt Reeves e Robert Pattinson darà vita, secondo gli addetti ai lavori, alla versione più violenta e cruda di Batman, negata – addirittura – ai minori ad alcuni mercati internazionali, come quello britannico. Le aspettative sono sicuramente alte, anche se la logica di confronto con i prodotti precedenti, come la trilogia di Christopher Nolan, potrebbe comportare un ostacolo da parte dello spettatore. Matt Reeves, il regista del film con Robert Pattinson nel ruolo di protagonista, si è raccontato in una lunga intervista, nella quale ha parlato anche del senso del film, che non tratterà le origini ma che inizierà in medias res, oltre che del motivo per cui l’attore britannico è stato scelto come protagonista.

Matt Reeves e la scelta di rendere Batman un prodotto diverso

Le diverse trattazioni cinematografiche di Batman che sono avvenute nel corso della storia hanno comportato, a gran parte degli spettatori, di comprendere le origini dell’eroe mascherato, oltre che tutti i dettami e i meccanismi che hanno reso possibile la nascita e lo sviluppo di Batman stesso. Matt Reeves, con il suo Batman, ha deciso di limitare questa componente, permettendo che il racconto iniziasse in medias res: il protagonista agisce all’interno della sua Gotham già da due anni e questa possibilità, ottenuta attraverso una scelta di sceneggiatura sicuramente interessante, gli ha permesso di garantire uno sviluppo migliore del personaggio.

Queste le dichiarazioni di Matt Reeves in questione: “Il film parte dalla considerazione che, da quando Batman è in attività, il crimine a Gotham non è diminuito, nonostante la sua azione e lui si chiede perché. Non c’è l’origin story tanto la sappiamo tutti, semmai quel che volevo era l’arco narrativo, partire con una versione imperfetta del personaggio, qualcuno che cerca di essere Batman e di capire come esserlo, senza sapere bene come, è solo ossessionato dall’idea di cambiare qualcosa che non sa se riuscirà a cambiare come vuole, quella tensione lo spinge avanti. Poi nella storia lui potrebbe realizzare che alcune cose che fa devono evolvere e migliorare, quindi mentre lo guardi hai il piacere di vederlo essere spaventoso ma più va avanti capisce che forse non è il solo messaggio da proiettare, comprende come deve inquadrare sé stesso e come questo influenza la città, magari può cambiare. Di certo questo Batman vuole mettere paura perché è da poco che fa il vigilante e ancora tutti hanno paura della cosa”.

La scelta di Robert Pattinson e le novità tecniche presenti all’interno del film

Il regista di Batman ha deciso di soffermarsi anche su altri motivi, che esultano dalla semplice scelta di regia e che permettono di offrire una considerazione a proposito di Robert Pattinson, attore protagonista della pellicola; allo stesso tempo, inoltre, il regista ha parlato anche della scelta tecnica che si trova alla base della realizzazione del film. Quanto all’attore protagonista, che ha sicuramente affrontato una delle prove attoriali più importanti della sua carriera, il regista ha dichiarato quanto segue: “Rob ha una vulnerabilità eccezionale, lo conoscevo ma quando ho visto Good Time dei fratelli Safdie ho notato la stessa dedizione disperata che volevamo per questo Batman al secondo anno di attività, poco più che trentenne. Il personaggio di Good Time era una forza della natura eppure là sotto lo senti comunque vulnerabile. A quel punto ho messo proprio a fuoco la versione di Batman che volevo. L’ho scritto con Rob in testa”.

L’ultima dichiarazione del regista ha riguardato, infine, un motivo di natura tecnica, che definisce il film soprattutto nella sua coinvolgente componente sonora: “Io lavoro con il medesimo team per il comparto audio fin da Cloverfield, è fondamentale per creare l’atmosfera di un film. La fotografia pure è molto importante, ma il sonoro non lo considera nessuno e invece è una vera estensione di ciò che vedi. In The Batman devi sempre sentire la pioggia tramite il suo suono, come anche abbiamo lavorato tantissimo per il suono degli stivali di Batman che senti sempre molto bene, è il suono del timore, in essi c’è pure un po’ di Sergio Leone, un tintinnare come di speroni, accoppiato a questa figura che arriva lentissima. Sono davvero davvero fiero del mix e del sound design. Allo stesso modo la musica di Michael Giacchino crea l’atmosfera e quando questa non c’è la sostituiamo da un set di suoni in stile Lost Highway di Lynch, quando Bill Paxton esce dall’oscurità e senti uno strano drone, qualcosa che comunica un mondo intenso e spaventoso. I trattamenti sonori sono insomma tantissimi e piccoli, tutti nella direzione della minacciosità. Ma anche per esempio il suono della Batmobile è qualcosa a cui abbiamo lavorato moltissimo, specie quando deve uscire dall’oscurità. Sai la Batmobile non basta guidarla, se la usi allora devi farla apparire come una bestia che compare e spaventa. Il sonoro la fa suonare intimidatoria e capire come fare ci ha preso settimane. Alla fine quando abbiamo mixato tutto in Dolby Atmos è stato pazzesco, siamo andati alla Dolby proprio e poterlo sentire in Atmos è stato sconvolgente, lo senti nelle viscere. È fichissimo”.

About the Author

Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.