Uncharted, Tom Holland: “Sarà come far rivivere Indiana Jones nei nostri tempi”

Uncharted, Tom Holland: "Sarà come far rivivere Indiana Jones nei nostri tempi"

Tom Holland è sicuramente uno degli attori del momento, dopo il grandissimo successo ottenuto al cinema con Spiderman: No Way Home. Com’era immaginabile, il prodotto cinematografico ha ottenuto una sola candidatura agli Oscar 2022, nella categoria di migliori effetti speciali. In ogni caso, non si può non sottolineare il grandissimo trasporto mediatico che il film ha ottenuto, tanto da comportare anche – di conseguenza – una grande attesa per un nuovo film che interesserà Tom Holland. L’attore è giunto in Italia per una conferenza a Roma, dove ha potuto incontrare molti personaggi di spicco della cultura cinematografica e televisiva italiana; chiaramente, il tema si è basato su Uncharted, il nuovo film in cui l’attore vestirà i panni di Nathan Drake che risulta essere particolarmente atteso. Attraverso un insieme di dichiarazioni, in cui Tom Holland ha parlato di far rivivere il mito di Indiana Jones nell’età contemporanea, è stato possibile immergersi nell’insieme di ambizioni che riguardano sia l’attore che la produzione del film.

La gestazione del film e le dichiarazioni del produttore Charles Roven

La realizzazione del film Uncharted è stata tutt’altro che semplice, dal momento che cercare di adattare un videogioco rappresenta sempre un’impresa ardua. Riuscire a ricreare quelle atmosfere che in una saga videoludica richiedono molto, in termini di presentazione di un personaggio, ha portato tantissime realtà di produzione a fallire, o a non ottenere un successo sperato. Per questo motivo, investire su un adattamento di un titolo videoludico non è, di per sé, una scommessa vincente.

Charles Roven, produttore del film di Uncharted, ha parlato a proposito delle difficoltà avvertite in fase di produzione, spiegando quanto segue: “Ogni volta che si adatta un materiale amato, che sia un fumetto o un videogame, è importante rispettare l’opera originale. Volevamo che diventasse nostro. Il videogioco era già di per sé molto cinematografico, con incredibili scene d’azione, con al centro questo fantastico rapporto tra Nate e Sully. Sono ottime qualità anche per un lungometraggio. Poi quando sei così fortunato ad avere attori come Tom e Mark il nostro compito di filmmaker è di gran lunga più facile! Tuttavia c’è voluto del tempo per cercare di capire qual era la corretta composizione di questo “cubo di Rubik”.

E ancora, il produttore ha spiegato: “Molto aveva a che vedere con il lavoro di Alex, il mio co-produttore, che mi aveva presentato il progetto addirittura nel 2009. Solo nel 2019 è arrivata la partecipazione di Tom, ma abbiamo comunque voluto attendere il momento giusto. Quel momento è arrivato quando abbiamo capito di voler raccontare l’incontro tra Nathan e Sully, quello per noi è il fulcro di tutto nonostante al centro dell’opera rimanga comunque l’azione. Gli stop per il Covid ci hanno spezzato il cuore, ma alla fine siamo ripartiti ed infine eccoci qua!”.

Le dichiarazioni di Tom Holland su Uncharted e sul suo ruolo

Una parte sicuramente consistente della conferenza che ha interessato Tom Holland, nel suo ruolo di Nathan Drake in Uncharted, ha visto protagonista proprio l’attore nel parlare dell’importanza del suo ruolo e della sua immagine. Dopo aver vestito i panni di Spiderman, Tom Holland ha deciso di interpretare uno dei personaggi videoludici più importanti della tradizione. L’attore ha spiegato quanto segue, a tal proposito: “Sicuramente il tema di un giovane orfano in cerca di una famiglia piuttosto che di un tesoro è molto forte, così come il fatto che alla fine la famiglia la trova in Sully. Per me, come giovane attore, un genere cinematografico come questo – un film per famiglie, di azione e avventura – è un progetto che percorre le stesse orme di Indiana Jones, Mission Impossible ecc. Io sono cresciuto guardando questi film, e l’opportunità di dar vita ad una mia personale versione di come vorrei che fosse oggi Indiana Jones è stata coronata dal progetto di Sony”.

Tom Holland ha anche parlato del suo grande impegno nel portare a termine un’interpretazione di questo genere: “Mi considero un attore che presta attenzione a tutti i dettagli. Uno degli aspetti più interessanti di Nathan Drake è scoprire ogni singolo elemento della sua fisicità. La mia versione di Peter Parker, ad esempio, è nota per il suo essere infantile e goffa. Per Nate è stato molto diverso, dovevo assumere un altro portamento, e soprattutto è l’azione a guidare i suoi movimenti. Ne ho parlato a lungo nel processo di sviluppo del personaggio, Amy Pascal mi è stata molto vicina in questo. C’è stato un periodo in cui, dopo aver girato Uncharted, siamo passati a lavorare su Spider-Man No Way Home, e lei mi diceva: “Sei troppo uomo! Devi essere più ragazzo!”. Ci sono volute un paio di settimane per acquisire nuovamente l’espressività di Peter e scrollarmi di dosso quella di Nathan…”.

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Bruno Santini
Laureando in comunicazione e marketing, copywriter presso la Wolf Agency di Moncalieri (TO) e grande estimatore delle geometrie wesandersoniane. Amante del cinema in tutte le sue definizioni ed esperto in news di attualità, recensioni e approfondimenti.