La top 3 dei film di Quentin Tarantino

La classifica dei migliori 3 film del regista Quentin Tarantino

Quentin Tarantino è un amante del cinema, e lo dimostra nel suo postmodernismo, dove rielabora la realtà attraverso la macchina da presa, generando storie tra omaggi, citazioni al passato ed eventi effettivamente accaduti. Un mix esplosivo quello generato da Tarantino, finemente violento e intellettualmente stimolante; per Peter Bogdanovich è il regista più influente della sua generazione, ed è considerato uno che riesci abilmente a cambiare tono e combinare diversi stili e generi. Il suo cinema non a caso è amato dai critici ma anche dai cinefili, probabilmente uno dei pochi autori insieme a Nolan a produrre cinema anche commerciale, oltre che intellettuale. Siccome il suo nome è ancora una volta sulla bocca di tutti, attualmente però a causa di dichiarazioni sui Marvel Studios e sugli attori che lavorano per Kevin Feige, gli si offre uno spazio catalogando la sua top 3.

Di seguito i migliori 3 film di Quentin Tarantino:

3. Jackie Brown (1997)

Film noir con Pam Grier, Samuel L. Jackson, Robert Forster, Briget Fonda, Michael Keaton, Robert De Niro, Chris Tucker, Tommy Lister jr, Hattie Winston, Michael Bowen. A Los Angeles ci si concentra sulle vicende del trafficanti d’armi Ordell Robbie (Samuel L. Jackson) si serve della hostess Jackie Brown (Pam Grier) per trasportare del denaro dal Messico fino agli Stati Uniti. Dopo l’arresto di Lvingston (Chris Tucker), gli agenti federali stanno per scovarlo e risalgono anche a Jackie, alla quale trovano addosso un pacchetto di cocaina. Ordell vorrebbe eliminare l’hostess, che in dubbio con chi collaborare, se con la Polizia o il trafficante d’armi, architetta una messinscena per incastrare i delinquenti e uscirne pulita tenendosi i soldi.

Terzo film in carriera di Quentin Tarantino, qui ispirato dal romanzo Punch al rum di Elmore Leonard, ma lo adatta liberamente. Ritratto femminile, anche attraverso la stella ascendente della blaxploitation anni Settanta quale è la Grier, di una donna vulnerabile di mezza età che non ha tempo per l’amore ma per l’azione. La musica soul è assolutamente contestualizzata dalla tenerezza e dall’individualità sprigionate. Cambi di punti di vista che aumentano la tensione, accompagnati dalla sopraffina regia di Tarantino (come nella scena dello scambio di borse); i personaggi raccontano sé stessa disegnati dalla sceneggiatura ben strutturata, brillantemente avvalorata di umorismo e dal ritmo sorprendentemente e paradossalmente pacato. Una confezione raffinata per un noir di altri tempi, che non si perde in una violenza superflua ma che porta su schermo pezzi di bravura per ciò che riguarda le performance attoriali.

2. Bastardi senza gloria (2009)

Film dal cast corale con Brad Pitt, Christoph Waltz che tornerà anche in Django Unchained (2012), Mèlanie Laurent, Michael Fassbender, Eli Roth, Diane Kruger, Sam Levine. Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, Brad Pitt interpreta Aldo Raine, a capo di un gruppo di soldati ebrei americani mandati in Europa per eliminare Hitler e quanti più tedeschi possibile. Anche la ragazza ebrea Shoshanna (Mèlanie Laurent) è in cerca di vendetta dopo che i nazisti le hanno tolto casa e famiglia; il suo tentativo non sarà vano, poiché il gruppo sopracitato insieme a Shoshanna e la doppiogiochista tedesca Bridget von Hammersmark (Diane Kruger), uccidono Hitler durante la visione di un film in un cinema parigino. A nulla servono la crudeltà e la spietatezza di Fredrick Zoller e del colonnello Landa (Christoph Waltz).

Tarantino rimodella la storia a suo piacimento, erigendo la nobiltà della figura femminile come spietata assassina della figura più sinistra della storia: Adolf Hitler, ucciso non per caso in un cinema dove si è appiccato un incendio. Il regista costruisce un film fatto, come al solito, di citazioni visive e musicali, generando con un senso ben preciso, un racconto fantasioso che ribalta ogni verità storica (perché il cinema lo permette). Tra western, horror e azione c’è un’intensa spettacolarizzazione delle vicende, e risulta essere più che un omaggio al cinema burlesque e a Quel maledetto treno blindato di Castellari ma anche all’espressionismo tedesco soprattutto nel modo come viene filmato e illuminato il set. Il cinema in Bastardi senza gloria si reinventa e diventa sempre qualcosa di diverso, come un’allucinazione perversa che crea un gioco divertente ma allo stesso tempo riflessivo. Un film di una pazzia contagiosa, come se Tarantino stesso avesse sempre voglia di mescolare elementi e generi, come uno scienziato in un laboratorio. Christopher Waltz premiato all’Oscar come miglior attor non protagonista.

1. Pulp Fiction (1994)

Secondo film di Tarantino, con un cast oramai storico composto da John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman, Bruce Willis, Maria de Medeiros, Harvey Keitel. Tramite una narrazione circolare prende vita la messinscena di una serie di storie che si intersecano, alla fine, nell’ambientazione di Los Angeles. Ci sono dei rapitori in procinto di derubare una tavola calda; due killer spietati che recuperano una misteriosa valigetta, con un morto in auto sono costretti a far pulire la vettura, per poi finire nella stessa tavola calda in cui si trovano i rapitori; c’è poi la trama sentimentale con uno dei due killer sopracitati che ci prova con la moglie del capo mentre ballano nella scena cult del film; ultima storia che si intersecherà con le precedenti riguarda un pugile che non si lascia corrompere perdendo l’incontro, ma uccide il suo avversario e tenta la fuga.

Tutto il pulp, che da terminologia promette eccessività e sensazionalismi, viene innescato dalla narrazione di mero sesso e violenza. Per la prima volta nella storia, ci si trova di fronte una trama perfettamente circolare in cui ogni elemento posto in un determinato punto, viene incastrato ad un altro che si trova in un’altra delle quattro storie. Tarantino ama la citazione, qualora non fosse chiaro, non prende nulla sul serio, ed è questa la sua grande forza. Il suo irresistibile umorismo e i dialoghi paradossali scritti magnificamente dal regista e sceneggiatore del film e, tramite il montaggio alternato, si trovano a convogliare nella diegesi dall’atmosfera pulp. Tra monologhi e mcguffin, tra piani americani e primi piani che poi diventano dettaglio o particolare, Tarantino fa sì che una valigetta e un verso religioso diventino soggetti dirompenti nell’immaginario collettivo. Palma d’oro a Cannes.

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Christian D'Avanzo
Cinefilo dalla nascita e scrittore appassionato. Credo fermamente nel potere dell'informazione e della consapevolezza. Da un anno caporedattore della redazione online di Quart4 Parete, tra una recensione e l'altro. Recente laureato in scienze della comunicazione - cinema e televisione presso l'università degli Studi Suor Orsola Benincasa.